Susanna Camusso a Barletta per omaggiare le vittime del 1956
Per non dimenticare i tre cittadini che perirono per fame e per lavoro
venerdì 29 gennaio 2016
Nel suo programma di visita alle realtà produttive della provincia Barletta-Andria-Trani, il Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso ha incluso l'omaggio ai lavoratori barlettani periti nel 1956, in occasione del sessantesimo anniversario da quei tragici fatti della storia cittadina. Così alla presenza della Camusso, delle autorità cittadine, del sindaco Pasquale Cascella e di alcuni assessori e consiglieri comunali si è tenuto, dinanzi alla lapide commemorativa in via Manfredi intorno alle 16:45, un momento di raccoglimento per rafforzare i sentimenti di fratellanza nella comunità tutta. Una commemorazione per non dimenticare i tre cittadini che perirono per fame e per lavoro, esasperati anche dal freddo, nel tentativo di assaltare il deposito in cui erano conservati i viveri destinati agli indigenti e distribuiti probabilmente in modo non sempre equo dalla sede Pontificia Opera di Assistenza. All'iniziativa, promossa dalla CGIL provinciale, hanno partacipato anche la Presidente del Consiglio comunale Carmela Peschechera, assessori e consiglieri comunali, l'ex sindaco della città Nicola Maffei, rappresentanti delle altre organizzazioni sindacali, lavoratori e cittadini.
Sulla lapide commemorativa posta sulle mura del palazzo dell'ex caserma Stennio, aperta per l'occasione, Susanna Camusso e il sindaco Pasquale Cascella hanno posto una corona. Un atto simbolico di grande valore nella città della Disfida che ha preceduto l'arrivo della Camusso nella città di Andria dove ha illustrato la Carta dei diritti universali del lavoro. "La tutela dei diritti dei lavoratori – ha sottolineato il sindaco Pasquale Cascella – è un punto di riferimento per il partenariato economico e sociale che a Barletta potrà sperimentare forme nuove di cooperazione e progettazione nell'incubatore della creatività e dell'innovazione che stamattina andremo a inaugurare. Anche così si riconosce, l'universalità delle conquiste che hanno trovato nello statuto dei lavoratori il punto più alto ma che oggi debbono essere consolidate nelle mutate condizioni del mercato del lavoro, contrastando il precariato senza sacrificare l'innovazione. Il modo migliore per rendere omaggio alla memoria di chi è caduto per il lavoro è nel costruire esempi concreti di impegno da affidare alle nuove generazioni come patrimonio di valori condivisi". "Non si può restare inermi dinanzi alle ingiustizie e discriminazioni che – ha affermato il Segretario Generale Camusso – ancora avvengono ai nostri giorni. Sebbene siano diverse rispetto a quelle di sessanta anni fa, le tante forme di precariato e povertà restano ugualmente gravi. I sacrifici del passato possono, dunque, insegnare qualcosa per il presente e il futuro".
Un'occasione dunque per non dimenticare un momento buio della nostra storia cittadina e per aprire il dibattito politico che parla molto anche al Mezzogiorno al fine di migliorare le condizioni dell'occupazione in quella che dovrebbe essere "la Repubblica fondata sul lavoro" come recita il primo articolo della nostra Costituzione.
Sulla lapide commemorativa posta sulle mura del palazzo dell'ex caserma Stennio, aperta per l'occasione, Susanna Camusso e il sindaco Pasquale Cascella hanno posto una corona. Un atto simbolico di grande valore nella città della Disfida che ha preceduto l'arrivo della Camusso nella città di Andria dove ha illustrato la Carta dei diritti universali del lavoro. "La tutela dei diritti dei lavoratori – ha sottolineato il sindaco Pasquale Cascella – è un punto di riferimento per il partenariato economico e sociale che a Barletta potrà sperimentare forme nuove di cooperazione e progettazione nell'incubatore della creatività e dell'innovazione che stamattina andremo a inaugurare. Anche così si riconosce, l'universalità delle conquiste che hanno trovato nello statuto dei lavoratori il punto più alto ma che oggi debbono essere consolidate nelle mutate condizioni del mercato del lavoro, contrastando il precariato senza sacrificare l'innovazione. Il modo migliore per rendere omaggio alla memoria di chi è caduto per il lavoro è nel costruire esempi concreti di impegno da affidare alle nuove generazioni come patrimonio di valori condivisi". "Non si può restare inermi dinanzi alle ingiustizie e discriminazioni che – ha affermato il Segretario Generale Camusso – ancora avvengono ai nostri giorni. Sebbene siano diverse rispetto a quelle di sessanta anni fa, le tante forme di precariato e povertà restano ugualmente gravi. I sacrifici del passato possono, dunque, insegnare qualcosa per il presente e il futuro".
Un'occasione dunque per non dimenticare un momento buio della nostra storia cittadina e per aprire il dibattito politico che parla molto anche al Mezzogiorno al fine di migliorare le condizioni dell'occupazione in quella che dovrebbe essere "la Repubblica fondata sul lavoro" come recita il primo articolo della nostra Costituzione.