Salute ed ecologia non significano sicurezza stradale
Pedoni e ciclisti più esposti al rischio di incidenti stradali. A dichiararlo uno studio accurato de “Lo sportello dei Diritti”
lunedì 9 settembre 2013
Il barlettano non motorizzato deve fare i conti con piste ciclabili scriteriate e strisce pedonali scolorite; a rendere ancora più incerta la sua sopravvivenza sulla strada è uno studio statistico che ha appurato un pericolo otto volte maggiore per pedoni e ciclisti rispetto a chi si sposta con mezzo a motore.
Secondo i dati, negli ultimi decenni la circolazione in Italia e negli Stati dell'UE è diventata più sicura: una parabola ascendente in termini di sicurezza che però non riguarda tutti gli utenti della strada. Perché nel nostro paese, come in Europa e nel resto del globo la maggior parte delle vittime della strada sono pedoni e ciclisti, con una percentuale superiore al 27% nel Vecchio Continente. Dalle statistiche é emerso che pedoni e ciclisti costituiscono un terzo delle vittime di incidenti con conseguenze mortali. Il rischio più sottovalutato secondo lo studio sarebbe quello degli incidenti ciclistici senza il coinvolgimento di terzi, per lo più cadute. Incroci e piste ciclabili costituiscono i maggiori pericoli per i velocipedisti. L'errore più frequente di questi è l'uso improprio delle strade, come la circolazione contromano nelle vie a senso unico o sulle piste ciclabili. La gravità degli incidenti è maggiore soprattutto al di fuori dei centri abitati. Peraltro, le lesioni al capo di un ciclista in seguito a una collisione con un'auto sono dovute molto più spesso all'impatto col suolo che all'urto con il veicolo.
Tra stato di ebbrezza, uso del telefono, spavalderia e mancato rispetto delle precedenze, i conducenti di automobili sono i maggiori responsabili di un incidente stradale. Dal 1990 al 2010, il numero di pedoni e ciclisti che hanno perso la vita in un incidente stradale è aumentato a livello mondiale di oltre il 60% (WHO Global Burden of Disease Project). Rispetto ai chilometri percorsi, il rischio di perdere la vita in un incidente stradale è, per un ciclista, otto volte superiore rispetto a quello di un automobilista e nove volte per un pedone. "Il mio piede sinistro" sarebbe la giusta metonimia per riassumere questo studio; insomma rispetto per l'ambiente e attività fisica non sempre pagano ma si deve osservare anche che, molto spesso, pedoni e ciclisti si sentono talmente deregolamentati dalle leggi della viabilità che la loro infrazione quasi non sembra una colpa (attraversamento fuori dalle strisce, passaggio col rosso semaforico, guida contromano). Il rispetto delle norme stradali non ha differenze di mezzi ma il perseguimento di un unico fine, quello della vita.
Secondo i dati, negli ultimi decenni la circolazione in Italia e negli Stati dell'UE è diventata più sicura: una parabola ascendente in termini di sicurezza che però non riguarda tutti gli utenti della strada. Perché nel nostro paese, come in Europa e nel resto del globo la maggior parte delle vittime della strada sono pedoni e ciclisti, con una percentuale superiore al 27% nel Vecchio Continente. Dalle statistiche é emerso che pedoni e ciclisti costituiscono un terzo delle vittime di incidenti con conseguenze mortali. Il rischio più sottovalutato secondo lo studio sarebbe quello degli incidenti ciclistici senza il coinvolgimento di terzi, per lo più cadute. Incroci e piste ciclabili costituiscono i maggiori pericoli per i velocipedisti. L'errore più frequente di questi è l'uso improprio delle strade, come la circolazione contromano nelle vie a senso unico o sulle piste ciclabili. La gravità degli incidenti è maggiore soprattutto al di fuori dei centri abitati. Peraltro, le lesioni al capo di un ciclista in seguito a una collisione con un'auto sono dovute molto più spesso all'impatto col suolo che all'urto con il veicolo.
Tra stato di ebbrezza, uso del telefono, spavalderia e mancato rispetto delle precedenze, i conducenti di automobili sono i maggiori responsabili di un incidente stradale. Dal 1990 al 2010, il numero di pedoni e ciclisti che hanno perso la vita in un incidente stradale è aumentato a livello mondiale di oltre il 60% (WHO Global Burden of Disease Project). Rispetto ai chilometri percorsi, il rischio di perdere la vita in un incidente stradale è, per un ciclista, otto volte superiore rispetto a quello di un automobilista e nove volte per un pedone. "Il mio piede sinistro" sarebbe la giusta metonimia per riassumere questo studio; insomma rispetto per l'ambiente e attività fisica non sempre pagano ma si deve osservare anche che, molto spesso, pedoni e ciclisti si sentono talmente deregolamentati dalle leggi della viabilità che la loro infrazione quasi non sembra una colpa (attraversamento fuori dalle strisce, passaggio col rosso semaforico, guida contromano). Il rispetto delle norme stradali non ha differenze di mezzi ma il perseguimento di un unico fine, quello della vita.