Rojava, dibattito e proiezione sulla "rivoluzione da difendere"
Un evento organizzato da Collettivo Exit e Collettivo Cortocircuito
mercoledì 15 giugno 2016
Tra le spinte sempre più oltranziste del sultano Erdogan, in un paese che sta vivendo da mesi una sorta di strategia della tensione alla turca, tra le rovine della caotica situazione siriana, e con le forze dell'isis che continuano a dar prova di brutalità, in Rojava si continua a resistere e a costruire un medio-oriente diverso da quello che siamo abituati a conoscere. Non è la prima volta che in questa città riusciamo a portare le voci e le storie dei protagonisti di un'esperienza politica e di resistenza unica nel suo genere in questo momento storico; solo qualche mese fa abbiamo portato la testimonianza diretta, anche nelle scuole, del mediattivista Garip Siyabend sulla repressione turca che si è scatenata nel sud-est a maggioranza curdo del paese, e poco più di un anno fa ci siamo recati personalmente con una carovana che ha coinvolto decine di attivisti da tutta italia sul confine turco-siriano per osservare da vicino quei fermenti libertari che rischiavano, e rischiano ancora, di essere soffocati dall'oscurantismo dell'una o dell'altra parte.
Il Rojava è una regione nel nord e nord-est della Siria che in questi anni sta sperimentando nuove forme di organizzazione politica, quel municipalismo democratico indicato da Ocalan, il leader ora in carcere del partito dei lavoratori curdi (PKK), basato sull'autogestione e l'autogoverno dal basso delle comunità, una via partecipata ed egualitaria dove tutti gli abitanti partecipano alla vita politica e organizzativa per costruire, come è scritto nella Carta del Rojava, il documento che le varie comunità si sono date, "una società libera dall'autoritarismo, dal militarismo, dal centralismo e dall'intervento delle autorità religiose nella vita pubblica". Un esperimento inedito, che immediatamente si è ritrovato a dover difendere sé stesso nella intricata situazione politica e bellica della regione. Sullo sfondo della guerra civile siriana, le comunità multietniche del Rojava e del Kurdistan hanno dovuto affrontare da sole l'offensiva delle forze dell'isis, autorganizzandosi nelle milizie di difesa popolare delle YPG e YPJ; le immagini delle miliziane curde che combattono per la liberazione delle comunità e delle città della zona dal giogo di Daesh, mentre le potenze occidentali stavano a guardare, hanno fatto il giro del mondo e ispirato solidarietà ai quattro angoli del globo. La forza di questo movimento deve aver spaventato non poco il presidente turco Erdogan, che nel bel mezzo delle proprie manovre politiche e poliziesche atte ad accentrare sempre di più il potere nelle sue mani, ha visto crescere non solo la forza e la vitalità dei nemici di sempre, quei curdi che per decenni sono stati estromessi e discriminati e di cui da sempre si cerca di sabotarne la libertà, ma ha visto entrare nel parlamento turco una forza di sinistra filo-curda, l'HDP, che in qualche modo riprende i temi e le istanze delle comunità del Rojava. Troppo per il sultano, che immediatamente ha riaperto le ostilità contro i curdi bombardando le postazioni del PKK sui monti al confine del paese, anziché le basi dell'Isis, accusando le YPG/YPJ di terrorismo, imponendo il coprifuoco e sferrando attacchi militari contro le città a maggioranza curda nel sud est del paese.
La cronaca della resistenza all'assedio di una di queste città, Cizre, e il massacro perpetuato delle forze militari turche è il tema del documentario di Luigi D'Alife che proietteremo mercoledì al Cappero in compagnia dell'autore e dell'attivista curda Ezel Alcu, protagonista del libro di Zerocalcare "Kobane calling" e rappresentante di UikiOnlus che ci parlerà del ruolo delle donne nella resistenza contro l'Isis e del progetto politico di Confederalismo democratico in Rojava. Avremo l'occasione di parlare con due testimoni diretti della rivoluzione del Rojava e della resistenza all'Isis e alla quotidiana repressione turca. L'appuntamento è per Mercoledì 15 Giugno alle ore 19.30 al Cappero-Different Food & Drink, Piazzetta della Sfida 17, a Barletta. Seguirà il dj set di Mr. Bogo Selecter (ska, rocksteady, reggae).
Il Rojava è una regione nel nord e nord-est della Siria che in questi anni sta sperimentando nuove forme di organizzazione politica, quel municipalismo democratico indicato da Ocalan, il leader ora in carcere del partito dei lavoratori curdi (PKK), basato sull'autogestione e l'autogoverno dal basso delle comunità, una via partecipata ed egualitaria dove tutti gli abitanti partecipano alla vita politica e organizzativa per costruire, come è scritto nella Carta del Rojava, il documento che le varie comunità si sono date, "una società libera dall'autoritarismo, dal militarismo, dal centralismo e dall'intervento delle autorità religiose nella vita pubblica". Un esperimento inedito, che immediatamente si è ritrovato a dover difendere sé stesso nella intricata situazione politica e bellica della regione. Sullo sfondo della guerra civile siriana, le comunità multietniche del Rojava e del Kurdistan hanno dovuto affrontare da sole l'offensiva delle forze dell'isis, autorganizzandosi nelle milizie di difesa popolare delle YPG e YPJ; le immagini delle miliziane curde che combattono per la liberazione delle comunità e delle città della zona dal giogo di Daesh, mentre le potenze occidentali stavano a guardare, hanno fatto il giro del mondo e ispirato solidarietà ai quattro angoli del globo. La forza di questo movimento deve aver spaventato non poco il presidente turco Erdogan, che nel bel mezzo delle proprie manovre politiche e poliziesche atte ad accentrare sempre di più il potere nelle sue mani, ha visto crescere non solo la forza e la vitalità dei nemici di sempre, quei curdi che per decenni sono stati estromessi e discriminati e di cui da sempre si cerca di sabotarne la libertà, ma ha visto entrare nel parlamento turco una forza di sinistra filo-curda, l'HDP, che in qualche modo riprende i temi e le istanze delle comunità del Rojava. Troppo per il sultano, che immediatamente ha riaperto le ostilità contro i curdi bombardando le postazioni del PKK sui monti al confine del paese, anziché le basi dell'Isis, accusando le YPG/YPJ di terrorismo, imponendo il coprifuoco e sferrando attacchi militari contro le città a maggioranza curda nel sud est del paese.
La cronaca della resistenza all'assedio di una di queste città, Cizre, e il massacro perpetuato delle forze militari turche è il tema del documentario di Luigi D'Alife che proietteremo mercoledì al Cappero in compagnia dell'autore e dell'attivista curda Ezel Alcu, protagonista del libro di Zerocalcare "Kobane calling" e rappresentante di UikiOnlus che ci parlerà del ruolo delle donne nella resistenza contro l'Isis e del progetto politico di Confederalismo democratico in Rojava. Avremo l'occasione di parlare con due testimoni diretti della rivoluzione del Rojava e della resistenza all'Isis e alla quotidiana repressione turca. L'appuntamento è per Mercoledì 15 Giugno alle ore 19.30 al Cappero-Different Food & Drink, Piazzetta della Sfida 17, a Barletta. Seguirà il dj set di Mr. Bogo Selecter (ska, rocksteady, reggae).