Proroga al 10 dicembre delle scadenze fiscali, i commercialisti: «Inutile e dannosa»

Antonello Soldani: «Si rischiano contenziosi formali con il Fisco Italiano»

mercoledì 2 dicembre 2020
I commercialisti italiani non ci stanno. E tengono altissima l'attenzione su un problema attuale che rischia di trascinarsi per anni trasformandosi in lunghissimi contenziosi con l'amministrazione centrale. Invece, basterebbe un pizzico di lungimiranza e di visione strategica per venire incontro alle esigenze di una categoria professionale che da sempre è cerniera di congiunzione tra cittadini, imprese e lo Stato.

La vicenda è quella dello slittamento delle scadenze fiscali decise dal governo come risposta all'emergenza economica per effetto della pandemia. «Una risposta – scrive il Presidente dell'Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, Antonello Soldani – assolutamente non soddisfacente. Il rinvio delle scadenze fiscali al 10 dicembre è del tutto inutile in un momento come quello che stiamo vivendo. Anzi, finisce per complicare ulteriormente la situazione: le difficoltà degli studi dei commercialisti alle prese con gli stop previsti dalle quarantene fiduciarie e obbligatorie, infatti, si tradurranno inevitabilmente in contenziosi formali con il Fisco italiano. Contenziosi che da una parte aumenteranno il carico già insostenibile dei tribunali tributari e dall'altra rallenteranno la capacità del Fisco di incassare le somme dovute. Eppure i commercialisti chiedono solo un po' di tempo in più».

«Basterebbe arrivare ai primi giorni del nuovo anno – insiste il Presidente Soldani – in modo che con più tempo a disposizione e una minor pressione della pandemia, tutto possa essere risolto con soddisfazione di tutti gli attori in campo: Fisco, cittadini, imprese e studi dei commercialisti. Concordo in pieno con il nostro Presidente nazionale, Massimo Miani, che ha ricordato che "la proroga del termine di presentazione delle dichiarazioni non impatta sui saldi finanziari, ma al massimo sul desiderio dell'Agenzia delle Entrate di ricevere i relativi dati"».

Pertanto, conclude Soldani: «Chiediamo al Governo di decidere solo dopo aver riflettuto su quale delle due legittime aspirazioni sia totalmente fuori dalla realtà. Quella di chi, alla luce della seconda ondata di pandemia in corso, che vede moltissimi operatori in grave difficoltà nella gestione degli invii telematici, chiede un rinvio al 2021; oppure quella di chi, nonostante la seconda ondata di pandemia in corso, chiede l'invio come se si fosse in condizioni di normale operatività. Siamo fiduciosi che una soluzione si possa trovare per il bene di tutti. Ma bisogna fare presto».