Piano anticorruzione per Barletta, una proposta di Aldo Musti

Ripercorsa la lunga storia delle sentenza TAR per via dei Muratori

domenica 7 febbraio 2016
«Il Comune di Barletta ha elaborato la proposta del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, del Programma Triennale per la Trasparenza e l'integrità e del Codice di comportamento, con riferimento al triennio 2016-2018. L'adozione dei tre documenti è subordinata all'acquisizione di eventuali osservazioni da parte di "tutti". Dopo aver letto la premessa, della proposta del Programma triennale per la Trasparenza, testualmente: "...La trasparenza è uno dei principali strumenti, per una efficace prevenzione della corruzione, poiché essa consente ai cittadini di esercitare un controllo sociale diffuso sull'attività amministrativa", non ho fatto mancare la mia proposta!» scrive l'imprenditore Aldo Musti, che di legalità e trasparenza ha dovuto spesso occuparsi in merito all'annosa questione di via dei Muratori.

«Alla luce della teorizzata trasparenza - scrive dunque Musti - mi chiedo: perché si costringono i cittadini a ricorre ai Tribunali amministrativi per vincere i silenzi della pubblica amministrazione? Al sottoscritto è stato necessario ricorrere tante volte al TAR per avere ragione dei silenzi del Comune. Ho sempre vinto e spesso il Comune è stato condannato a pagare le spese legali. L'ABSTRACT che segue ne è un esempio, anzi, un cattivo esempio:
  1. Sentenza TAR Puglia, Bari, n.766/2012 –Diniego di accesso;
  2. Sentenza TAR Puglia, Bari, n.183/2013 –Diniego di accesso;
  3. Sentenza TAR Puglia, Bari, n.184/2013 –Diniego di accesso;
  4. Sentenza TAR Puglia, Bari, n.1268/2013 –Ottemperanza (184/2013);
  5. Sentenza TAR Puglia, Bari, n.327/2014 –Diniego di accesso;
  6. Sentenza TAR Puglia, Bari, n.953/2014 – Silenzio amministrativo;
  7. Sentenza TAR Puglia, Bari, n.83/2015 – Ottemperanza (953/2014);
  8. Sentenza TAR Puglia, Bari, n.1219/2015 – Altre pratiche amministrative;
  9. Sentenza TAR Puglia, Bari, n.1253/2015 – Silenzio amministrativo.
Alla luce di quanto precede, ecco la mia proposta: facciamo indennizzare, se è possibile dalle tasche di chi costringe i cittadini a ricorrere ai Tribunali amministrativi per il rispetto di sacrosanti diritti previsti per legge, dal ritardo nelle conclusioni del procedimento amministrativo. In che modo? Nel caso di ritardo nella conclusione del procedimento, in particolare in caso di inosservanza del termine di conclusione del procedimento amministrativo iniziato ad istanza di parte, per il quale sussiste l'obbligo di pronunciarsi, con l'esclusione delle ipotesi di silenzio qualificato, l'Ente, corrisponda all'interessato , a titolo di indennizzo per il mero ritardo, una somma pari a 50 euro per ogni giorno di ritardo, con decorrenza dalla data di scadenza del termine del procedimento, comunque complessivamente non superiore a 3000 euro. Sarebbe un esempio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione!».