Politica e verità? Lo sfogo del presidente Peschechera

«Per occupare la scena politica si è disposti a sacrificare la verità»

domenica 25 giugno 2017
«Nel corso del Consiglio comunale del 20/06/2017, la consigliera Giuliana Damato, dopo aver votato favorevolmente il punto n. 3 dell'Ordine del Giorno avente ad oggetto l'approvazione di uno schema di convenzione per regolare e garantire l'uso pubblico di un Centro Sportivo privato di atletica leggera, dichiarava di "non averne avuto neanche notizia", di quel provvedimento». Interviene l'avv. Carmela Peschechera, presidente del consiglio comunale, a margine di quanto avvenuto nell'ultima assise cittadina.

«In merito a tale affermazione devo rilevare con enorme rammarico - continua Peschechera - che la proposta di deliberazione suindicata proveniva già da un'altra seduta di consiglio, quella del 20 marzo 2017, nella quale era stata ampiamente illustrata, discussa e anche votata, seppure senza i quorum sufficienti. Tuttavia di quell'atto la Consigliera Damato Giuliana dice di non averne ricordo, nonostante il 20 marzo fosse presente, avesse partecipato intervenendo alla discussione ed infine, votato, anche allora, favorevolmente. Con ancora più grande rammarico deve rilevarsi che forse per il desiderio di occupare la scena nel teatro della politica cittadina, anche solo per pochi fuggevoli istanti, si è disposti a sacrificare l'autenticità e la veridicità di fatti e dati documentalmente provati».

«E così può accadere che si dica: "...è stata trasmessa alla Commissione? no….non mi risulta…", nonostante si sia o si dovrebbe essere a conoscenza di quella proposta in quanto destinatario di una regolare notifica ufficiale della stessa. Sin dal 3 marzo 2017, infatti, con la nota prot. n. 16756, la proposta n. 35/2017 fu inviata ai membri della VI Commissione Consiliare, tra i quali anche la Damato, per l'espressione del parere previsto dal Regolamento del Consiglio Comunale. Ogni consigliere comunale è poi libero di esercitare o meno il suo compito di esame delle proposte ricevute senza che alcuno possa coattivamente costringerlo a farlo: ogni eletto risponde del proprio operato o delle proprie omissioni principalmente nei confronti di chi lo ha votato. Spiace constatare che questo "errore di comunicazione" provenga da chi dovrebbe rappresentare il nuovo e la speranza di una politica che ritorni ad essere la Politica. Tali episodi, non rari nelle aule degli organi politico-istituzionali di rappresentanza democratica, sono il risultato di abitudini e consuetudini cattive a cui è spesso prostrata ai nostri giorni la dialettica politica. Attraverso il rumore mediatico delle parole urlate, ci si illude di restituire a quella dialettica un'aurea di solennità' ed autorevolezza che purtroppo negli ultimi decenni ha perso. In questa frenesia dell'apparire si mettono in scena azioni ed interventi finalizzati alla diffusione di dati e notizie non vere. Questo atteggiamento non offende solo colui che si ha direttamente di fronte e che, ricoprendo ruoli istituzionali andrebbe rispettato quantomeno nelle forme, nei toni e nelle modalità dell'interlocuzione».

«Tutto ciò è soprattutto offensivo nei confronti dei cittadini ai quali si fa arrivare una visione distorta e falsata delle procedure che creano atti pubblici, atti cioè di "proprietà" della collettività. Si sacrifica l'autenticità dell'azione e della procedura politico-amministrativa per fini strumentali all'illusorio obiettivo di consolidare in tal modo la propria figura nel tentativo di demolire quella degli altri rappresentanti istituzionali. Il personalismo e l'individualismo esasperati sono i connotati negativi del periodo storico politico che stiamo vivendo. E allora l'augurio è che la Politica riparta con lo sguardo e l'animo proteso agli antichi e mai tramontati principi del rispetto delle persone, dell'umiltà nel mettersi al servizio della collettività e della moderazione educata delle proprie reazioni istintive».