Per le province è l’inizio della fine

Uno dei punti previsti nel decreto "Salva Italia" del neo premier Mario Monti. 500 milioni di euro risparmiati, con giunte di soli 10 componenti

mercoledì 7 dicembre 2011 8.58
Tra i contenuti della manovra economica del governo Monti, ci sono tagli mirati agli enti provinciali, che rappresentano un primo importante passo verso la loro definitiva abrogazione, possibile soltanto mediante legge costituzionale, per la quale il governo auspica sin da subito iniziative in materia.

Gli interventi prevedono:
- l'eliminazione delle giunte provinciali e la decadenza delle loro cariche entro il 30 novembre 2012;
- la riduzione dei consigli comunali a 10 componenti (in Italia oggi si arriva ad un massimo di 45).

Ma nel complesso, ad essere ridimensionato è l'intero ente provinciale che svolgerà solo funzione di "indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei comuni". Le funzioni passeranno ai comuni entro fine aprile e il personale in esubero sarà trasferito a comuni e regioni. Una razionalizzazione che varrà più di 500 milioni di euro, in un quadro generale di tagli a regioni, province e comuni di oltre 5 miliardi.

Per capire concretamente queste misure, prendiamo come esempio la nostra provincia: dovrebbero dunque decadere gli attuali 8 assessori, e il consiglio dovrebbe scendere, dalla prossima tornata elettorale (sperando che nel frattempo magari le stesse province saranno già abolite), dagli attuali 31 a 10 componenti.

L'UPI, unione delle province italiane, tuona contro queste misure e le considera incostituzionali. Le province chiedono un incontro al governo per presentare le loro proposte, basate su uno studio dell'università Bocconi sui bilanci delle province, per il quale esistono funzioni di area vasta che non potrebbero essere ben gestite dai comuni, ma solo in una dimensione territoriale di almeno 350 mila abitanti, e altre funzioni che invece devono essere cedute ad essi.

Resta il fatto che il nostro paese necessita di una severa cura dimagrante della politica e certamente misure del genere sono importanti, ma non possono bastare. Purtroppo finora non c'è stato nulla, riprendendo le parole di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera di lunedì, "che entri nella carne viva dei partiti".