“Rivolta dei forconi”: anche Barletta risente dei blocchi

In città è caccia al distributore, intervengono le Forze dell’Ordine. La protesta partita dalla Sicilia arriva in Puglia e non accenna a fermarsi

martedì 24 gennaio 2012 13.41
A cura di Enrico Gorgoglione
Come uno tsunami che colpisce tutto non continua a fermarsi il fiume di disperazione e di protesta che sta paralizzando il sud Italia. È stata rinominata "rivolta dei forconi" ma in realtà i "forconisti" sono persone comuni, lavoratori, agricoltori, commercianti, colpiti in maniera dura dalle tassazioni ulteriori della "mannaia" imposta dalla "manovra Monti". La rivolta del popolo, della disperazione, della gente comune che ormai non riesce più ad arrivare a fine mese è partita pochi giorni fa dalla Sicilia e sta gradualmente coinvolgendo gran parte dell'Italia.

Dalla Trinacria è partito lo "scacco matto" dei Tir che sta bloccando tutto lo stivale, per manifestare e protestare contro una situazione diventata ormai inaccettabile. Sono delle ultime ore le notizie di blocchi e disagi non solo alla circolazione ma anche agli approvvigionamenti di benzina e di beni primari. La "rivolta" ha colpito anche la Fiat, i cui stabilimenti di Melfi, Cassino, Pomigliano, Mirafiori e Sevel sono rimasti chiusi.

Anche Barletta sta vivendo queste drammatiche ore con tensione. In città è aperta da circa 30 ore la caccia disperata alla benzina, ormai bene più raro del salmone di Norvegia. E intanto a "risalire la corrente" è la protesta, che in queste ore continua a coinvolgere non solo la Puglia, ma anche la Campania. Persino Napoli, così come la città della Disfida e diverse altre città del sud Italia, sono ormai a secco carburante, e in queste ore i distributori sono stati presi d'assalto a causa della corsa al rabbocco. Una situazione che non accenna a stabilizzarsi, che ha reso necessario persino l'impiego delle Forze dell'Ordine, chiamate con urgenza a gestire situazioni imbarazzanti sia in città (paralizzata tutte le vie d'accesso ai distributori di benzina), sia nei tratti che collegano la città ai centri limitrofi.

A causa delle manifestazioni degli autotrasportatori, ogni casello della A14 Bologna-Bari-Taranto, sia in entrata che in uscita, è totalmente bloccato per i veicoli merci. Rallentamenti e incidenti sono all'ordine del giorno. Diversi sono gli autocarri e i tir che in queste ore stanno letteralmente immobilizzando gli ingressi alla città, veicoli appartenenti all'ADDAP (Associazione per la Difesa dei Diritti degli Autotrasportatori Pugliesi) che, aderendo alla protesta partita dai "colleghi" siciliani, intendono far sentire la propria voce in merito alle ultime misure scaccia-crisi decise dal governo tecnico di Monti, nonché sullo scandaloso caro dei carburanti che sta letteralmente riducendo sull'orlo del lastrico non solo il settore trasporti, ma anche la società tutta.

La protesta prosegue da circa 24 ore: diversi autotrasportatori presidiano, tra gli altri, anche lo svincolo della strada provinciale Trani-Andria che immette sulla ss 16 bis, all'altezza dell'uscita Trani Nord. Gli effetti devastanti di questa protesta sono ben visibili nelle città già da diversi giorni, e Barletta non è da meno. Infatti, oltre ai disagi dovuti alla spietata caccia alla benzina e ai conseguenti ingorghi alla circolazione, sono diverse le merci, soprattutto in ambito ortofrutticolo, che sono ormai scomparse dai mercati cittadini. Conseguenza ulteriore è l'aumento sconsiderato dei prezzi che sta colpendo direttamente i consumatori barlettani.

"Voci di corridoio" parlano di una protesta che continuerà incessantemente fino al prossimo 27 gennaio o addirittura fino al 30, con disagi che in prospettiva potrebbero diventare mostruosi costringendo le autorità a correggere il tiro in merito a determinate prese di posizione. Gli ultimi aggiornamenti parlano di alcuni trasportatori di benzina che, scortati da diverse "volanti" delle Forze dell'Ordine, stanno riuscendo con enorme fatica a raggiungere un distributore su via Trani. La protesta si allarga a macchia d'olio, ed è necessario quanto prima rimediare a questa incresciosa situazione che sta mettendo in ginocchio l'Italia intera.