Ristoratori in crisi, le proposte di AssoFir per salvare la categoria
Lucia D'errico: «Tutto il settore è stato dimenticato dal Governo»
giovedì 21 maggio 2020
17.20
Una categoria in crisi, che anche agli inizi di questa Fase 2 continua a soffrire a causa delle incerte disposizioni a livello nazionale e regionale. Si tratta del mondo dei ristoratori. Il sindacato AssoFir (Federazione Italiana Ristorazione) ha chiesto al Presidente del consiglio Giuseppe Conte, al ministero dell'economia e finanze e al ministero della salute di istituire un dialogo urgente per l'attuazione di un progetto pilota che sia uguale in tutte le regioni da nord a sud riguardanti le norme in generale ma soprattutto sanitarie.
Il coordinatore F.I.R. Puglia Stefano Sarcinelli fa sapere che, una volta avuto comunicazione dalla direzione generale del sindacato del buon esito da parte dei destinatari di voler finalmente istituire un tavolo tecnico sul tema si dice pronto ad intervenire presso la Regione Puglia per dar voce ai tanti ristoratori che al momento rimangono inascoltati e soli nel dover affrontare disposizioni non del tutto chiare.
Per comprendere quali sono nel dettaglio le problematiche affrontate in questo periodo dai ristoratori e capire anche le loro richieste abbiamo posto alcune domande a Lucia D'errico, portavoce istituzionale della Federazione Italiana Ristorazione.
Il vostro sindacato chiede al governo disposizioni omogenee in tutte le regioni d'Italia: le disparità tra regioni potrebbe causare danni alla categoria?
«Purtroppo sì, le regole devono essere uguali per tutti. Fino ad oggi il Governo ha deciso autonomamente senza esaminare proposte serie che potevano essere fatte anche da parte delle Regioni e dei suoi Governanti. Non ha interpellato professionisti del settore che, se fossero stati inseriti nella Task Force che riguardava la categoria, probabilmente avremmo avuto regole chiare e soprattutto una chiarezza nelle disposizioni. Purtroppo il Governo ha creato una politica del terrore, creando un malcontento generale nel settore. Attraverso la politica attuata sta facendo morire molte attività e adesso che la patata è bollente ha delegato le regioni per applicazioni di protocolli e regolamenti che portano una disparità molto pericolosa. Un Governo che possa definirsi Governo deve essere obbiettivo, per me come ha cominciato doveva portare a termine tutta la situazione in maniera autonoma assumendosi pienamente le responsabilità non lavandosene le mani come ha fatto».
A livello di coordinamento regionale vorreste portare le istanze dei ristoratori pugliesi in Regione: quali richieste avanzate? Cosa vorreste chiedere al governatore Emiliano?
«Al Governatore Emiliano, persona che nutre la nostra stima per la carica che svolge, vogliamo chiedere di istituire un tavolo tecnico dove porteremo un sunto delle proposte che, in realtà, concordano pienamente con il programma della F.I.R.. La tutela del settore, soprattutto in quelle regioni dove il turismo è la sopravvivenza della regione stessa, chiediamo di poter creare un tavolo rotondo con l'assessore che si occupa del turismo per effettuare un vero e proprio rilancio delle attività che in questo momento sono in sofferenza».
Ovunque sembra regnare grande confusione: qual è lo stato d'animo dei ristoratori in questo momento?
«E' uno stato d'animo di delusione, di confusione e di amarezza. Tutto il settore è stato dimenticato dal Governo che ha abbandonato milioni di attività al proprio destino senza un minimo di aiuto reale concreto. Abbiamo sentito parlare di potenza di fuoco dove gli unici a rimanere ustionati sono stati coloro che hanno creduto a quelle parole. Montagne di miliardi di euro che sarebbero scesi a pioggia nelle tasche degli italiani, chiedo a coloro che hanno creduto a queste parole di indicarmi se sono ingrassati o dimagriti in questo periodo dato che molte persone si stanno trovando alla fame».
Tra dispositivi costosi come le barriere di plexiglas e la sanificazione dei luoghi, nonché la necessità di distanziare i tavoli, a Barletta molte attività di ristorazione potrebbero non riuscire ad adeguarsi, con conseguenti rischi per i posti di lavoro. Quale potrebbe essere il consiglio per quanti si trovano in questa situazione?
«Attraverso il nostro Coordinatore, Stefano Sarcinelli, stiamo andando a studiare, assieme ai ristoratori, delle proposte da presentare al Governo e in Regione per la sopravvivenza di quelle attività che necessitano di aiuti maggiori. Purtroppo non tutti dispongono di locali da 600 mq dove lo spazio anche se minore troverebbe disponibilità ad offrire un reale servizio. Ci sono locali, soprattutto nei centri storici che hanno metrature ridottissime, sale piccole e cucine che hanno una disposizione particolare. Purtroppo quanto ivi scritto è comprensibile da un ristoratore, da una persona del settore e non da chi fino a ieri si occupa della ristorazione solo attraverso la scelta di un locale perché si mangia meglio a seconda del proprio palato. Sono una donna italiana che ha delle origini che provengono da una terra meravigliosa. La Puglia e ne sono orgogliosa».
Il coordinatore F.I.R. Puglia Stefano Sarcinelli fa sapere che, una volta avuto comunicazione dalla direzione generale del sindacato del buon esito da parte dei destinatari di voler finalmente istituire un tavolo tecnico sul tema si dice pronto ad intervenire presso la Regione Puglia per dar voce ai tanti ristoratori che al momento rimangono inascoltati e soli nel dover affrontare disposizioni non del tutto chiare.
Per comprendere quali sono nel dettaglio le problematiche affrontate in questo periodo dai ristoratori e capire anche le loro richieste abbiamo posto alcune domande a Lucia D'errico, portavoce istituzionale della Federazione Italiana Ristorazione.
Il vostro sindacato chiede al governo disposizioni omogenee in tutte le regioni d'Italia: le disparità tra regioni potrebbe causare danni alla categoria?
«Purtroppo sì, le regole devono essere uguali per tutti. Fino ad oggi il Governo ha deciso autonomamente senza esaminare proposte serie che potevano essere fatte anche da parte delle Regioni e dei suoi Governanti. Non ha interpellato professionisti del settore che, se fossero stati inseriti nella Task Force che riguardava la categoria, probabilmente avremmo avuto regole chiare e soprattutto una chiarezza nelle disposizioni. Purtroppo il Governo ha creato una politica del terrore, creando un malcontento generale nel settore. Attraverso la politica attuata sta facendo morire molte attività e adesso che la patata è bollente ha delegato le regioni per applicazioni di protocolli e regolamenti che portano una disparità molto pericolosa. Un Governo che possa definirsi Governo deve essere obbiettivo, per me come ha cominciato doveva portare a termine tutta la situazione in maniera autonoma assumendosi pienamente le responsabilità non lavandosene le mani come ha fatto».
A livello di coordinamento regionale vorreste portare le istanze dei ristoratori pugliesi in Regione: quali richieste avanzate? Cosa vorreste chiedere al governatore Emiliano?
«Al Governatore Emiliano, persona che nutre la nostra stima per la carica che svolge, vogliamo chiedere di istituire un tavolo tecnico dove porteremo un sunto delle proposte che, in realtà, concordano pienamente con il programma della F.I.R.. La tutela del settore, soprattutto in quelle regioni dove il turismo è la sopravvivenza della regione stessa, chiediamo di poter creare un tavolo rotondo con l'assessore che si occupa del turismo per effettuare un vero e proprio rilancio delle attività che in questo momento sono in sofferenza».
Ovunque sembra regnare grande confusione: qual è lo stato d'animo dei ristoratori in questo momento?
«E' uno stato d'animo di delusione, di confusione e di amarezza. Tutto il settore è stato dimenticato dal Governo che ha abbandonato milioni di attività al proprio destino senza un minimo di aiuto reale concreto. Abbiamo sentito parlare di potenza di fuoco dove gli unici a rimanere ustionati sono stati coloro che hanno creduto a quelle parole. Montagne di miliardi di euro che sarebbero scesi a pioggia nelle tasche degli italiani, chiedo a coloro che hanno creduto a queste parole di indicarmi se sono ingrassati o dimagriti in questo periodo dato che molte persone si stanno trovando alla fame».
Tra dispositivi costosi come le barriere di plexiglas e la sanificazione dei luoghi, nonché la necessità di distanziare i tavoli, a Barletta molte attività di ristorazione potrebbero non riuscire ad adeguarsi, con conseguenti rischi per i posti di lavoro. Quale potrebbe essere il consiglio per quanti si trovano in questa situazione?
«Attraverso il nostro Coordinatore, Stefano Sarcinelli, stiamo andando a studiare, assieme ai ristoratori, delle proposte da presentare al Governo e in Regione per la sopravvivenza di quelle attività che necessitano di aiuti maggiori. Purtroppo non tutti dispongono di locali da 600 mq dove lo spazio anche se minore troverebbe disponibilità ad offrire un reale servizio. Ci sono locali, soprattutto nei centri storici che hanno metrature ridottissime, sale piccole e cucine che hanno una disposizione particolare. Purtroppo quanto ivi scritto è comprensibile da un ristoratore, da una persona del settore e non da chi fino a ieri si occupa della ristorazione solo attraverso la scelta di un locale perché si mangia meglio a seconda del proprio palato. Sono una donna italiana che ha delle origini che provengono da una terra meravigliosa. La Puglia e ne sono orgogliosa».