Onorificenza Claudio Lasala, la lettera del padre al Prefetto

Le motivazioni per la richiesta del riconoscimento

mercoledì 18 settembre 2024 12.59
Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata qualche mese fa dal signor Nicola Lasala all'allora Prefetto Rossana Riflesso per richiedere l'onorificenza al Merito Civile per suo figlio, Claudio Lasala, ucciso per futili motivi a 24 anni tra il 30 e il 31 ottobre 2021.

Egregio Signor Prefetto,
sono Nicola Lasala, padre del giovane Claudio Lasala, brutalmente e vigliaccamente assassinato a Barletta nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2021, e Le scrivo a nome dell'intera famiglia.

Durante quella notte, nostro figlio – aveva da poco superato la prova preselettiva del concorso per la Guardia di Finanza – ha tragicamente perso la vita per mano di due giovanissimi compaesani, Abid Ilyas e Dibenedetto Michele, sui quali oggi grava una condanna di 24 anni di reclusione, irrogata dalla Corte d'Assise di Trani in data 22/03/2024.

La vicenda di cui purtroppo Claudio è stato vittima ha certamente coinvolto la nostra famiglia, ma ha scosso profondamente anche l'intera comunità barlettana; indubbiamente ricorderà, Sig. Prefetto, la larghissima adesione popolare sia al corteo per le vie cittadine, organizzato pochi giorni dopo il triste accaduto, sia alla manifestazione "Cerco Claudio" del 23/04/2022, organizzata dal movimento "Cerco Barletta", nato proprio in seguito alla scomparsa di nostro figlio.

La scomparsa di Claudio ha rappresentato un evento senza precedenti per la nostra comunità, soprattutto se si ha riguardo alle modalità e al contesto in cui il crimine è stato commesso: Claudio ha perso la vita per difendersi dalle ingiustizie e dalle vessazioni perpetrate dai "forti", da coloro che si credono onnipotenti e si attribuiscono la forza dell'impunità, ai quali nessuno – solitamente – ha il coraggio di opporsi.
Per molto tempo la nostra amata città, anche a causa della parziale assenza delle Istituzioni, è rimasta in balìa dei prepotenti, i quali hanno costretto i giovani ad accettare supinamente la loro supremazia e a vivere, pertanto, in un clima di costante apprensione. Infatti, non poche sono state le occasioni in cui anche un solo sguardo rivolto alle persone sbagliate ha rappresentato la causa scatenante di una gratuita ed efferata aggressione. Si guardi, a tal proposito, al fenomeno dilagante delle baby-gang, le quali sono solite agire sfruttando meschinamente la forza del branco contro la debolezza del singolo, come denunciato a più riprese dai giornali, anche cittadini.

Ed è proprio in questo clima così allarmante che si colloca l'assassinio di Claudio, il quale, da solo, in una condizione di minorata difesa, ha dovuto fronteggiare i suoi feroci aggressori che erano addirittura spalleggiati attivamente da altri ragazzi lì presenti: c'è chi lo ha spinto; chi lo ha strattonato; chi, senza alcun motivo, lo ha colpito alla testa. Inoltre, tutto ciò ha preso vita e si è protratto per un consistente arco temporale al cospetto di un gran numero di giovani, insipienti e ignavi adulti del tutto indifferenti a ciò che stava accadendo proprio davanti ai loro stessi occhi, compresi solo in sé stessi.
Sono proprio gli elementi sin qui analizzati ad aver reso questo evento, già di per sé tragico, ancor più rilevante per la nostra comunità.
Claudio ha dimostrato un enorme e invincibile coraggio, non chinando il capo dinanzi alle richieste assolutamente futili dei prevaricatori, i quali hanno colto il pretesto di un cocktail non offerto - anche questo preteso con malcelata aggressività - per scatenare tutta la loro rabbia e insoddisfazione su un giovane innocente, esercitando una violenza che, com'è noto, è l'arma dei deboli! Oltre a ciò, la sua ostinatezza nel difendere la propria dignità di essere umano ha risvegliato la coscienza della collettività, ha agitato gli animi e ha contribuito a muovere tutti verso un più stabile ordine pubblico, che fino a quel momento risultava quantomeno sopito.

Claudio non ha difeso solo la propria vita, ma la vita di ognuno di noi; ha difeso il senso civico comune e il più sano rispetto delle regole, non solo per sé stesso, ma per tutti noi.

La sua figura rappresenta un esempio per le future generazioni; il suo sacrificio dimostra che, nonostante la degenerazione alla quale i nostri ragazzi sembravano inesorabilmente condannati, esistono ancora modelli a cui ispirarsi per vivere all'insegna della correttezza e della legalità.
La sua figura è la nostra speranza.

Claudio è figlio di tutti.

Claudio merita un riconoscimento da parte delle Istituzioni.

E' necessario ricordare per non dimenticare, ricordare affinché quanto successo non accada più: e l'unico modo per ricordare proficuamente non è "celebrare" la memoria, ma coltivarla, attraverso azioni e non parole!
Con osservanza,
Nicola Lasala