Olio dalla Tunisia, «così muore l'agricoltura pugliese»
L'importazione colpisce anche il mercato barlettano
martedì 16 febbraio 2016
Lo scorso 25 gennaio la Commissione Commercio Internazionale del Parlamento europeo ha approvato l'importazione senza dazi di una quota annua di 35.000 tonnellate di olio d'oliva dalla Tunisia. Questa ulteriore quota si aggiunge alle 56.700 tonnellate annue già previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia e sarà in vigore per due anni. In merito interviene il consigliere regionale M5S, Antonio Trevisi secondo cui un aumento del 40% di importazione di olio distruggerà la produzione olivicola pugliese e aumenterà i casi di mistificazione dell'origine del prodotto. È uno schema suicida per l'economia del Sud Europa, così come dimostrato dai precedenti accordi con il Marocco, che hanno contribuito a distruggere la produzione di arance nel Sud.
A pochi giorni dalla preoccupante operazione della Forestale contro i coloranti chimici nelle olive della Bat, si affaccia un altro problema piuttosto serio nel mondo dell'olivicoltura locale. "Dietro l'invasione dell'olio tunisino – dichiara il consigliere pentastellato - ci sono precisi interessi economici in gioco: l'obiettivo è quello di affossare i piccoli e medi produttori salentini e del Sud Italia, e il problema serio non è tanto il crollo delle quotazioni del prodotto nazionale quanto il fatto che l'olio tunisino, una volta giunto nei porti europei assuma 'passaporto' tricolore o comunitario e venga commercializzato come 'Made in Italy', a prezzi assolutamente improponibili per il vero prodotto di origine italiana". "La tutela dei nostri prodotti di qualità – prosegue Trevisi - deve essere portata avanti in maniera decisa dalla Regione, non è tollerabile che un prodotto tunisino, sia presentato sul mercato in assenza di quelle tante regole qualitative, alle quali sono soggetti i produttori italiani. E non è pensabile mettere sul mercato comunitario un prodotto che non racchiude le minime regole di produzione e di sicurezza alimentare, senza voler puntare il dito sulla disparità di norme in tema di costo del lavoro. In definitiva è grave non mettere in condizione il consumatore di conoscere le differenze nel momento dell'acquisto Made in Italy o con passaporto extra Ue". "La Puglia – conclude Trevisi - è la regione con la maggiore produzione olivicola d'Europa e non può pagare il prezzo di accordi bilaterali che si ripercuotono negativamente su produttori olivicoli e sui consumatori".
"Diciamo no senza se e senza ma all'importazione di olio tunisino in regime di esenzione fiscale nel già saturo mercato europeo e a danno dei produttori del Sud Europa di olio extravergine di oliva. Se il parlamento europeo approverà il via libera da parte della Commissione per il Commercio internazionale all'incremento della quota d'import del prodotto di scarsa qualità proveniente dal Nord Africa, darà un colpo letale all'economia del Sud Italia in generale e della nostra regione in particolare". E' l'appello del vicepresidente del Consiglio regionale pugliese, Peppino Longo. "Non si tratta solo di questioni legate alla quantità, pur se siamo di fronte a ben 35mila tonnellate di prodotto nordafricano che si vanno ad aggiungere alle oltre 50mila già previste da un precedente accordo. Nonostante possa condividere le motivazioni di solidarietà e aiuto ad un Paese che attraversa un periodo complesso – aggiunge Longo - resto fermamente convinto che questa invasione di prodotto difficilmente tracciabile e a basso costo creerà di fatto un blocco alle sacrosante regole del commercio nazionale e internazionale nell'ambito della libera e corretta concorrenza, senza contare i rischi per i consumatori, e la possibilità – reale – che eventuali produttori senza scrupoli possano approfittarne per contaminare e distruggere di fatto le proprietà organolettiche che hanno fatto del nostro extravergine di oliva una prodotto di eccellenza a livello mondiale. Le ripercussioni sarebbero gravissime tanto in termini di immagine per l'agroalimentare pugliese, oltre che per l'intera filiera economica e occupazionale pugliese".
A pochi giorni dalla preoccupante operazione della Forestale contro i coloranti chimici nelle olive della Bat, si affaccia un altro problema piuttosto serio nel mondo dell'olivicoltura locale. "Dietro l'invasione dell'olio tunisino – dichiara il consigliere pentastellato - ci sono precisi interessi economici in gioco: l'obiettivo è quello di affossare i piccoli e medi produttori salentini e del Sud Italia, e il problema serio non è tanto il crollo delle quotazioni del prodotto nazionale quanto il fatto che l'olio tunisino, una volta giunto nei porti europei assuma 'passaporto' tricolore o comunitario e venga commercializzato come 'Made in Italy', a prezzi assolutamente improponibili per il vero prodotto di origine italiana". "La tutela dei nostri prodotti di qualità – prosegue Trevisi - deve essere portata avanti in maniera decisa dalla Regione, non è tollerabile che un prodotto tunisino, sia presentato sul mercato in assenza di quelle tante regole qualitative, alle quali sono soggetti i produttori italiani. E non è pensabile mettere sul mercato comunitario un prodotto che non racchiude le minime regole di produzione e di sicurezza alimentare, senza voler puntare il dito sulla disparità di norme in tema di costo del lavoro. In definitiva è grave non mettere in condizione il consumatore di conoscere le differenze nel momento dell'acquisto Made in Italy o con passaporto extra Ue". "La Puglia – conclude Trevisi - è la regione con la maggiore produzione olivicola d'Europa e non può pagare il prezzo di accordi bilaterali che si ripercuotono negativamente su produttori olivicoli e sui consumatori".
"Diciamo no senza se e senza ma all'importazione di olio tunisino in regime di esenzione fiscale nel già saturo mercato europeo e a danno dei produttori del Sud Europa di olio extravergine di oliva. Se il parlamento europeo approverà il via libera da parte della Commissione per il Commercio internazionale all'incremento della quota d'import del prodotto di scarsa qualità proveniente dal Nord Africa, darà un colpo letale all'economia del Sud Italia in generale e della nostra regione in particolare". E' l'appello del vicepresidente del Consiglio regionale pugliese, Peppino Longo. "Non si tratta solo di questioni legate alla quantità, pur se siamo di fronte a ben 35mila tonnellate di prodotto nordafricano che si vanno ad aggiungere alle oltre 50mila già previste da un precedente accordo. Nonostante possa condividere le motivazioni di solidarietà e aiuto ad un Paese che attraversa un periodo complesso – aggiunge Longo - resto fermamente convinto che questa invasione di prodotto difficilmente tracciabile e a basso costo creerà di fatto un blocco alle sacrosante regole del commercio nazionale e internazionale nell'ambito della libera e corretta concorrenza, senza contare i rischi per i consumatori, e la possibilità – reale – che eventuali produttori senza scrupoli possano approfittarne per contaminare e distruggere di fatto le proprietà organolettiche che hanno fatto del nostro extravergine di oliva una prodotto di eccellenza a livello mondiale. Le ripercussioni sarebbero gravissime tanto in termini di immagine per l'agroalimentare pugliese, oltre che per l'intera filiera economica e occupazionale pugliese".