Scalfarotto: «La disfatta sulle donne segna la fine dell'esperienza politica di Emiliano»
Il candidato presidente per Italia Viva, Azione e +Europa, commenta l'esito dell'ultimo consiglio regionale
mercoledì 29 luglio 2020
18.07
L'ultima pagina è la più buia per Michele Emiliano. Manca nella notte il numero legale. La legge elettorale sulla parità di genere affonda definitivamente sotto i colpi del l'ostruzionismo delle destre reso possibile dalla quinquennale, colpevole inerzia della maggioranza. La palla passa ora al Governo nazionale, che dovrà porre un rimedio all'incapacità e all'inerzia del Consiglio regionale.
Una notte lunga, con tanto di colpo di scena. In tutta Italia le Regioni si sono organizzate e la doppia preferenza di genere è già legge. Purtroppo in Puglia questo non è avvenuto e si è provato a recuperare in zona Cesarini, nell'ultima riunione del Consiglio regionale prima del suo scioglimento. Ma la seduta inizia male. Prima i quasi duemila emendamenti presentati dal centrodestra, poi Emiliano e i suoi che vanno sotto sull'emendamento Lopalco" che rende di fatto incandidabile il medico. I consiglieri di centrosinistra della stessa maggioranza dunque bocciano l'operazione mediatico-demagogica degli ultimi giorni, orchestrata per utilizzare a fini elettorali la popolarità dell'infettivologo di fiducia del Presidente. Alla fine, manca il numero legale e cala il sipario.
Ivan Scalfarotto candidato presidente per Italia Viva, Azione e +Europa, commenta così la vicenda: "Come purtroppo sospettavo, anche stavolta la politica pugliese protegge sé stessa e sacrifica le donne. È così da anni, un sistema chiuso e autoreferenziale perpetua se stesso: la mia candidatura nasce anche per ribaltare questa visione conservatrice e maschilista del potere".
Continua Scalfarotto: "Parliamoci chiaro: questo è l'ennesimo fallimento politico di Emiliano. Aveva promesso di farcela e non ce l'ha fatta perché non ha voluto farcela. Un presidente che ha gestito con pugno di ferro la sua maggioranza, ha permesso che questa legge non passasse perché il gruppo di consiglieri che lo appoggia in consiglio è la base del suo sistema di potere. Pensare che questa norma fosse approvata nell'ultima seduta del Consiglio regionale, dopo 5 anni di promesse e rinvii, era un'offesa all'intelligenza dei pugliesi. L'episodio di stanotte è la dimostrazione della fine di un'esperienza politica: da oggi è chiara a tutti l'insostenibilità di questa situazione e inizia una nuova partita. La Puglia ha bisogno di serietà e competenza, non del populismo di Emiliano. Per questo voglio chiamare a raccolta la Puglia seria, quella per bene, quella che lavora per contribuire alla costruzione della Puglia del lavoro, dell'ambiente e diritti. Il populismo di Michele Emiliano e il sovranismo di Raffaele Fitto si possono battere, si devono battere. Il voto per loro non è certo una scelta obbligata. La Puglia merita di più, ne sono convinto oggi più che mai".
Una notte lunga, con tanto di colpo di scena. In tutta Italia le Regioni si sono organizzate e la doppia preferenza di genere è già legge. Purtroppo in Puglia questo non è avvenuto e si è provato a recuperare in zona Cesarini, nell'ultima riunione del Consiglio regionale prima del suo scioglimento. Ma la seduta inizia male. Prima i quasi duemila emendamenti presentati dal centrodestra, poi Emiliano e i suoi che vanno sotto sull'emendamento Lopalco" che rende di fatto incandidabile il medico. I consiglieri di centrosinistra della stessa maggioranza dunque bocciano l'operazione mediatico-demagogica degli ultimi giorni, orchestrata per utilizzare a fini elettorali la popolarità dell'infettivologo di fiducia del Presidente. Alla fine, manca il numero legale e cala il sipario.
Ivan Scalfarotto candidato presidente per Italia Viva, Azione e +Europa, commenta così la vicenda: "Come purtroppo sospettavo, anche stavolta la politica pugliese protegge sé stessa e sacrifica le donne. È così da anni, un sistema chiuso e autoreferenziale perpetua se stesso: la mia candidatura nasce anche per ribaltare questa visione conservatrice e maschilista del potere".
Continua Scalfarotto: "Parliamoci chiaro: questo è l'ennesimo fallimento politico di Emiliano. Aveva promesso di farcela e non ce l'ha fatta perché non ha voluto farcela. Un presidente che ha gestito con pugno di ferro la sua maggioranza, ha permesso che questa legge non passasse perché il gruppo di consiglieri che lo appoggia in consiglio è la base del suo sistema di potere. Pensare che questa norma fosse approvata nell'ultima seduta del Consiglio regionale, dopo 5 anni di promesse e rinvii, era un'offesa all'intelligenza dei pugliesi. L'episodio di stanotte è la dimostrazione della fine di un'esperienza politica: da oggi è chiara a tutti l'insostenibilità di questa situazione e inizia una nuova partita. La Puglia ha bisogno di serietà e competenza, non del populismo di Emiliano. Per questo voglio chiamare a raccolta la Puglia seria, quella per bene, quella che lavora per contribuire alla costruzione della Puglia del lavoro, dell'ambiente e diritti. Il populismo di Michele Emiliano e il sovranismo di Raffaele Fitto si possono battere, si devono battere. Il voto per loro non è certo una scelta obbligata. La Puglia merita di più, ne sono convinto oggi più che mai".