Piano Commerciale: Barletta fallisce due volte
Unimpresa Bat tuona sull'inerzia della politica e sull'inadeguatezza della tecnica
mercoledì 11 febbraio 2015
In seguito al mancato svolgimento del Consiglio Comunale di lunedì 9 febbraio e all'incapacità di portare avanti la questione commerciale, pubblichiamo la nota di Unimpresa Bat, che esprime disappunto sulla situazione barlettana.
«Ancora un rinvio e la questione diventa pesante al punto che lo strumento della programmazione commerciale di Barletta passa in secondo piano rispetto alle diatribe e alle conflittualità politico-amministrative che potrebbero avere conseguenze non solo dal punto di vista gestionale dell'Ente ma anche sui provvedimenti che con urgenza devono essere assunti in previsione della nuova Programmazione, per evitare di perdere altre importanti risorse pubbliche previste per le azioni di riqualificazione e di investimenti sul territorio, anche a favore del piccolo commercio. Il rinvio della discussione sul Piano Comunale del Commercio su Aree Pubbliche rappresenta, a nostro avviso, una duplice sconfitta: una tecnica e l'altra politica.
La sconfitta tecnica perché nonostante le sollecitazioni delle Associazioni di Categoria ci si è ostinati ad andare aventi pertanto alla discussione in Consiglio Comunale un Piano che è stato considerato inadeguato ed improvvisato, carente di una fondamentale parte propedeutica che è quella relativa alle analisi di mercato ed agli strumenti di programmazione, di espansione e sviluppo commerciale della rete distributiva locale, intesa nella sua integrale visione. Anche l'adeguamento alle vigenti e rinnovate norme in materia di commercio risulta essere poco attento e quindi con il serio rischio di inapplicabilità. Il Piano così concepito e portato in C.C., inoltre, non risolve affatto le molteplici problematiche legate al commercio su aree pubbliche nel comune di Barletta, a cominciare da quelle relative all'eccessivo ed incontrollato abusivismo commerciale e alle condizioni, anche igienico-sanitarie ed in materia urbanistica dei mercati rionali e dello stesso mercato settimanale del sabato. Eppure un diverso Piano, come da noi suggerito, avrebbe anche consentito l'utilizzo di fondi regionali ed europei per cerare aree di servizio in periferia ed utilizzare quelle risorse anche per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria delle quali quelle aree periferiche, della zona 167 ed in espansione, hanno tanto bisogno e necessità.
Perché non si è voluto ascoltare tutte queste proposte? Perché si è voluti andare avanti pur sapendo che quello strumento non era e non è adeguato alla situazione territoriale di Barletta? La fretta dei tecnici è stata fermata dai politici ed ecco la seconda sconfitta con un Consiglio Comunale che non sa decidere e che non vuole decidere rinviando ancora la discussione su uno strumento operativo che attende di essere approvato da decenni facendo del comune di Barletta la città con un triste primato in Italia cioè quello di non essersi ancora dotata, a distanza di tanti anni dal termine ultimo previsto dalla legge regionale, del Piano del Commercio, pur avendolo ben pagato e avendo speso risorse pubbliche non si sa ancora per quali finalità».
[Pres. Unimpresa Bat, S.Montaruli]
«Ancora un rinvio e la questione diventa pesante al punto che lo strumento della programmazione commerciale di Barletta passa in secondo piano rispetto alle diatribe e alle conflittualità politico-amministrative che potrebbero avere conseguenze non solo dal punto di vista gestionale dell'Ente ma anche sui provvedimenti che con urgenza devono essere assunti in previsione della nuova Programmazione, per evitare di perdere altre importanti risorse pubbliche previste per le azioni di riqualificazione e di investimenti sul territorio, anche a favore del piccolo commercio. Il rinvio della discussione sul Piano Comunale del Commercio su Aree Pubbliche rappresenta, a nostro avviso, una duplice sconfitta: una tecnica e l'altra politica.
La sconfitta tecnica perché nonostante le sollecitazioni delle Associazioni di Categoria ci si è ostinati ad andare aventi pertanto alla discussione in Consiglio Comunale un Piano che è stato considerato inadeguato ed improvvisato, carente di una fondamentale parte propedeutica che è quella relativa alle analisi di mercato ed agli strumenti di programmazione, di espansione e sviluppo commerciale della rete distributiva locale, intesa nella sua integrale visione. Anche l'adeguamento alle vigenti e rinnovate norme in materia di commercio risulta essere poco attento e quindi con il serio rischio di inapplicabilità. Il Piano così concepito e portato in C.C., inoltre, non risolve affatto le molteplici problematiche legate al commercio su aree pubbliche nel comune di Barletta, a cominciare da quelle relative all'eccessivo ed incontrollato abusivismo commerciale e alle condizioni, anche igienico-sanitarie ed in materia urbanistica dei mercati rionali e dello stesso mercato settimanale del sabato. Eppure un diverso Piano, come da noi suggerito, avrebbe anche consentito l'utilizzo di fondi regionali ed europei per cerare aree di servizio in periferia ed utilizzare quelle risorse anche per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria delle quali quelle aree periferiche, della zona 167 ed in espansione, hanno tanto bisogno e necessità.
Perché non si è voluto ascoltare tutte queste proposte? Perché si è voluti andare avanti pur sapendo che quello strumento non era e non è adeguato alla situazione territoriale di Barletta? La fretta dei tecnici è stata fermata dai politici ed ecco la seconda sconfitta con un Consiglio Comunale che non sa decidere e che non vuole decidere rinviando ancora la discussione su uno strumento operativo che attende di essere approvato da decenni facendo del comune di Barletta la città con un triste primato in Italia cioè quello di non essersi ancora dotata, a distanza di tanti anni dal termine ultimo previsto dalla legge regionale, del Piano del Commercio, pur avendolo ben pagato e avendo speso risorse pubbliche non si sa ancora per quali finalità».
[Pres. Unimpresa Bat, S.Montaruli]