Reparto psichiatria di Barletta a rischio trasferimento, scatta la protesta
Grazia Desario: «Operazione a svantaggio di pazienti e operatori»
mercoledì 25 gennaio 2017
«L'Ospedale di Barletta Mons. Dimiccoli perde senza batter ciglio il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura» scrive in una nota il consigliere comunale Grazia Desario. «Se con la legge "Basaglia" sono stati aboliti gli ospedali psichiatrici affidando le responsabilità alle unità sanitarie provinciali e regionali, adesso con la scelta politica del riordino ospedaliero, un paziente che dovesse recarsi presso il nosocomio cittadino con una crisi in atto e la necessità di ricovero o di assistenza nell'ambito dei servizi psichiatrici, non sarà più indirizzato al reparto funzionale di Barletta - che risponde a tutti i requisiti per accogliere pazienti affetti da disturbi psichiatrici - bensì a Bisceglie. Oltre alla distanza, che non faciliterebbe chi provenisse dai comuni limitrofi, il reparto di psichiatria di Bisceglie sarebbe in condizioni precarie e non comprendo come mai si preferisca che un paziente in uno stato di salute critico e fragile, non debba avere una degenza dignitosa e non essere ospitato in un reparto meglio attrezzato come quello di Barletta.
La soluzione da tempo prospettata del trasferimento del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) con delibera ASL BT n. 2710 del 19/12/2016, dal presidio ospedaliero Mons. Dimiccoli all'Ospedale V. Emanuele II di Bisceglie, parrebbe discutibile da tanti punti di vista.
L'SPDC provvede alla cura dei pazienti sottoposti al TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), trattamento riservato a persone con gravi crisi psichiatriche che necessitano di terapie mediche con ricovero in ambiente ospedaliero, provvede all'assistenza di pazienti in condizioni di emergenza ed è collegato al Pronto Soccorso, per cui allontanare tale servizio ospedaliero da Barletta risulterebbe sconveniente sia agli operatori sia ai pazienti e rappresenterebbe una diseconomia di scala che mal si concilia con l'ottimizzazione delle risorse e ripianamento della spesa pubblica.
Per la complessità di un servizio come l'SPDC - l'unico presente su tutto il territorio provinciale della BAT - con un bacino di utenza di circa 350.000 abitanti, diventerebbe complicato prevedere il trasferimento della struttura operativa a Bisceglie, dato che l'attuale sede risulterebbe in una posizione territoriale nevralgica e strategicamente facile da raggiungere.
Quali potrebbero essere stati i criteri di scelta che avrebbero indotto la Direzione Strategica Aziendale dell'ASL BT ad identificare la struttura ospedaliera di Bisceglie più idonea al trasferimento del SPDC rispetto all'attuale sede ove risulterebbero già disponibili locali adeguati, che consentirebbero di razionalizzare i costi evitando le difficoltà per i pazienti e per gli operatori sanitari della struttura? La Direzione strategica ha previsto l'impatto del trasferimento del SPDC da Barletta e valutato tutti gli aspetti che comporterebbe una dislocazione di questo tipo? Quali i costi dell'operazione di trasferimento? Se i locali occupati dalla SPDC torneranno nella disponibilità del Dimiccoli di Barletta, sono previsti interventi sulla stessa struttura e a cosa sarebbero adibiti?
Qualche giorno fa, la commissione Sanità della Regione Puglia ha bocciato questa proposta con il «non si cambia nulla» del Presidente della Regione Michele Emiliano nonché con l'assessore alla Sanità. Questo provvedimento riaccende un barlume di speranza che tutto possa rimanere invariato, e confido nella sensibilità dei Consiglieri Regionali Ruggiero Mennea e Filippo Caracciolo affinché' prendano a cuore questa situazione non dimenticando che si tratti di fasce sociali deboli.
Non abbandoniamo le minoranze, chi soffre di "malattia dell'anima" ne fa parte».
La soluzione da tempo prospettata del trasferimento del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) con delibera ASL BT n. 2710 del 19/12/2016, dal presidio ospedaliero Mons. Dimiccoli all'Ospedale V. Emanuele II di Bisceglie, parrebbe discutibile da tanti punti di vista.
L'SPDC provvede alla cura dei pazienti sottoposti al TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), trattamento riservato a persone con gravi crisi psichiatriche che necessitano di terapie mediche con ricovero in ambiente ospedaliero, provvede all'assistenza di pazienti in condizioni di emergenza ed è collegato al Pronto Soccorso, per cui allontanare tale servizio ospedaliero da Barletta risulterebbe sconveniente sia agli operatori sia ai pazienti e rappresenterebbe una diseconomia di scala che mal si concilia con l'ottimizzazione delle risorse e ripianamento della spesa pubblica.
Per la complessità di un servizio come l'SPDC - l'unico presente su tutto il territorio provinciale della BAT - con un bacino di utenza di circa 350.000 abitanti, diventerebbe complicato prevedere il trasferimento della struttura operativa a Bisceglie, dato che l'attuale sede risulterebbe in una posizione territoriale nevralgica e strategicamente facile da raggiungere.
Quali potrebbero essere stati i criteri di scelta che avrebbero indotto la Direzione Strategica Aziendale dell'ASL BT ad identificare la struttura ospedaliera di Bisceglie più idonea al trasferimento del SPDC rispetto all'attuale sede ove risulterebbero già disponibili locali adeguati, che consentirebbero di razionalizzare i costi evitando le difficoltà per i pazienti e per gli operatori sanitari della struttura? La Direzione strategica ha previsto l'impatto del trasferimento del SPDC da Barletta e valutato tutti gli aspetti che comporterebbe una dislocazione di questo tipo? Quali i costi dell'operazione di trasferimento? Se i locali occupati dalla SPDC torneranno nella disponibilità del Dimiccoli di Barletta, sono previsti interventi sulla stessa struttura e a cosa sarebbero adibiti?
Qualche giorno fa, la commissione Sanità della Regione Puglia ha bocciato questa proposta con il «non si cambia nulla» del Presidente della Regione Michele Emiliano nonché con l'assessore alla Sanità. Questo provvedimento riaccende un barlume di speranza che tutto possa rimanere invariato, e confido nella sensibilità dei Consiglieri Regionali Ruggiero Mennea e Filippo Caracciolo affinché' prendano a cuore questa situazione non dimenticando che si tratti di fasce sociali deboli.
Non abbandoniamo le minoranze, chi soffre di "malattia dell'anima" ne fa parte».