Sciopero e presidio alla Coop Estense, avviato licenziamento collettivo
«Intenzioni chiare della cooperativa che vuole affidarsi all'esterno»
giovedì 4 giugno 2015
Continua il braccio di ferro tra Coop Estense e sindacati, una partita lunga ed estenuante che tuttavia non riesce a generare un vincitore. Il tavolo del 21 maggio infatti si è concluso senza trovare una soluzione per la procedura di licenziamento collettivo avviata dalla cooperativa per 147 dipendenti di tutta la rete vendita di Puglia e Basilicata. Non rimane dunque che attendere il prossimo incontro del 4 giugno per affrontare la delicata vertenza al Ministero del Lavoro a Roma. In concomitanza con il decisivo vertice le segreterie le regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil «preso atto dell'indisponibilità della cooperativa ad accogliere le proposte dei sindacati e considerato il rischio occupazionale per i lavoratori posti in procedura di mobilità», si legge nella comunicazione inoltrata a Questura e Prefettura ed a tutte le sedi pugliesi di Coop Estense, hanno proclamato un'intera giornata di sciopero per oggi 4 giugno, con presidi di lavoratori davanti ad alcuni ipermercati tra cui quello di Barletta oltre a quello di Andria.
«Non è bastata la disponibilità delle organizzazioni sindacali ad intervenire in modo netto sul costo del lavoro», spiegano all'esito dell'incontro del 21 maggio scorso i rappresentanti delle segreterie nazionale dei tre sindacati. «Il tavolo ha fatto un passo in avanti importante escludendo i licenziamenti, ma ha svelato le intenzioni della cooperativa: azzerare l'integrativo degli addetti e poi affidare comunque parte dell'attività ad una cooperativa esterna. Un percorso che non si può condividere. Non si può chiedere ai lavoratori della Puglia e della Basilicata di rinunciare al salario, di lavorare domeniche e festivi, di essere part time flessibili e disponibili e poi trasferire il lavoro su terzi che evidentemente saranno sottopagati». Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltusc Uil ritengono che «un accordo sia possibile, ma sono necessari ulteriori passi avanti: escludendo le terziarizzazioni delle attività, anche sperimentali, durante la vigenza dell'accordo e recuperando parte delle maggiorazioni domenicali e in compensazione intervenire sulla parte variabile e su quella dei livelli più alti».
«Non è bastata la disponibilità delle organizzazioni sindacali ad intervenire in modo netto sul costo del lavoro», spiegano all'esito dell'incontro del 21 maggio scorso i rappresentanti delle segreterie nazionale dei tre sindacati. «Il tavolo ha fatto un passo in avanti importante escludendo i licenziamenti, ma ha svelato le intenzioni della cooperativa: azzerare l'integrativo degli addetti e poi affidare comunque parte dell'attività ad una cooperativa esterna. Un percorso che non si può condividere. Non si può chiedere ai lavoratori della Puglia e della Basilicata di rinunciare al salario, di lavorare domeniche e festivi, di essere part time flessibili e disponibili e poi trasferire il lavoro su terzi che evidentemente saranno sottopagati». Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltusc Uil ritengono che «un accordo sia possibile, ma sono necessari ulteriori passi avanti: escludendo le terziarizzazioni delle attività, anche sperimentali, durante la vigenza dell'accordo e recuperando parte delle maggiorazioni domenicali e in compensazione intervenire sulla parte variabile e su quella dei livelli più alti».