Sindacato medici ospedalieri: rinnovati i vertici nazionali, il dottor Suriano della Asl Bt Vice Segretario organizzativo
A Roma il 32° Congresso nazionale, alla presenza tra gli altri del Ministro della Salute, Roberto Speranza
lunedì 11 ottobre 2021
10.21
Garantire un servizio efficiente e tempestivo a tutela della salute dei cittadini, anche alla luce di quanto accaduto con la pandemia da covid 19. I temi della sanità nazionale, le sue difficoltà e le strategie di miglioramento sono state al centro del 32° Congresso Nazionale Elettivo CIMO, tenutosi a Roma dal 7 al 9 ottobre. Il Cimo, lo storico sindacato dei medici ospedalieri, che rappresenta circa 17 mila "camici bianchi", oggi federato con altre importanti sigle, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici-Anmdo-Saues, ha visto la presenza di illustri ospiti tra questi il Ministro della Salute, Roberto Speranza. Riconfermato, all'unanimità Guido Quici alla guida del Sindacato medico nazionale. Direttore dell'Unità Complessa di Epidemiologia dell'Azienda Ospedaliera San Pio di Benevento e Componente del CdA ENPAM, il Presidente Quici, si è detto "pronto ad affrontare le nuove sfide poste dall'emergenza sanitaria che si aggiungono alle patologie croniche di una sanità da riformare".
Della delegazione della CIMO Puglia é stato eletto Vice Presidente Nazionale il segretario regionale, nonché Presidente dell'Ordine dei medici di Brindisi dott. Arturo Oliva, Vice Segretario organizzativo Nazionale il consigliere regionale e segretario aziendale della Asl Bt il dott. Luciano Suriano ed inoltre nella Direzione Nazionale i Consiglieri regionali dott. Piero Caroli della Asl Lecce e Pierpaolo Peluso della Asl Brindisi.
Con un commovente minuto di silenzio dedicato alle colleghe ed ai colleghi che hanno perso la vita a causa della pandemia, seguito da un lungo e fragoroso scroscio di applausi, si sono aperti i lavori del 32° Congresso Nazionale Elettivo CIMO.
Nella Relazione politica esposta in sede congressuale, alla presenza del Ministro Roberto Speranza, il Presidente Quici ha evidenziato alcuni degli obiettivi su cui chiede di lavorare insieme, in primis la "questione medica" perché è inammissibile che i medici siano esclusi dai processi organizzativi ad iniziare dalla valutazione del fabbisogno di personale, nonostante AGENAS stia ultimando i lavori in merito senza consultare i Sindacati medici.
I medici intendono essere parte attiva nei processi di riforma del #SSN ad iniziare dall'utilizzo appropriato dei fondi del #PNRR. Le risorse stanziate per la sanità, sia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sia nel Fondo sanitario nazionale, sono insufficienti per garantire un servizio efficiente e tempestivo a tutela della salute dei cittadini. "Spendiamo solo 1,8 miliardi in sanità digitale cioè solo 28 euro su 2.500 di spesa pro capite, e li spendiamo male visto che il 20% della spesa non ha contribuito a migliorare la salute per l'inappropriata allocazione delle risorse -ha tra l'altro evidenziato il Presidente Guido Quici-. Proprio in termini di competitività tecnologica rispetto alla sanità, il nostro Paese si trova inoltre spaccato tra nord e sud, e lo sarà ancora di più senza una visione strategica che porti non solo a investire, ma a farlo nel modo giusto. Dove infatti i servizi sono sufficientemente organizzati e dotati di tecnologie avanzate, come al nord, i finanziamenti straordinari potranno completare i processi di ammodernamento delle strutture sanitarie; viceversa dove la sanità è in affanno, come al sud, i benefici del Pnrr risulteranno marginali. L'esistenza di 20 sistemi sanitari differenti che spesso non dialogano tra loro rischia solo di aumentare le differenze tra i territori, con inevitabili conseguenze verso le singole comunità.
È indispensabile pertanto ripensare alla autonomia delle regioni e pensare con convinzione ad una contestuale riforma seria degli ospedali e di tutti i servizi sanitari territoriali, armonizzandoli e rendendoli competitivi. Una riforma che deve essere contestuale e integrata a un nuovo modello di governance".
Della delegazione della CIMO Puglia é stato eletto Vice Presidente Nazionale il segretario regionale, nonché Presidente dell'Ordine dei medici di Brindisi dott. Arturo Oliva, Vice Segretario organizzativo Nazionale il consigliere regionale e segretario aziendale della Asl Bt il dott. Luciano Suriano ed inoltre nella Direzione Nazionale i Consiglieri regionali dott. Piero Caroli della Asl Lecce e Pierpaolo Peluso della Asl Brindisi.
Con un commovente minuto di silenzio dedicato alle colleghe ed ai colleghi che hanno perso la vita a causa della pandemia, seguito da un lungo e fragoroso scroscio di applausi, si sono aperti i lavori del 32° Congresso Nazionale Elettivo CIMO.
Nella Relazione politica esposta in sede congressuale, alla presenza del Ministro Roberto Speranza, il Presidente Quici ha evidenziato alcuni degli obiettivi su cui chiede di lavorare insieme, in primis la "questione medica" perché è inammissibile che i medici siano esclusi dai processi organizzativi ad iniziare dalla valutazione del fabbisogno di personale, nonostante AGENAS stia ultimando i lavori in merito senza consultare i Sindacati medici.
I medici intendono essere parte attiva nei processi di riforma del #SSN ad iniziare dall'utilizzo appropriato dei fondi del #PNRR. Le risorse stanziate per la sanità, sia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sia nel Fondo sanitario nazionale, sono insufficienti per garantire un servizio efficiente e tempestivo a tutela della salute dei cittadini. "Spendiamo solo 1,8 miliardi in sanità digitale cioè solo 28 euro su 2.500 di spesa pro capite, e li spendiamo male visto che il 20% della spesa non ha contribuito a migliorare la salute per l'inappropriata allocazione delle risorse -ha tra l'altro evidenziato il Presidente Guido Quici-. Proprio in termini di competitività tecnologica rispetto alla sanità, il nostro Paese si trova inoltre spaccato tra nord e sud, e lo sarà ancora di più senza una visione strategica che porti non solo a investire, ma a farlo nel modo giusto. Dove infatti i servizi sono sufficientemente organizzati e dotati di tecnologie avanzate, come al nord, i finanziamenti straordinari potranno completare i processi di ammodernamento delle strutture sanitarie; viceversa dove la sanità è in affanno, come al sud, i benefici del Pnrr risulteranno marginali. L'esistenza di 20 sistemi sanitari differenti che spesso non dialogano tra loro rischia solo di aumentare le differenze tra i territori, con inevitabili conseguenze verso le singole comunità.
È indispensabile pertanto ripensare alla autonomia delle regioni e pensare con convinzione ad una contestuale riforma seria degli ospedali e di tutti i servizi sanitari territoriali, armonizzandoli e rendendoli competitivi. Una riforma che deve essere contestuale e integrata a un nuovo modello di governance".