Sulla passerella a Venezia per le donne afghane, il brand è made in Barletta

Moda e solidarietà, il progetto è della 21enne barlettana Federica Pastore

domenica 5 settembre 2021 08.00
A cura di Francesco Balducci
"FIK.Y" è il brand della generazione Y, quella dei giovani nati a ridosso del nuovo millennio, che però invade anche la generazione Z, quella dei ragazzi comunemente identificati come "millennials", perché nati dopo gli anni 2000. La sua ideatrice, Federica Pastore, è una ragazza barlettana di 21 anni che ha saputo gettare lo sguardo oltre l'ostacolo e aprirsi alle tendenze e alle influenze esterne alla sua Puglia, per sviluppare il suo progetto.

La passerella di Miss Red Carpet, a Venezia, ha ospitato, negli ultimi giorni, una sfilata del brand che, oltre a porre in vetrina le ultime tendenze della moda, ha lanciato un messaggio chiaro ed evidente. "Free Kabul" è un appello di sostegno accorato e potente verso tutte le donne afghane, che nel loro paese natìo stanno vedendo limitate sempre più le loro libertà, infranti i loro sogni ed oscurato il futuro che sognavano.
Il brand barlettano in sostegno alle donne afghane
Il brand barlettano in sostegno alle donne afghane
Il brand barlettano in sostegno alle donne afghane
A lanciare l'appello, in linea con l'ideale del brand, sono gli stessi giovani. Quei giovani integrati nelle situazioni quotidiane, impegnati nel sociale, con lo sguardo che guarda anche all'estero, in quei luoghi lontani geograficamente e culturalmente dai loro, ma che sembrano vicini, grazie al mezzo social. In linea con un cosmpolitismo che invade la società in ogni suo aspetto. FIK.Y Brand lancia un duplice messaggio. Uno esplicito, di sostegno e vicinanza alle donne afghane. Ed uno implicito, di impegno nel sociale, che si lega alle esigenze e ai caratteri primari del progetto: fare moda.

«Noi siamo nati liberi - dice Federica Pastore -. Le donne afghane, invece, hanno impiegato vent'anni per conquistare una vita che adesso rischia di andare a pezzi. Seppur in modo simbolico, credo sia doveroso interpretare il sentire della mia generazione con un messaggio di vicinanza a quelle donne. A dividerci sono solo i kilometri. Loro, esattamente come noi, meritano il diritto alla libertà».