Provincia Bat, export in aumento nel 2013
Dati in controtendenza rispetto al Mezzogiorno, domina il manifatturiero
lunedì 17 marzo 2014
Export in lieve calo in buona parte del Mezzogiorno, ma non nella provincia Barletta-Andria-Trani. I dati Istat per il 2013 rivelano un dato nazionale sostanzialmente invariato rispetto all'anno precedente (-0,1%), frutto di ''di dinamiche territoriali divergenti'', ma a fronte di una crescita sia nel Nord Est (+2,4%) che nel Nord Ovest (+0,6%), calano i flussi commerciali commerciali in uscita dalle Isole (-15,0%), dal Centro Italia (-0,7%) e al Sud (-4,1%).
Dati non splendenti, dai quali la Bat si discosta: nel 2013 la Sesta Provincia ha raggiunto i 453 milioni in quanto a export, a fronte dei 417 milioni del 2012, registrando una crescita dell'8,7%. Un caso positivo che fa il paio con la provincia di Bari e invece cozza con il crollo di Taranto (-48 %), Brindisi (-10,6%) e la riduzione di Lecce (-8%). Invariato invece il traffico in uscita dalla Capitanata. Numeri confortanti, che diventano importanti se considerati nel periodo 2010-2013: Bat in crescita del 33,6% rispetto al complessivo 15% regionale e 15,5% italiano, in controtendenza con la ricerca "Occupati e disoccupati" 2013 che aveva evidenziato come la Sesta Provincia fosse quella che maggiormente ha sofferto tra quelle pugliesi il peggioramento del mercato del lavoro pugliese, toccando un picco di disoccupazione del 22%.
Si lavora in uscita, ma lavorano in pochi nella Sesta Provincia: questa la fotografia che emerge dai dati Istat. A primeggiare nell'export provinciale è il manifatturiero (87%), mentre il settore primario resta sulle medie regionali con il 10,3%. Si lavora per la maggiorparte in direzione-Unione Europea (57%), mentre sale nella graduatoria la quota diretta verso l'Albania (20,6%). Meno significative le fette di mercato "toccate" in Giappone, Stati Uniti, Arabia Saudita e i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Dati rilevanti che nella Sesta Provincia e in Puglia meritano un'attenta riflessione, per poter collimare la voglia di impresa e la richiesta di aiuto da parte delle istituzioni, con strategie e risposte adatte alla contrazione del mercato interno e al coinvolgimento dell'export.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Dati non splendenti, dai quali la Bat si discosta: nel 2013 la Sesta Provincia ha raggiunto i 453 milioni in quanto a export, a fronte dei 417 milioni del 2012, registrando una crescita dell'8,7%. Un caso positivo che fa il paio con la provincia di Bari e invece cozza con il crollo di Taranto (-48 %), Brindisi (-10,6%) e la riduzione di Lecce (-8%). Invariato invece il traffico in uscita dalla Capitanata. Numeri confortanti, che diventano importanti se considerati nel periodo 2010-2013: Bat in crescita del 33,6% rispetto al complessivo 15% regionale e 15,5% italiano, in controtendenza con la ricerca "Occupati e disoccupati" 2013 che aveva evidenziato come la Sesta Provincia fosse quella che maggiormente ha sofferto tra quelle pugliesi il peggioramento del mercato del lavoro pugliese, toccando un picco di disoccupazione del 22%.
Si lavora in uscita, ma lavorano in pochi nella Sesta Provincia: questa la fotografia che emerge dai dati Istat. A primeggiare nell'export provinciale è il manifatturiero (87%), mentre il settore primario resta sulle medie regionali con il 10,3%. Si lavora per la maggiorparte in direzione-Unione Europea (57%), mentre sale nella graduatoria la quota diretta verso l'Albania (20,6%). Meno significative le fette di mercato "toccate" in Giappone, Stati Uniti, Arabia Saudita e i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Dati rilevanti che nella Sesta Provincia e in Puglia meritano un'attenta riflessione, per poter collimare la voglia di impresa e la richiesta di aiuto da parte delle istituzioni, con strategie e risposte adatte alla contrazione del mercato interno e al coinvolgimento dell'export.
(Twitter: @GuerraLuca88)