Qualità della vita 2017, «la provincia Bat ancora ultima in tutto»
Siamo al 94esimo posto su 110 province italiane
martedì 28 novembre 2017
0.17
La miglior qualità della vita? Si respira in montagna, sulle Alpi. Da Belluno, che si aggiudica la 28a edizione dell'indagine annuale realizzata dal Sole 24 Ore, e passando a zig-zag tra cime e tornanti attraverso Aosta, Sondrio, Bolzano, Trento fino ad arrivare a Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte. Nei primi sette posti della classifica che misura il benessere, non solo economico, delle province italiane ci sono ben sei province alpine, a cui si aggiunge Trieste.
Sei macro aree e 42 indicatori, tra cui quest'anno entrano anche gli acquisti online, il gap retributivo di genere, la spesa per i farmaci, il consumo del suolo, gli anni di studio degli over 25 e l'indice di litigiosità nei tribunali, sono l'elemento portante dell'analisi che Il Sole 24 Ore realizza per stilare la classifica della Qualità della Vita nelle 110 province Italiane. Arretrano alcune grandi città: Milano che, nella classifica generale perde 6 posizioni e scivola all'ottavo posto; Roma, che scende al 24° rispetto al 13° del 2016, e Torino, che retrocede al 40° posto.
In coda alla graduatoria complessiva, invece, finiscono soprattutto le aree di Campania e Puglia: ben otto nelle ultime dieci posizioni, con Caserta maglia nera 2017 e Taranto al penultimo posto. Al terz'ultimo c'è Reggio Calabria. A sancire il verdetto è il trend di fondo, che mostra, attraverso i risultati dei singoli indicatori, come il divario tra Nord e Sud del Paese tenda sempre più ad ampliarsi, tanto che per trovare la prima provincia del Sud e Isole bisogna scendere fino al 52° posto di Oristano. Le aree centro-settentrionali, infatti, non solo ribadiscono i loro primati storici negli indicatori economici (dalla ricchezza al lavoro), ma guadagnano spazio anche nei ranking - come demografia e tempo libero - un tempo appannaggio dei territori del Sud. Non mancano comunque le buone prestazioni: la stessa Oristano conquista il terzo posto nella macro-area Giustizia e sicurezza, Matera sale al 6° posto nella categoria Ambiente e servizi e le province del Mezzogiorno occupano in blocco i primi 14 posti nell'indicatore legato alla diffusione della banda larga.
Sei macro aree e 42 indicatori, tra cui quest'anno entrano anche gli acquisti online, il gap retributivo di genere, la spesa per i farmaci, il consumo del suolo, gli anni di studio degli over 25 e l'indice di litigiosità nei tribunali, sono l'elemento portante dell'analisi che Il Sole 24 Ore realizza per stilare la classifica della Qualità della Vita nelle 110 province Italiane. Arretrano alcune grandi città: Milano che, nella classifica generale perde 6 posizioni e scivola all'ottavo posto; Roma, che scende al 24° rispetto al 13° del 2016, e Torino, che retrocede al 40° posto.
In coda alla graduatoria complessiva, invece, finiscono soprattutto le aree di Campania e Puglia: ben otto nelle ultime dieci posizioni, con Caserta maglia nera 2017 e Taranto al penultimo posto. Al terz'ultimo c'è Reggio Calabria. A sancire il verdetto è il trend di fondo, che mostra, attraverso i risultati dei singoli indicatori, come il divario tra Nord e Sud del Paese tenda sempre più ad ampliarsi, tanto che per trovare la prima provincia del Sud e Isole bisogna scendere fino al 52° posto di Oristano. Le aree centro-settentrionali, infatti, non solo ribadiscono i loro primati storici negli indicatori economici (dalla ricchezza al lavoro), ma guadagnano spazio anche nei ranking - come demografia e tempo libero - un tempo appannaggio dei territori del Sud. Non mancano comunque le buone prestazioni: la stessa Oristano conquista il terzo posto nella macro-area Giustizia e sicurezza, Matera sale al 6° posto nella categoria Ambiente e servizi e le province del Mezzogiorno occupano in blocco i primi 14 posti nell'indicatore legato alla diffusione della banda larga.
«E' trascorso esattamente un anno dal rapporto sulla Qualità della vita promosso da ItaliaOggi-Università La Sapienza di Roma con il quale si fotografava la situazione riferita all'anno 2016 su affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero, tenore di vita - si legge nella nota diffusa dall'associazione "Io Ci Sono!" - Il risultato posizionava il territorio della Provincia di Barletta-Andria-Trani nelle ultimissime posizioni passando, nella classifica finale della Qualità della Vita, all'82esimo posto sulle 110 Province esaminate, perdendo molte posizioni rispetto agli anni precedenti posizionandosi verso la coda della classifica nonostante nelle altre province medio-piccole la qualità della vita è stabile o in miglioramento. Fattori di negatività quali l'elevatissimo tasso di disoccupazione; l'emergenza ambientale e sanitaria; l'emergenza criminalità; il pauroso tasso di disagio sociale e povertà diffusa; l'elevato tasso di popolazione che sta continuando ad abbandonare questo territorio e delle imprese che preferiscono investire altrove i propri capitali; i servizi scolastici non certo eccellenti; il rapporto salute incerto e molto preoccupante rispetto alle malattie mortali; tasso di mortalità e patologie diffuse; la carenza di infrastrutture culturali e per il tempo libero e un generale diffuso senso di disagio che condiziona profondamente il tenore di vita dei cittadini.
A distanza di un anno esatto giunge il Rapporto del Sole 24 Ore che non solo conferma quelle negatività ma rincara la dose facendo scalare ancora più in basso la bistrattata Provincia di Barletta Andria Trani. Di nuovo bloccata quindi la classe politica, dirigente e poliasservita locale. C'è ancora molto da studiare».