Polemiche, fibrillazioni, colpi di scena: il 2023 della politica barlettana
Cronaca di un anno trascorso tra rimpasti, riposizionamenti e anime della maggioranza (ma l’opposizione non scherza) a guardarsi in cagnesco
domenica 31 dicembre 2023
11.23
Durante gli ultimi consigli comunali dell'anno 2023, vuoi per scadenze da onorare, come ad esempio l'approvazione del piano di revisione delle Società partecipate (da approvare entro il 31/12, pena possibili sanzioni, come ricordato dal consigliere Memeo), vuoi per problematiche ancora ben lungi dall'essere risolte, come quella inerente la sopravvivenza o meno del Patto Territoriale Nord-Barese Ofantino, abbiamo assistito a grandi linee ad una sorta di riedizione di quanto accaduto esattamente a dicembre 2022, con inoltre l'approvazione del DUP, con tanto di auspicati inviti a consiglieri di maggioranza e di opposizione, da parte dell'amministrazione a suggerire eventuali correttivi da apportare al Documento Unico di Programmazione per i tre esercizi successivi.
Tra dicembre 2022 e dicembre 2023, al netto delle considerazioni di cui sopra, è trascorso un anno non certo scevro da tensioni politiche più o meno fisiologiche per chi segue la politica locale. Tensioni (ovvie) tra maggioranza e opposizione, così come tensioni all'interno della maggioranza stessa.
Ed è all'insegna di queste ultime che si apre il 2023, quando superata momentaneamente la polemica riguardante il destino dell'ex area ENI di Via Ferdinando Cafiero, la seconda consiliatura Cannito deve far fronte alle prime fibrillazioni di maggioranza effettuando il primo rimpasto di giunta.
"Per Forza Italia la competenza deve essere l'unico criterio da rispettare per il rimpasto di giunta, altrimenti valuteremo l'ipotesi dell'appoggio esterno". Queste le dichiarazioni non certo criptiche degli esponenti del fu partito di Silvio Berlusconi.
L'assetto della nuova giunta viene varato a fine gennai, con Marcello Degennaro che, sempre in quota Forza Italia, ottiene l'assessorato allo Sport sostituendo Antonella Crescente. L'assessorato alla Polizia Locale viene assegnato ad Elisa Spera (Barletta al Centro), mentre ai Servizi Sociali viene nominata Rosaria Mirabello. La delega al personale viene infine assegnata ad Anna Maria Scommegna.
E non è certo finita qui. Cannito, infatti, deve fare i conti anche con le dimissioni di Anna Maria Riefolo da assessore all'ambiente. Dimissioni motivate dalla Riefolo con la diversità di vedute circa il destino della già citata ex area ENI, un terreno che le opposizioni, oltre ad alcune associazioni cittadine, vorrebbero destinato a verde pubblico, anziché alla realizzazione di un parcheggio.
La delega all'ambiente sarà successivamente assegnata da Cannito a Pier Paolo Grimaldi, mentre per l'area ex ENI sarà necessaria una bonifica e un ulteriore periodo di monitoraggio, il tutto per un periodo non inferiore ai dodici mesi.
Nel frattempo, una volta archiviato il fisiologico periodo di stabilità post campagna elettorale, per i consiglieri è già tempo di riposizionamenti, e mentre i consiglieri Trimigno, Basile e Calabrese aderiscono al gruppo consiliare "Barletta al Centro", e la lista "Barletta nel Cuore" assume la denominazione "Noi Moderati", le consigliere Adelaide Spinazzola e Santa Scommegna aderiscono ufficialmente al Partito Democratico. Partito Democratico che nel frattempo ha nominato Cosimo Bruno segretario cittadino al posto di Rosa Cascella, eletta nella direzione nazionale del partito. Da segnalare, a proposito di PD, il risultato in controtendenza rispetto al dato nazionale delle primarie, che ha visto a Barletta prevalere Bonaccini sull'attuale segretaria Elly Schlein.
Non sono mancati inoltre mutamenti di coalizione, con da una parte il consigliere Michele Maffione, passato dalla "Lista Scommegna" a Forza Italia, e con la consigliera Patrizia Mele, uscita dal gruppo "Cannito Sindaco" per rendersi indipendente.
La maggioranza di centro destra che sostiene Cannito viene messa una prima volta in palese imbarazzo durante il consiglio comunale del 30 marzo, quando un ordine del giorno presentato dal gruppo di Coalizione Civica che invita il Comune di Barletta a dichiararsi contrario all'autonomia differenziata costringe i consiglieri di maggioranza a chiedere una sospensione per poter emendare il testo. Al rientro in aula l'ordine del giorno passa con 14 voti favorevoli (quasi tutti delle opposizioni), contrari e molti consiglieri di maggioranza usciti dall'aula, con Cannito che da un lato si dichiara anch'egli contrario all'autonomia differenziata, e dall'altro ricorda alle opposizioni come sia stato il centro sinistra per primo (con la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001) ad inseguire il furore federalista della Lega Nord.
Polemiche, fibrillazioni, ma anche provvedimenti importanti come la nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Bar.S.A.,con Alfonso Maria Mangione nuovo presidente e Michele Presicci e Alessia De Finis come consiglieri.
Nasce inoltre la commissione consiliare d'indagine sui lavori di realizzazione del sottopasso di Via Andria composta dai consiglieri Flavio Basile, Stella Mele e Maria Letizia Rana per la maggioranza, e dalle consigliere Santa Scommegna e Rosa Tupputi per le minoranze.
Un notevole successo per la città di Barletta, si riveleranno inoltre la rievocazione della Disfida e il campionato del mondo di Coastal Rowing e Beach Sprint.
Ed è proprio in questo periodo che la maggioranza che appoggia Cannito ricomincia a manifestare nuove crepe, con la revoca ad Elisa Spera della delega assessorile alla Polizia Locale, giunta, secondo i bene informati, al culmine di una polemica tra il gruppo di Barletta al Centro e la presidenza del consiglio.
E a causa impegni professionali, si dimette dalla carica di assessore al bilancio Giuseppe Germano, che viene sostituito da Davide Campese.
Ulteriore motivo di imbarazzo nella maggioranza è l'aumento della TARI (negato in aula dall'assessore) che sarà poi giustificato col venir meno di alcune agevolazioni da parte del Governo.
IL bubbone del malcontento all'interno del centro destra scoppia una prima volta durante il consiglio comunale del 6 settembre, quando l'uscita dall'aula dei consiglieri di Fratelli d'Italia fa venir meno il numero legale in aula impedendo l'approvazione di alcuni debiti fuori bilancio.
La situazione verrà momentaneamente ricomposta sia con la nomina di assessore alla Polizia Locale di Valentina Scazzeri (che restituisce un posto in giunta alla lista "Barletta al Centro"), sia grazie alla "benedizione" alla seconda consiliatura Cannito giunta direttamente dai parlamentari Gemmato (Fratelli d'Italia), D'Attis (Forza Italia), Marti (Lega) e Colucci (Noi Moderati).
Ma si tratta solo di calma apparente, come testimonia l'aspro scontro in aula tra la consigliera Stella Mele e il presidente dell'assise Marcello Lanotte durante il consiglio comunale che aveva, tra le altre cose, in programma l'approvazione del bilancio consolidato per l'esercizio 2022.
La bomba scoppia infatti la sera del 25 novembre, quando dopo la mancata approvazione del punto riguardante i "contratti di quartiere II" (causata dall'uscita dall'aula dei consiglieri di Forza Italia) il sindaco Cannito rassegna le dimissioni, seguito il giorno dopo dall'assessore Pier Paolo Grimaldi.
Quel che è accaduto dopo quell'infuocato 25 novembre è cronaca di queste settimane (se non proprio di questi giorni), con la feroce polemica tra Cannito e il presidente del consiglio Marcello Lanotte, con il capogruppo di Forza Italia Comitangelo che nel nome della "tradizione di Forza Italia" annuncia il suo non voto sull'aumento dell'IMU e con la mina vagante dei famigerati "contratti di quartiere" che, nel mentre sembra già bella che dimenticata, oltre che a spaccare la maggioranza, ha riportato alla luce anche quelle forti e talvolta insanabili divisioni a sinistra che il famoso "apparentamento" del 2022 aveva quasi fatto dimenticare.
Tra dicembre 2022 e dicembre 2023, al netto delle considerazioni di cui sopra, è trascorso un anno non certo scevro da tensioni politiche più o meno fisiologiche per chi segue la politica locale. Tensioni (ovvie) tra maggioranza e opposizione, così come tensioni all'interno della maggioranza stessa.
Ed è all'insegna di queste ultime che si apre il 2023, quando superata momentaneamente la polemica riguardante il destino dell'ex area ENI di Via Ferdinando Cafiero, la seconda consiliatura Cannito deve far fronte alle prime fibrillazioni di maggioranza effettuando il primo rimpasto di giunta.
"Per Forza Italia la competenza deve essere l'unico criterio da rispettare per il rimpasto di giunta, altrimenti valuteremo l'ipotesi dell'appoggio esterno". Queste le dichiarazioni non certo criptiche degli esponenti del fu partito di Silvio Berlusconi.
L'assetto della nuova giunta viene varato a fine gennai, con Marcello Degennaro che, sempre in quota Forza Italia, ottiene l'assessorato allo Sport sostituendo Antonella Crescente. L'assessorato alla Polizia Locale viene assegnato ad Elisa Spera (Barletta al Centro), mentre ai Servizi Sociali viene nominata Rosaria Mirabello. La delega al personale viene infine assegnata ad Anna Maria Scommegna.
E non è certo finita qui. Cannito, infatti, deve fare i conti anche con le dimissioni di Anna Maria Riefolo da assessore all'ambiente. Dimissioni motivate dalla Riefolo con la diversità di vedute circa il destino della già citata ex area ENI, un terreno che le opposizioni, oltre ad alcune associazioni cittadine, vorrebbero destinato a verde pubblico, anziché alla realizzazione di un parcheggio.
La delega all'ambiente sarà successivamente assegnata da Cannito a Pier Paolo Grimaldi, mentre per l'area ex ENI sarà necessaria una bonifica e un ulteriore periodo di monitoraggio, il tutto per un periodo non inferiore ai dodici mesi.
Nel frattempo, una volta archiviato il fisiologico periodo di stabilità post campagna elettorale, per i consiglieri è già tempo di riposizionamenti, e mentre i consiglieri Trimigno, Basile e Calabrese aderiscono al gruppo consiliare "Barletta al Centro", e la lista "Barletta nel Cuore" assume la denominazione "Noi Moderati", le consigliere Adelaide Spinazzola e Santa Scommegna aderiscono ufficialmente al Partito Democratico. Partito Democratico che nel frattempo ha nominato Cosimo Bruno segretario cittadino al posto di Rosa Cascella, eletta nella direzione nazionale del partito. Da segnalare, a proposito di PD, il risultato in controtendenza rispetto al dato nazionale delle primarie, che ha visto a Barletta prevalere Bonaccini sull'attuale segretaria Elly Schlein.
Non sono mancati inoltre mutamenti di coalizione, con da una parte il consigliere Michele Maffione, passato dalla "Lista Scommegna" a Forza Italia, e con la consigliera Patrizia Mele, uscita dal gruppo "Cannito Sindaco" per rendersi indipendente.
La maggioranza di centro destra che sostiene Cannito viene messa una prima volta in palese imbarazzo durante il consiglio comunale del 30 marzo, quando un ordine del giorno presentato dal gruppo di Coalizione Civica che invita il Comune di Barletta a dichiararsi contrario all'autonomia differenziata costringe i consiglieri di maggioranza a chiedere una sospensione per poter emendare il testo. Al rientro in aula l'ordine del giorno passa con 14 voti favorevoli (quasi tutti delle opposizioni), contrari e molti consiglieri di maggioranza usciti dall'aula, con Cannito che da un lato si dichiara anch'egli contrario all'autonomia differenziata, e dall'altro ricorda alle opposizioni come sia stato il centro sinistra per primo (con la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001) ad inseguire il furore federalista della Lega Nord.
Polemiche, fibrillazioni, ma anche provvedimenti importanti come la nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Bar.S.A.,con Alfonso Maria Mangione nuovo presidente e Michele Presicci e Alessia De Finis come consiglieri.
Nasce inoltre la commissione consiliare d'indagine sui lavori di realizzazione del sottopasso di Via Andria composta dai consiglieri Flavio Basile, Stella Mele e Maria Letizia Rana per la maggioranza, e dalle consigliere Santa Scommegna e Rosa Tupputi per le minoranze.
Un notevole successo per la città di Barletta, si riveleranno inoltre la rievocazione della Disfida e il campionato del mondo di Coastal Rowing e Beach Sprint.
Ed è proprio in questo periodo che la maggioranza che appoggia Cannito ricomincia a manifestare nuove crepe, con la revoca ad Elisa Spera della delega assessorile alla Polizia Locale, giunta, secondo i bene informati, al culmine di una polemica tra il gruppo di Barletta al Centro e la presidenza del consiglio.
E a causa impegni professionali, si dimette dalla carica di assessore al bilancio Giuseppe Germano, che viene sostituito da Davide Campese.
Ulteriore motivo di imbarazzo nella maggioranza è l'aumento della TARI (negato in aula dall'assessore) che sarà poi giustificato col venir meno di alcune agevolazioni da parte del Governo.
IL bubbone del malcontento all'interno del centro destra scoppia una prima volta durante il consiglio comunale del 6 settembre, quando l'uscita dall'aula dei consiglieri di Fratelli d'Italia fa venir meno il numero legale in aula impedendo l'approvazione di alcuni debiti fuori bilancio.
La situazione verrà momentaneamente ricomposta sia con la nomina di assessore alla Polizia Locale di Valentina Scazzeri (che restituisce un posto in giunta alla lista "Barletta al Centro"), sia grazie alla "benedizione" alla seconda consiliatura Cannito giunta direttamente dai parlamentari Gemmato (Fratelli d'Italia), D'Attis (Forza Italia), Marti (Lega) e Colucci (Noi Moderati).
Ma si tratta solo di calma apparente, come testimonia l'aspro scontro in aula tra la consigliera Stella Mele e il presidente dell'assise Marcello Lanotte durante il consiglio comunale che aveva, tra le altre cose, in programma l'approvazione del bilancio consolidato per l'esercizio 2022.
La bomba scoppia infatti la sera del 25 novembre, quando dopo la mancata approvazione del punto riguardante i "contratti di quartiere II" (causata dall'uscita dall'aula dei consiglieri di Forza Italia) il sindaco Cannito rassegna le dimissioni, seguito il giorno dopo dall'assessore Pier Paolo Grimaldi.
Quel che è accaduto dopo quell'infuocato 25 novembre è cronaca di queste settimane (se non proprio di questi giorni), con la feroce polemica tra Cannito e il presidente del consiglio Marcello Lanotte, con il capogruppo di Forza Italia Comitangelo che nel nome della "tradizione di Forza Italia" annuncia il suo non voto sull'aumento dell'IMU e con la mina vagante dei famigerati "contratti di quartiere" che, nel mentre sembra già bella che dimenticata, oltre che a spaccare la maggioranza, ha riportato alla luce anche quelle forti e talvolta insanabili divisioni a sinistra che il famoso "apparentamento" del 2022 aveva quasi fatto dimenticare.