«Sindaci della Provincia di Barletta, non firmate per il nuovo ospedale “in Andria”»

L'appello della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia

domenica 26 febbraio 2017
La Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia, con propria Nota, firmata da Domenico Vischi ed altri cittadini, ha messo in chiaro la propria posizione di netta contrarietà rispetto al ventilato e preteso nuovo ospedale andriese, esortando i primi cittadini della Provincia di Barletta a non compiere un gesto di autentico autolesionismo, pur di assecondare la prepotenza dei politici "pedemurgiani". Si esortano i sindaci a NON FIRMARE nessun documento/progetto che avalli tale pretesa andriese.

Essa Nota è stata consegnata alla Segreteria del Sindaco di Barletta il 14-02-2017, Prot. n. 11159/gab, e trasmessa il 18-02-2017 ai primi cittadini di Margherita di Savoia (P. Marrano), Trinitapoli (F. Di Feo), San Ferdinando di Puglia (M. Lamacchia), Canosa di Puglia (E. La Salvia), Minervino Murge (Maria L. Mancini), Spinazzola (M. Patruno), Trani (A. Bottaro), e Bisceglie (F. Spina).
Di seguito se ne riporta integralmente il testo.

«È dei giorni scorsi la notizia preoccupante, circa l'imminente convocazione della "conferenza dei sindaci della Provincia di BT" per deliberare sull'edificando preteso ospedale in quel di Andria. La Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia, rappresentata dai cittadini firmatari della presente nota, esprime tutta la propria CONTRARIETÀ a che il progetto indicato ad oggetto vada in porto, o prenda anche solo le mosse… Allo scopo, si invita in maniera accorata gli spett.li Sindaci destinatari a NON FIRMARE nessun documento/progetto che avalli tale pretesa andriese dell'edificando nuovo ospedale in quel di Andria.

La ragione della contrarietà di questi cittadini è ben più che una manifestazione di campanilismo. Vi siete domandati che fine faranno gli ospedali già insistenti in Provincia di Barletta?? Se tanto ci dà tanto, la morìa di posti letto, di reparti, e di ospedali cittadini (ritenuti a torto "minori"), verrà incrementata ed incentivata dalla previsione di un nuovo grande ospedale da 400 posti letto, "di Secondo Livello" in Andria, quale polo dell'Emergenza-Urgenza per la Provincia di Barletta. Non occorrono doti di chiaroveggenza per presagire che:

1) L'Ospedale "Mons. Dimiccoli" di Barletta, di Primo Livello, verrà svuotato (nel vero senso della parola) e relegato a mero "polo onco-ematologico".
2) Gli altri ospedali della Provincia di Barletta, qualora sopravvivano, il che è assai dubbio, verranno depotenziati a tal punto da divenire inutili, prestando così il fianco al falcidia di un nuovo futuro "Piano di Riordino Ospedaliero".

Ai sindaci aditi, questi cittadini sottoscrittori dicono a gran voce "NON FIRMATE per un nuovo ospedale ad Andria"!! Se incautamente lo faceste, FIRMERESTE per la condanna a morte dei vostri ospedali cittadini. Qualora il cavillo invocato dagli andriesi per la loro pretesa fosse "avere un grande ospedale di II Livello in Provincia di Barletta", voi sindaci dovreste rispondere loro: «Tale ospedale c'è già, ed è il Mons. Dimiccoli di Barletta; è ancora possibile ampliarlo (fino ad essere di II livello) visto che lo spazio non manca, e per di più il progetto originale del "Mons. Dimiccoli" prevedeva una struttura a tre padiglioni; ergo, qualora se ne aggiungessero altri due, come in origine previsto, non vi sarebbe più margine per un nuovo ospedale "in Andria"».

Peraltro, Andria NON È UN CAPOLUOGO DI PROVINCIA: come può pretendere un Ospedale di II Livello? Tuttavia - aggiungono questi cittadini della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia - qualsiasi ipotesi di edificazione di nuovi ospedali, persino se previsti a Barletta, ci vedrebbe nettamente contrari, se ciò comporterebbe inevitabilmente la chiusura dei piccoli ospedali delle altre città della Provincia di Barletta. Il diritto alla salute (Art. 32 Cost.) vale per tutti! Art. 32 Cost. c.1: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

I firmatari sono Domenico Vischi; Savino Dibenedetto; Cosimo Damiano Cervello; Bartolomeo Dibenedetto; Michele Seccia; Ruggiero Sguera; Antonio Bizzoca; Ruggiero Corvasce; Vitantonio Vinella; Ruggiero Lombardi; Giovanni Dileo; Antonio Riganti; Giuseppe Dicorato; Pietro Vitrani; Giuseppe Gissi; Michele Fiore; Ruggiero Comitangelo; Michele Sfregola; Francesco Buono; Francesco Lanotte; Paolo Centaro; Michele Diella; Pasquale Dargenio; Francesco Piazzolla; Salvatore Imbriola; Michele Rizzi.