Scomparsa Giuseppe Patella, il ricordo dei figli
Una lettera dedicata allo storico componente dell'ANMI
venerdì 21 luglio 2023
«La città di Barletta è stata attraversata nel corso degli anni da tanti eventi e da tanti uomini determinati, animati da sentimenti alti di attaccamento alle proprie origini. Barletta è la città di Francesco Conteduca, marinaio, medaglia d'oro al valore militare, in onore del quale nei decenni passati tanti marinai ed ex marinai, barlettani come lui, hanno dedicato molteplici iniziative, dando lustro alla città». Così, la famiglia Patella per la recente scomparsa di Giuseppe Patella, storico componente dell'A.N.M.I. di Barletta sin dalla sua fondazione.
«Un passato importante che diventa sempre più passato con la progressiva scomparsa di questi valorosi esempi di attaccamento alla storia italiana e barlettana. Figli di uno di loro, non possiamo non ricordare gli anni dell'infanzia vissuti nelle stanze di Palazzo Cuomo in piazza Caduti, una sede prestigiosa di una associazione che è stata il vanto della città per tanti anni e che oggi è tristemente evocabile solo attraverso le immagini in bianco e nero che suscitano in tanti cittadini che ne conservano la memoria sentimenti di profonda nostalgia per la bellezza del luogo e per la non replicabile autorevolezza che quel gruppo di uomini ha saputo dare alla città con il proprio operato.
Gli anni, dunque, sono passati, il monumentale palazzo Cuomo ha lasciato il posto ad un anonimo manufatto, quel gruppo di uomini perbene e di altri tempi non c'è più. Sabato 15 luglio uno degli ultimi di loro ha raggiunto gli altri nell'olimpo che hanno meritato. Era nostro padre e aveva, come i suoi compagni, un attaccamento viscerale alla storia dell'A.N.M.I. di Barletta sin dalla sua costituzione nel 1965, grazie all'impegno del compianto ammiraglio Ferdinando Casardi che ne volle la costituzione.
Molte sono le luci riflesse dalle immagini sbiadite, di un tempo, dalla umana mente, ma pur sempre vive nei cuori di quanti oggi ne hanno memoria a cui si contrappongono ombre moleste di chi oggi fa fatica a comprendere che l'appartenenza ad un sodalizio significa servire con nobiltà d'animo e non servirsene "nascondendosi" ipocritamente dietro "paraventi" burocratici e regolamentari.
Quando indossi la divisa ti rimane attaccata in maniera indelebile e testimonia per sempre i valori di amore per la Patria, un sentimento di amore che nostro padre ha sempre coltivato e trasmessoci, ma "violentato" dalla asserita ragione burocratica che ha negato i meritati onori nel momento del congedo da questa terra. Nell'eterna e umana battaglia tra ragione e sentimento il nostro caro papà ha fatto prevalere il sentimento fino alla fine della sua terrena esistenza. Buon vento papà».
«Un passato importante che diventa sempre più passato con la progressiva scomparsa di questi valorosi esempi di attaccamento alla storia italiana e barlettana. Figli di uno di loro, non possiamo non ricordare gli anni dell'infanzia vissuti nelle stanze di Palazzo Cuomo in piazza Caduti, una sede prestigiosa di una associazione che è stata il vanto della città per tanti anni e che oggi è tristemente evocabile solo attraverso le immagini in bianco e nero che suscitano in tanti cittadini che ne conservano la memoria sentimenti di profonda nostalgia per la bellezza del luogo e per la non replicabile autorevolezza che quel gruppo di uomini ha saputo dare alla città con il proprio operato.
Gli anni, dunque, sono passati, il monumentale palazzo Cuomo ha lasciato il posto ad un anonimo manufatto, quel gruppo di uomini perbene e di altri tempi non c'è più. Sabato 15 luglio uno degli ultimi di loro ha raggiunto gli altri nell'olimpo che hanno meritato. Era nostro padre e aveva, come i suoi compagni, un attaccamento viscerale alla storia dell'A.N.M.I. di Barletta sin dalla sua costituzione nel 1965, grazie all'impegno del compianto ammiraglio Ferdinando Casardi che ne volle la costituzione.
Molte sono le luci riflesse dalle immagini sbiadite, di un tempo, dalla umana mente, ma pur sempre vive nei cuori di quanti oggi ne hanno memoria a cui si contrappongono ombre moleste di chi oggi fa fatica a comprendere che l'appartenenza ad un sodalizio significa servire con nobiltà d'animo e non servirsene "nascondendosi" ipocritamente dietro "paraventi" burocratici e regolamentari.
Quando indossi la divisa ti rimane attaccata in maniera indelebile e testimonia per sempre i valori di amore per la Patria, un sentimento di amore che nostro padre ha sempre coltivato e trasmessoci, ma "violentato" dalla asserita ragione burocratica che ha negato i meritati onori nel momento del congedo da questa terra. Nell'eterna e umana battaglia tra ragione e sentimento il nostro caro papà ha fatto prevalere il sentimento fino alla fine della sua terrena esistenza. Buon vento papà».