Rock Against festival, dove vai se il rock non ce l’hai?
La sesta serata non ammette distrazioni. Rock alternativo, ma non solo
domenica 23 gennaio 2011
Il 14 gennaio, presso il rock-pub «Bucanieri» si è svolta la sesta serata di questo festival-contest che sta facendo emergere realtà musicali che altrimenti resterebbero sotterranee.
A sfidare i favori del pubblico e della giuria iniziano i Nux Vomica di Canosa di Puglia, che aprono le danze con un lisergico mantra sonoro fatto di chitarre acide, sintonizzate su Marte. Ma è solo l'introduzione della loro esibizione, infatti subito attaccano con un grunge decoroso e rispettoso, alternato a siparietti «comici» del cantante del gruppo che, forse posseduto dallo spirito di Mario Merola, alterna i brani a esternazioni in dialetto napoletano. L'autoironia del gruppo raggiunge livelli masochistici, che gli si rivoltano contro. Ma l'impatto sonoro resta, e degno di nota è un altro brano dal titolo « I hate the Sunday morning» (odio la domenica mattina), che coglie appieno la filosofia grunge, anche se indossare la maglietta dei Nirvana non sempre può aiutare.
Subito dopo, arriva il rock alternativo dei baresi La Pest3, che dominano il palco e le menti degli ascoltatori, con riff chitarristici a 100km all'ora e rullate di batteria precise, cronometriche e potenti, tanto da far sembrare il palco troppo piccolo per contenere tanta energia. La Pest3 suonano un rock-alternative mai scontato, riassumibile in «Lazzaro», brano che potrebbe essere il loro cavallo di battaglia. Cantano in italiano, e riuscire a coniugare l'alternative rock con la lingua italiana non è facile, e infatti mettono d'accordo giuria e pubblico, che li premia.
A sfidare i favori del pubblico e della giuria iniziano i Nux Vomica di Canosa di Puglia, che aprono le danze con un lisergico mantra sonoro fatto di chitarre acide, sintonizzate su Marte. Ma è solo l'introduzione della loro esibizione, infatti subito attaccano con un grunge decoroso e rispettoso, alternato a siparietti «comici» del cantante del gruppo che, forse posseduto dallo spirito di Mario Merola, alterna i brani a esternazioni in dialetto napoletano. L'autoironia del gruppo raggiunge livelli masochistici, che gli si rivoltano contro. Ma l'impatto sonoro resta, e degno di nota è un altro brano dal titolo « I hate the Sunday morning» (odio la domenica mattina), che coglie appieno la filosofia grunge, anche se indossare la maglietta dei Nirvana non sempre può aiutare.
Subito dopo, arriva il rock alternativo dei baresi La Pest3, che dominano il palco e le menti degli ascoltatori, con riff chitarristici a 100km all'ora e rullate di batteria precise, cronometriche e potenti, tanto da far sembrare il palco troppo piccolo per contenere tanta energia. La Pest3 suonano un rock-alternative mai scontato, riassumibile in «Lazzaro», brano che potrebbe essere il loro cavallo di battaglia. Cantano in italiano, e riuscire a coniugare l'alternative rock con la lingua italiana non è facile, e infatti mettono d'accordo giuria e pubblico, che li premia.