Riforma degli Iacp: non ci sarà un nuovo ente nella Bat
Botta e risposta tra il presidente Ventola e l'assessore regionale Barbanente
domenica 26 gennaio 2014
La riforma degli Iacp (Istituti Autonomi Case Popolari) è oggetto di discussione in consiglio regionale. In seguito ad una comunicazione del presidente della Bat Francesco Ventola, valutata nella riunione dell'Assemblea dei Sindaci dell'Area Vasta Vision 2020 che si è svolta giovedì a Barletta, si è parlato di una nuova sede nella provincia di Barletta-Andria-Trani, tuttora sprovvista di un proprio ente: la Bat ad oggi fa riferimento alla sede dello Iacp di Bari. «A proposito della istanza a prevedere nella riforma degli IACP un nuovo ente con competenza nel territorio della Bat - scrive la vicepresidente e assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente - occorre valutare che essa contrasta con i principi di efficacia, efficienza ed economicità delle istituende Agenzie alle quali si è ispirata la riforma proposta dalla Giunta Regionale». Nel giorni scorsi il disegno di legge sul riordino delle funzioni amministrative in materia di edilizia residenziale pubblica e sociale e riforma degli enti regionali operanti nel settore è stato approvato dalla Giunta regionale pugliese e assegnato alla quinta Commissione regionale permanente. Così il presidente Ventola ha interpellato l'assessore Barbanente chiedendo di tenere in considerazione il territorio della sesta provincia: «Non è giusto - ha riportato Ventola - che il nostro territorio sia escluso da questa riorganizzazione, specie in considerazione del suo notevole patrimonio di case pubbliche».
«Il patrimonio di edilizia residenziale pubblica del territorio afferente alla provincia BAT consta di 4.450 alloggi» controbatte la Barbanente in un comunicato stampa. «La gestione di tale patrimonio, secondo una stima analitica effettuata già al momento della stesura del ddl e aggiornata all'attualità, comporterebbe per il nuovo ente una spesa di € 3.537.200, al netto dei costi di "Start Up", a fronte di un incasso per canoni di affitto pari ad € 2.400.000. Dunque, il numero esiguo degli alloggi non rende sostenibile dal punto di vista economico l'eventuale nuova agenzia della BAT, non consentendo, neppure riducendo al minimo le spese, di rispettare il pareggio di bilancio imposto per legge agli enti pubblici non economici quali sono le istituende Agenzie. D'altra parte, lo IACP di Bari è 'vicino' alla provincia BAT: per evitare i disagi degli spostamenti, presta all'utenza un servizio settimanale presso l'Ufficio Relazioni con il Pubblico di Barletta e ha stipulato protocolli di intesa con Andria, Barletta e Trani per la riqualificazione del patrimonio e la costruzione di nuovi alloggi, la verifica dello stato di occupazione e il miglioramento della gestione del patrimonio. Insomma, se l'obiettivo è quello di tutelare gli interessi delle fasce più deboli, a questi si risponde migliorando i servizi piuttosto che istituendo nuovi enti».
«Per le stesse ragioni di contrasto con i principi di efficacia, efficienza ed economicità, e altre sulle quali qui non ci si sofferma, non convince la proposta di prevedere Consigli di Amministrazione composti di tre persone per ognuno dei cinque enti, piuttosto che amministratori unici. La proposta dell'accorpamento degli IACP in un unico ente, dal canto opposto, contrasta con il principio di efficacia: affidare la gestione di un patrimonio di circa 50.000 alloggi ad un unico ente allocato nel capoluogo regionale,e per di più in una regione lunga 450 chilometri, caratterizzata da una rete fittissima di centri in provincia di Lecce e grandi distanze fra centri in provincia di Foggia, rende difficile fornire risposte efficaci agli utenti, e in particolare a quelli dei territori più periferici. "E' doveroso - conclude Angela Barbanente - usare prudenza e saggezza quando sia ha a che fare con le fasce più deboli della popolazione».
«Il patrimonio di edilizia residenziale pubblica del territorio afferente alla provincia BAT consta di 4.450 alloggi» controbatte la Barbanente in un comunicato stampa. «La gestione di tale patrimonio, secondo una stima analitica effettuata già al momento della stesura del ddl e aggiornata all'attualità, comporterebbe per il nuovo ente una spesa di € 3.537.200, al netto dei costi di "Start Up", a fronte di un incasso per canoni di affitto pari ad € 2.400.000. Dunque, il numero esiguo degli alloggi non rende sostenibile dal punto di vista economico l'eventuale nuova agenzia della BAT, non consentendo, neppure riducendo al minimo le spese, di rispettare il pareggio di bilancio imposto per legge agli enti pubblici non economici quali sono le istituende Agenzie. D'altra parte, lo IACP di Bari è 'vicino' alla provincia BAT: per evitare i disagi degli spostamenti, presta all'utenza un servizio settimanale presso l'Ufficio Relazioni con il Pubblico di Barletta e ha stipulato protocolli di intesa con Andria, Barletta e Trani per la riqualificazione del patrimonio e la costruzione di nuovi alloggi, la verifica dello stato di occupazione e il miglioramento della gestione del patrimonio. Insomma, se l'obiettivo è quello di tutelare gli interessi delle fasce più deboli, a questi si risponde migliorando i servizi piuttosto che istituendo nuovi enti».
«Per le stesse ragioni di contrasto con i principi di efficacia, efficienza ed economicità, e altre sulle quali qui non ci si sofferma, non convince la proposta di prevedere Consigli di Amministrazione composti di tre persone per ognuno dei cinque enti, piuttosto che amministratori unici. La proposta dell'accorpamento degli IACP in un unico ente, dal canto opposto, contrasta con il principio di efficacia: affidare la gestione di un patrimonio di circa 50.000 alloggi ad un unico ente allocato nel capoluogo regionale,e per di più in una regione lunga 450 chilometri, caratterizzata da una rete fittissima di centri in provincia di Lecce e grandi distanze fra centri in provincia di Foggia, rende difficile fornire risposte efficaci agli utenti, e in particolare a quelli dei territori più periferici. "E' doveroso - conclude Angela Barbanente - usare prudenza e saggezza quando sia ha a che fare con le fasce più deboli della popolazione».