Talidomide, dopo 50 anni arrivano le scuse del gruppo Gruenenthal
Lo scandalo dei bimbi focomelici, interviene anche il presidente dell'Associazione Thalidomidici Italiani. Il farmaco fu venduto negli anni cinquanta e sessanta come sedativo, anti-nausea e ipnotico
domenica 2 settembre 2012
23.20
Il produttore tedesco di un noto farmaco che ha causato la nascita di migliaia di bambini con le braccia e le gambe più corte, o non di tutti gli arti, Venerdì 31 agosto ha pubblicato per la prima volta le scuse 50 anni dopo avere ritirato il farmaco dal mercato. L'Amministratore delegato del Gruppo Gruenenthal ha dichiarato che la società si è voluta scusare con le madri che hanno assunto il farmaco nel corso degli anni dal 1950 al 1960 e che hanno subito difetti congeniti alla nascita come risultato per i loro figli.
"Per 50 anni non siamo riusciti a parlare con le vittime e le loro madri. Invece siamo rimasti in silenzio, e ci dispiace molto per questo. Il talidomide sarà sempre parte della storia della nostra compagnia". A parlare è Harald Stock, amministratore delegato della Gruenenthal, azienda che ha prodotto il farmaco prescritto per disturbi in gravidanza e causa di malformazioni agli arti per 20mila bambini. Le scuse ufficiali sono arrivate con l'inaugurazione di un memoriale dedicato alle vittime a Stolberg, la città tedesca sede dell'azienda, ma probabilmente non basterà la statua dell'artista tedesco Bonifatius Stirnberg, costata 5mila euro, a placare la rabbia delle vittime.
Il talidomide è un farmaco che fu venduto negli anni cinquanta e sessanta come sedativo, anti-nausea e ipnotico, rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza. Si trattava di un farmaco che aveva un bilancio rischi/benefici estremamente favorevole rispetto agli altri medicinali disponibili all'epoca per lo stesso scopo (i barbiturici). Venne ritirato dal commercio alla fine del 1961, dopo essere stato diffuso in 50 paesi sotto quaranta nomi commerciali diversi, fra cui il Contergan. Prodotto in forma di racemo, fu ritirato dal commercio in seguito alla scoperta della teratogenicità di uno dei suoi enantiomeri: le donne trattate con talidomide davano alla luce neonati con gravi alterazioni congenite dello sviluppo degli arti, ovvero amelia (assenza degli arti) o vari gradi di focomelia (riduzione delle ossa lunghe degli arti), generalmente più a carico degli arti superiori che quelli inferiori, e quasi sempre bilateralmente, pur con gradi differenti.
"In Italia solo da pochi anni abbiamo visto riconosciuto un indennizzo da parte dello Stato - sottolinea Vincenzo Tomasso, presidente dell'Associazione Thalidomidici Italiani - anche se problemi burocratici stanno mettendo ostacoli per alcuni nostri associati. Dalla Grunenthal invece per 50 anni abbiamo visto solo un muro di gomma". "Per noi svedesi le scuse servono a ben poco", ha detto Bjorn Hakansson, presidente della svedese Società Talidomide, che ha spiegato: "Oggi 99 vittime svedesi del farmaco sono ancora vive e non hanno mai ricevuto niente dalla Gruenenthal". Stessa reazione dalle associazioni britanniche e australiani: "Le scuse presentate dalla Gruenenthal, la compagnia farmaceutica tedesca produttrice del Talidomide, sono "insufficienti" e "piene di inganni". Martin Johnson, direttore dell'associazione delle vittime del Talidomide in Gran Bretagna, ha dichiarato alla Bbc che, nonostante la positiva ammissione di responsabilità, la Gruenenthal perpetua il mito secondo cui i danni provocati dal farmaco fossero in realtà imprevedibili. La talidomide oggi è ancora in vendita, ma come trattamento per il mieloma multiplo, un tumore del midollo osseo e la lebbra. E' inoltre in fase di studio per vedere se può essere utile per le altre condizioni tra cui l'AIDS, l'artrite e altri tipi di cancro
Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" sottolinea notizie del genere giungano con troppo ritardo anche perché chi ripagherà la vita difficile di bambini oggi uomini adulti e si augura che ora in poi la sperimentazione di tutti i farmaci sia in grado di farci conoscere preventivamente ogni tipo di effetto collaterale per evitare che si verifichino in futuro casi di massa come quello che per stessa ammissione della casa farmaceutica tedesca.. Alla luce dell'ammissione degli eventi lo staff legale dello "Sportello dei Diritti" valuterà la possibilità di avviare una class action nei confronti dei soggetti responsabili.
"Per 50 anni non siamo riusciti a parlare con le vittime e le loro madri. Invece siamo rimasti in silenzio, e ci dispiace molto per questo. Il talidomide sarà sempre parte della storia della nostra compagnia". A parlare è Harald Stock, amministratore delegato della Gruenenthal, azienda che ha prodotto il farmaco prescritto per disturbi in gravidanza e causa di malformazioni agli arti per 20mila bambini. Le scuse ufficiali sono arrivate con l'inaugurazione di un memoriale dedicato alle vittime a Stolberg, la città tedesca sede dell'azienda, ma probabilmente non basterà la statua dell'artista tedesco Bonifatius Stirnberg, costata 5mila euro, a placare la rabbia delle vittime.
Il talidomide è un farmaco che fu venduto negli anni cinquanta e sessanta come sedativo, anti-nausea e ipnotico, rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza. Si trattava di un farmaco che aveva un bilancio rischi/benefici estremamente favorevole rispetto agli altri medicinali disponibili all'epoca per lo stesso scopo (i barbiturici). Venne ritirato dal commercio alla fine del 1961, dopo essere stato diffuso in 50 paesi sotto quaranta nomi commerciali diversi, fra cui il Contergan. Prodotto in forma di racemo, fu ritirato dal commercio in seguito alla scoperta della teratogenicità di uno dei suoi enantiomeri: le donne trattate con talidomide davano alla luce neonati con gravi alterazioni congenite dello sviluppo degli arti, ovvero amelia (assenza degli arti) o vari gradi di focomelia (riduzione delle ossa lunghe degli arti), generalmente più a carico degli arti superiori che quelli inferiori, e quasi sempre bilateralmente, pur con gradi differenti.
"In Italia solo da pochi anni abbiamo visto riconosciuto un indennizzo da parte dello Stato - sottolinea Vincenzo Tomasso, presidente dell'Associazione Thalidomidici Italiani - anche se problemi burocratici stanno mettendo ostacoli per alcuni nostri associati. Dalla Grunenthal invece per 50 anni abbiamo visto solo un muro di gomma". "Per noi svedesi le scuse servono a ben poco", ha detto Bjorn Hakansson, presidente della svedese Società Talidomide, che ha spiegato: "Oggi 99 vittime svedesi del farmaco sono ancora vive e non hanno mai ricevuto niente dalla Gruenenthal". Stessa reazione dalle associazioni britanniche e australiani: "Le scuse presentate dalla Gruenenthal, la compagnia farmaceutica tedesca produttrice del Talidomide, sono "insufficienti" e "piene di inganni". Martin Johnson, direttore dell'associazione delle vittime del Talidomide in Gran Bretagna, ha dichiarato alla Bbc che, nonostante la positiva ammissione di responsabilità, la Gruenenthal perpetua il mito secondo cui i danni provocati dal farmaco fossero in realtà imprevedibili. La talidomide oggi è ancora in vendita, ma come trattamento per il mieloma multiplo, un tumore del midollo osseo e la lebbra. E' inoltre in fase di studio per vedere se può essere utile per le altre condizioni tra cui l'AIDS, l'artrite e altri tipi di cancro
Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" sottolinea notizie del genere giungano con troppo ritardo anche perché chi ripagherà la vita difficile di bambini oggi uomini adulti e si augura che ora in poi la sperimentazione di tutti i farmaci sia in grado di farci conoscere preventivamente ogni tipo di effetto collaterale per evitare che si verifichino in futuro casi di massa come quello che per stessa ammissione della casa farmaceutica tedesca.. Alla luce dell'ammissione degli eventi lo staff legale dello "Sportello dei Diritti" valuterà la possibilità di avviare una class action nei confronti dei soggetti responsabili.