“Prestito sociale”, prima proposta di Stella Mele
«“La Destra” è l’ala sociale della coalizione». Le banche dalla parte del popolo
venerdì 15 febbraio 2013
«Cambiare i rapporti di forza tra banche e popolo». Questo il principale senso della proposta di legge per il "Prestito sociale", che Stella Mele, candidata alla Camera dei Deputati alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio per la lista de "La Destra di Storace", s'impegna a presentare come primo atto nel caso riesca a sedere nell'Emiciclo di Montecitorio.
Le possibilità ci sono, anzi è l'unico candidato barlettano ad averle, poiché terza in lista dopo due nomi nazionali, e La Destra essendo parte della coalizione con Pdl e Lega, dovrebbe raggiungere solo il 2% dei consensi, cosa non improbabile. Proprio questo ha voluto sottolineare Francesco Filograsso, segretario cittadino del partito, rivolgendo un appello ai barlettani di qualunque schieramento: «Barletta ha diritto di esprimere una propria rappresentanza».Ha proseguito sottolineando il ruolo di «Ala sociale dello schieramento» della Destra, esplicitati dal programma nazionale in cui sono sostenute idee come il mutuo sociale, e si esprime contrarietà, ad esempio, alle ipoteche sulla prima casa.
Con la conferenza stampa di ieri mattina nella sede del comitato elettorale barlettano, la Mele è entrata nel concreto della proposta, illustrandone gli aspetti chiave. L'intento è rimarcare la funzione di una destra sociale, portando in Parlamento alcuni principi, anche in una coalizione dove non sono sempre stati presenti. Per un'Europa dei popoli e non dell'Alta Finanza. «La difficoltà nell'accesso al credito è una delle più grandi emergenze nazionali» ha detto la candidata; il "Prestito sociale" consiste in un atto che combatta la povertà delle fasce sociali più deboli, ruolo che, a parere di Stella Mele, non può essere affidato alla sinistra. «Uno strumento di sviluppo economico che lotti contro l'esclusione finanziaria delle banche» che si muova per la strada del cosiddetto "microcredito", agevolando le piccole imprese e chiunque abbia dei progetti che finora non ha potuto realizzare, pur non avendo grandi garanzie. Prestiti di un fondo statale a gruppi di poche persone; qualora un componente non potesse restituire la somma concessa, potrebbe fare affidamento sugli altri; la scadenza sarebbe annuale, rimborsabile in rate settimanali; i tassi d'interesse, comunque inferiori a quelli praticati oggi dalle banche, garantirebbero la sostenibilità dei progetti.
Insomma si vogliono banche che siano a favore del cittadino e non semplici luoghi di speculazione finanziaria, e questa proposta dovrebbe garantirlo.
Le possibilità ci sono, anzi è l'unico candidato barlettano ad averle, poiché terza in lista dopo due nomi nazionali, e La Destra essendo parte della coalizione con Pdl e Lega, dovrebbe raggiungere solo il 2% dei consensi, cosa non improbabile. Proprio questo ha voluto sottolineare Francesco Filograsso, segretario cittadino del partito, rivolgendo un appello ai barlettani di qualunque schieramento: «Barletta ha diritto di esprimere una propria rappresentanza».Ha proseguito sottolineando il ruolo di «Ala sociale dello schieramento» della Destra, esplicitati dal programma nazionale in cui sono sostenute idee come il mutuo sociale, e si esprime contrarietà, ad esempio, alle ipoteche sulla prima casa.
Con la conferenza stampa di ieri mattina nella sede del comitato elettorale barlettano, la Mele è entrata nel concreto della proposta, illustrandone gli aspetti chiave. L'intento è rimarcare la funzione di una destra sociale, portando in Parlamento alcuni principi, anche in una coalizione dove non sono sempre stati presenti. Per un'Europa dei popoli e non dell'Alta Finanza. «La difficoltà nell'accesso al credito è una delle più grandi emergenze nazionali» ha detto la candidata; il "Prestito sociale" consiste in un atto che combatta la povertà delle fasce sociali più deboli, ruolo che, a parere di Stella Mele, non può essere affidato alla sinistra. «Uno strumento di sviluppo economico che lotti contro l'esclusione finanziaria delle banche» che si muova per la strada del cosiddetto "microcredito", agevolando le piccole imprese e chiunque abbia dei progetti che finora non ha potuto realizzare, pur non avendo grandi garanzie. Prestiti di un fondo statale a gruppi di poche persone; qualora un componente non potesse restituire la somma concessa, potrebbe fare affidamento sugli altri; la scadenza sarebbe annuale, rimborsabile in rate settimanali; i tassi d'interesse, comunque inferiori a quelli praticati oggi dalle banche, garantirebbero la sostenibilità dei progetti.
Insomma si vogliono banche che siano a favore del cittadino e non semplici luoghi di speculazione finanziaria, e questa proposta dovrebbe garantirlo.