Raccolta dei tartufi, servono corsi e autorizzazioni anche nella Bat

Il sollecito di Giuseppe Cava, coordinatore del nucleo IFAE

martedì 20 marzo 2018
La Regione Puglia risulta essere una delle regioni italiane più ricca di beni culturali, storici ed ambientali. Si caratterizza in particolar modo per le diverse tipologie dei propri beni. Le isole, i laghi, i parchi nazionali e regionali, i centri storici, le masserie ed i borghi, unici per le diverse e specifiche caratteristiche, costituiscono un grandissimo e prezioso patrimonio di valenza internazionale. Non da meno risultano essere le abbondanti e variegate produzioni agricole le quali da sempre hanno costituito l'ossatura produttiva delle nostre terre.

«Larga parte dei pugliesi non sanno che in molti ambiti territoriali della nostra regione sono presenti piante spontanee di indubbio valore ecologico e nutrizionale, fra esse spicca un tubero, un fungo ipogeo, utilizzato da secoli nell'arte culinaria, il tartufo». Scrive così il professor Giuseppe Cava, coordinatore del nucleo di vigilanza ittico faunistica, ambientale ed ecologica. «È vero che nella nostra regione non vi è una profonda tradizione tartuficola ma, in virtù della qualità del prodotto e della sua abbondante presenza, il tubero costituisce una ulteriore ricchezza del territorio. La Regione Puglia, che ha la responsabilità amministrativa del suo territorio, già nel 2003 con Legge Regionale n. 13/2003, "Disciplina della raccolta, conservazione e commercializzazione dei tartufi", sostituita dalla L. R. n. 8/2015, dal titolo "Disciplina della coltivazione e commercializzazione dei tartufi freschi o conservati nel territorio della Regione Puglia. Applicazione della legge 16 dicembre 1985, n. 752, come modificata dalla legge 17 maggio 1991, n. 162 e della legge 30 dicembre 2004, n. 311, articolo 1, comma 109", ha normato tale settore, definendo, con l'art. 12, l'iter da seguire per l'ottenimento dell'autorizzazione alla ricerca e alla raccolta.

Molti cittadini hanno prodotto l'istanza alle Province e all'Area Metropolitana di Bari per l'ottenimento del previsto permesso e/o autorizzazione, ma a tutt'oggi nulla è avvenuto. Questo stato di cose ha determinato l'esasperazione dei cittadini, i quali a causa di tali ritardi, facilmente, vengono tentati dal compiere la ricerca e la raccolta abusiva ed alcuni incappano nei controlli e, ovviamente, vengono sanzionati con una somma che va da € 516,00 a € 2.582,00. Tale cospicua sanzione può provocare seri problemi esistenziali a quelle persone che hanno basso reddito. Lo scrivente, che per la propria organizzazione ha la responsabilità del coordinamento operativo della vigilanza anche nei settori funghi e tartufi nella provincia di BAT, nel ritenere che anche gli organi di vigilanza debbano concorrere nei variegati modi nella prevenzione degli illeciti e nella collaborazione con le istituzioni e con i cittadini per l'ottenimento di comportamenti rispettosi, civili e sostenibili, auspica che gli organi preposti (La Regione, le Province e l'Area Metropolitana di Bari), attivino le previste procedure in materia così da permettere ai cittadini di operare nella legalità, nonché permettere agli operatori impegnati nella vigilanza di non avere alcun tipo di "scrupolo" nella redazione dei verbali prodotti in tale ambito».