Sciopero generale, alta l’adesione nella Bat
Cgil e Uil: “Segno del fallimento del governo Renzi”
sabato 13 dicembre 2014
Non una mobilitazione come tutte le altre o un "semplice" sciopero generale ma la dimostrazione di un fallimento, quello del governo guidato da Matteo Renzi e della sua politica sul lavoro, sul futuro e sull'occupazione. Nonostante le difficoltà del momento e le numerose iniziative che si sono susseguite negli ultimi mesi e che hanno visto coinvolti i lavoratori di tutte le categorie, alta l'adesione allo sciopero nella Provincia di Barletta – Andria – Trani: partecipazione massiccia nelle aziende monitorate del settore dell'agricoltura e della trasformazione, chiuse le aziende Spagnoletti Zeuli, Ceci e Rossi. Adesione pari all'80% alla Barsa con lavoratori in presidio davanti all'azienda durante la notte, il 50 percento alla Buzzi Unicem e nel servizio del pulimento delle scuole, hanno incrociato le braccia il 35 percento dei lavoratori dell'Enel Distribuzione. Adesione oltre il 30 percento al Liceo scientifico "Cafiero" di Barletta ed all'Atisale di Margherita di Savoia. Sono solo alcuni dati dello sciopero nella Bat.
Notevoli anche i numeri di partecipazione alla manifestazione organizzata a Canosa di Puglia, oltre un migliaio tra lavoratori, pensionati, precari, giovani, cassintegrati e disoccupati in corteo, molti dei quali incontrati nei giorni scorsi nelle assemblee sui luoghi di lavoro e nelle CdL comunali. "Abbiamo incrociato – spiega Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – tanti sguardi in queste due settimane, quelli dei dipendenti pubblici e privati e degli studenti; abbiamo ascoltato le storie dei giovani precari e dei pensionati, raccolto le preoccupazioni ma anche le speranze di disoccupati ed inoccupati. Siamo contenti del fatto che, insieme alle categorie ed a tutti i compagni della confederazione, siamo riusciti a far capire quanto fosse importante aderire a questo sciopero ed essere presenti qui stamattina. Siamo felici che sulla paura nei confronti del padrone abbia prevalso la voglia di partecipare, anche a scapito della decurtazione in busta paga. Speriamo che i nostro messaggio, da questa piccola Provincia, da questo lembo di Puglia, arrivi forte e chiaro a questo governo sempre più nostro nemico: così davvero non va".
"Non va innanzitutto l'atteggiamento di questo governo – commenta Vincenzo Posa, segretario generale Uil Bat – perché prima di creare il benessere nel Paese e di esprimersi su scelte che producano ricchezza ed occasioni di lavoro e darsi da fare sugli investimenti in infrastrutture, in innovazione tecnologica e ricerca pensa al Jobs Act. Riteniamo che ci siano problematiche ben più gravi di cui occuparsi. C'è bisogno di risanare, per esempio, il debito di questo Paese e lo si può fare solo creando lavoro, questo ci aspettavamo da Renzi. Senza parlare poi della questione Mezzogiorno, ormai siamo fuori dall'agenda del governo. A confermare quest'idea ci sono i dati della disoccupazione della crescente povertà al sud".
"Qui oggi a Canosa di Puglia, così come in più di 50 piazze in Italia, – conclude Antonella Morga, segretaria Cgil Puglia – c'è la parte sana del Paese, la parte che vuole lottare che ha conquistato diritti e non vuole vederli messi in discussione da chi pensa che, come al solito, deve essere la povera gente a pagare. Noi diciamo basta, si invertano le politiche e si vada nella direzione di creare lavoro. Ma lavoro buono e non quello precario, schiavizzato e povero con il quale le persone non si riescono più nemmeno ad arrivare alla terza settimana del mese. C'è un tasso di povertà spaventoso anche in una regione come la Puglia dove sono state approvate leggi straordinarie a favore del welfare e del lavoro nonostante i continui tagli da parte del governo centrale. Noi con lo sciopero di oggi non ci fermiamo, dobbiamo continuare, lo dobbiamo fare per le lavoratrici ed i lavoratori, per i disoccupati e per i poveri, noi non ci fermiamo: questo è il grido di questa giornata".
Notevoli anche i numeri di partecipazione alla manifestazione organizzata a Canosa di Puglia, oltre un migliaio tra lavoratori, pensionati, precari, giovani, cassintegrati e disoccupati in corteo, molti dei quali incontrati nei giorni scorsi nelle assemblee sui luoghi di lavoro e nelle CdL comunali. "Abbiamo incrociato – spiega Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – tanti sguardi in queste due settimane, quelli dei dipendenti pubblici e privati e degli studenti; abbiamo ascoltato le storie dei giovani precari e dei pensionati, raccolto le preoccupazioni ma anche le speranze di disoccupati ed inoccupati. Siamo contenti del fatto che, insieme alle categorie ed a tutti i compagni della confederazione, siamo riusciti a far capire quanto fosse importante aderire a questo sciopero ed essere presenti qui stamattina. Siamo felici che sulla paura nei confronti del padrone abbia prevalso la voglia di partecipare, anche a scapito della decurtazione in busta paga. Speriamo che i nostro messaggio, da questa piccola Provincia, da questo lembo di Puglia, arrivi forte e chiaro a questo governo sempre più nostro nemico: così davvero non va".
"Non va innanzitutto l'atteggiamento di questo governo – commenta Vincenzo Posa, segretario generale Uil Bat – perché prima di creare il benessere nel Paese e di esprimersi su scelte che producano ricchezza ed occasioni di lavoro e darsi da fare sugli investimenti in infrastrutture, in innovazione tecnologica e ricerca pensa al Jobs Act. Riteniamo che ci siano problematiche ben più gravi di cui occuparsi. C'è bisogno di risanare, per esempio, il debito di questo Paese e lo si può fare solo creando lavoro, questo ci aspettavamo da Renzi. Senza parlare poi della questione Mezzogiorno, ormai siamo fuori dall'agenda del governo. A confermare quest'idea ci sono i dati della disoccupazione della crescente povertà al sud".
"Qui oggi a Canosa di Puglia, così come in più di 50 piazze in Italia, – conclude Antonella Morga, segretaria Cgil Puglia – c'è la parte sana del Paese, la parte che vuole lottare che ha conquistato diritti e non vuole vederli messi in discussione da chi pensa che, come al solito, deve essere la povera gente a pagare. Noi diciamo basta, si invertano le politiche e si vada nella direzione di creare lavoro. Ma lavoro buono e non quello precario, schiavizzato e povero con il quale le persone non si riescono più nemmeno ad arrivare alla terza settimana del mese. C'è un tasso di povertà spaventoso anche in una regione come la Puglia dove sono state approvate leggi straordinarie a favore del welfare e del lavoro nonostante i continui tagli da parte del governo centrale. Noi con lo sciopero di oggi non ci fermiamo, dobbiamo continuare, lo dobbiamo fare per le lavoratrici ed i lavoratori, per i disoccupati e per i poveri, noi non ci fermiamo: questo è il grido di questa giornata".