Ricordo del crollo di via Canosa, l’impegno dei ragazzi del comprensivo “Mennea”

Poesie e approfondimenti per non dimenticare una tragedia che ha sconvolto la città

lunedì 25 settembre 2023 11.38
Malaedilizia a Barletta per ricordare e testimoniare alle giovani generazioni: il "Gruppo di lavoro" che raggruppa e coordina su scala nazionale i Parenti e le Famiglie delle 58 vittime nel tragico crollo di Via Canosa 7 avvenuto mercoledì 16 settembre 1959 segnalano all'opinione pubblica – tramite il giornalista Nino Vinella quale suo portavoce - il generoso impegno didattico, educativo e formativo dell'Istituto Comprensivo "Pietro Mennea" con la Dirigente prof.ssa Gabriella Catacchio e l'intera Comunità scolastica a favore della sempre maggiore conoscenza storica e documentaristica di quella sciagura che continua a segnare la città. Con approfondimenti e confronto multidisciplinare in aula anche nel breve scorcio dall'inizio dell'anno scolastico, studenti e docenti hanno affrontato e dibattuto l'argomento consultando la pubblicazione "Quando il Giornalismo fa la Storia, Il crollo di Via Canosa a Barletta, Una tragedia italiana in prima pagina" (AdMaiora Edizioni Trani, 2019) loro distribuita per l'occasione, producendo testi redazionali e componimenti poetici a tema letti durante la commemorazione pubblica svoltasi sabato 16 settembre scorso per il 64° anniversario alla stele di Via dei Pini in presenza delle Autorità. Nutrita la rappresentanza dell'Istituto Comprensivo "Pietro Mennea", quale plesso di prossimità ai luoghi, con la Classe 3a D, accompagnata dai docenti Prof. Marco Colucci, collaboratore del Dirigente Scolastico, Prof. Gilberto De Tullio e la Prof.ssa Rossella Lanotte.



Ecco il frutto del loro impegno…



IN RICORDO DELLA TRAGEDIA DEL 16 SETTEMBRE 1959



Il 16 settembre 1959 a Barletta, in via Canosa, il crollo di una palazzina di 5 piani ha ucciso 58 dei suoi 71 abitanti, persone che si erano trasferite in città dalla campagna con la loro famiglia sognando un futuro migliore.



Grandi speranze venivano nutrite dall'importante sviluppo tessile e della pelle, in cui gente semplice vedeva la possibilità di una vita più agiata. La grande migrazione portò però a una carenza di alloggi, così gente senza scrupoli iniziò a costruire piccoli appartamenti con materiale economico e senza rispetto per le norme edilizie.



La palazzina era un grande alveare con 20 appartamenti disposti su 5 piani con grandi crepe larghe un centimetro lungo i muri, ma la gente non ci badava: i soldi erano pochi e non si aveva la possibilità di qualcosa di più lussuoso; in fondo, quello era il loro nido sicuro e l'importante era l'amore che si respirava nella propria casa.



Erano persone oneste, quelle che vivevano lì, che si alzavano presto la mattina per lavorare e guadagnare il "tozzo di pane" che li rendeva fieri di se stessi.



Tuttavia, quella mattina qualcosa andò storto: alle ore 6.40 un treno passò veloce lungo i binari del passaggio a livello e il fischio assordante della sua sirena fu seguito da un tremendo boato che risuonò per via Canosa, una densa colonna di fumo invase il rione della ferrovia e quando finalmente svanì si scoprì che il civico 7 era sparito e al suo posto c'erano cumuli enormi di macerie.



Era come se un gigante fosse passato di lì calpestando la nuova palazzina.



Cittadini di ogni tipo si prodigarono per aiutare i soccorritori che cercavano di estrarre da quelle montagne di polvere e detriti i poveri condomini che il crollo aveva sorpreso nel sonno. Guardie cittadine, monaci, cittadini e perfino il sindaco iniziarono a scavare con pale, zappe, oggetti di fortuna e qualcuno anche a mani nude, incurante delle ferite procuratesi, ma tutti spinti dalla speranza di poter salvare una vita umana. Purtroppo furono estratti 57 corpi e 13 feriti, uno dei quali morì successivamente per le gravi ferite riportate.

La notizia arrivò a tutte le testate giornalistiche e tutti si stringevano con un abbraccio virtuale intorno alle famiglie delle povere vittime, con la consapevolezza che chiunque sarebbe potuto essere al loro posto.



Durante le indagini, le supposizioni iniziali secondo cui il collasso sarebbe stato causato dalle vibrazioni del treno in transito furono subito respinte quando divenne chiaro che l'edificio era stato costruito con gravi difetti strutturali: il calcestruzzo mancava di ferro per l'armatura, mentre per le fondamenta si erano utilizzati i vecchi muri di un deposito per autobus edificato durante il periodo bellico.



Questa tragedia scosse fortemente l'opinione pubblica, che chiedeva a gran voce giustizia per il coraggio di quei padri che cercavano di garantire il benessere alle proprie famiglie, per l'amore delle mamme che avevano rimboccato per l'ultima volta le coperte le coperte dei propri figli e per i sogni di quei bambini che sono stati spezzati da gente speculatrice e avida di guadagno.



Sul luogo del disastro, negli anni successivi, è stato edificato un palazzo di edilizia privata dove ruspe e calcestruzzo sembrano aver cancellato con un colpo di spugna questa grande sciagura.



Ciononostante, i più superstiziosi raccontano di avvistamenti di fantasmi e di strani rumori, come se i vecchi condomini volessero smuovere le nostre coscienze facendoci ricordare quel che è accaduto e che mai più dovrà accadere.



Noemi Quaranta



IL 16 SETTEMBRE



Era un'alba come tante

silenzio e intorno tanta pace

all'improvviso in un istante

niente, ormai più tace

un boato infernale

uno scenario irreale

un edificio è crollato

da tanta gente abitato.

Terrore, paura, e tanto dolore

questo, la gente prova nel cuore

chi urla, chi chiama, chi aiuta

ma questa tragedia chi l'ha voluta?

Il ricordo rimane nel cuore di tutti

si spera che paghino i farabutti!!



Emanuele RIEFOLO



IN RICORDO DELLE 58 VITTIME



58 stelle ci guardano da lassù

perché ciò che accadde non dovrà succedere mai più.

La loro storia dobbiamo ricordare

e dal malaffare mai più farci sopraffare.

58 vite sono state spezzate

tutte oneste, lavoratrici e rispettate;

su una stele ora ricordiamo i loro nomi

affinché siano un monito per le future generazioni.



Noemi Quaranta



UN IMMANE SCIAGURA



Vi voglio raccontare

una sciagura immane.

Il 16 settembre 1959, un grande boato si udì

e la città di Barletta su tutti i giornali finì.



Una nube di polvere si innalzò

e la disperazione dominò.

Gente che urlava e correva

senza nessuna meta.



Inizialmente ciò a un terremoto

fu correlato.

Poi si capì che non si trattava di una calamità naturale

ma bensì di una artificiale.



Un palazzo di 5 piani era crollato

a causa di un lavoro straccurato.

La causa fu il materiale troppo scadente

e a pagarne fu quella povera gente.



58 le vittime di questa sciagura

di cui oggi il ricordo perdura.

La corona d' alloro per non dimenticare

ed evitare di sbagliare.



Alessia Karol Loffredo

























POESIA COMMEMORAZIONE 16 SETTEMBRE



58 sono i cuori spenti

di quel giorno fatale.

Per sempre sarà ricordato:

sedici settembre 1959.

Tutte quelle urla disperate delle persone

i cui sogni sono crollati assieme a quelle mura

come una fiamma che si consuma.



Giulia Musti e Melissa Rizzi



UN TRAGICO MERCOLEDÌ BARLETTANO



Era una calda mattinata di settembre,

non più considerata come quella di sempre.

Quel giorno Dio decise di cambiarla,

chiedendo aiuto alla sua amica Terra;

e gli obbedì,

trasformandolo in un tragico mercoledì.

Il suo bersaglio fu una casa,

in cui in ogni piano viveva una famiglia numerosa.

I loro occhi sorridevano nei loro visi,

ma il destino per sempre li ha chiusi.

Ma l'unica cosa che non riuscirà mai ad eliminare,

è l'amore che i Barlettani voglion per loro provare.



Sofia Vannella



UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA



La mattina del 16 settembre

58 anime si sono spente



in quell'ambiente,

creato dall'uomo non adeguatamente.



Pensavamo fosse l'ultimo, invece non lo é stato,

in una città così bella che lancia un grido disperato.



Costruire tutto in sicurezza, e far si che della mal edilizia

non si faccia notizia.



Sara Scommegna