Olio d'oliva ai minimi storici, Coldiretti: «La Regione deve darsi da fare»
Il presidente Muraglia: «Siamo preoccupati che la diminuzione di olio extravergine faccia crescere le importazioni di olio dall'estero»
lunedì 12 novembre 2018
Si sono aggravate le iniziali previsioni già disastrose del crollo del 58% della produzione di olio, ha denunciato Coldiretti Puglia alla task force riunita a Roma in occasione dell'Assemblea nazionale elettiva, a causa del maltempo che ha imperversato nel 2018 in Puglia, un bilancio drammatico che è salito fino a punte del 65% dopo la tromba d'aria e i nubifragi della settimana scorsa che hanno colpito principalmente le province di Brindisi, Taranto e Lecce, senza risparmiare Bari e BAT.
"Con l'ultima tromba d'aria il bollettino è divenuto catastrofico. In questo contesto è necessario che il Piano Olivicolo Nazionale investa e punti su una regione che produce oltre il 50% dell'olio extravergine italiano, per potenziare una filiera olearia che in Puglia vale 750milioni di euro e che ancora nei primi 6 mesi del 2018 ha visto crescere le esportazioni del 2,1% per un valore di 66 milioni di euro. Chiediamo anche una stretta dei controlli in campagna contro i furti, perché nel nord barese nelle ultime ore hanno rubato le poche olive rimaste sugli alberi", ha ribadito il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. Non solo danni alle produzioni, ma anche alle strutture – afferma Coldiretti Puglia - smottamenti, muretti a secco distrutti dalla violenza delle acque, fabbricati rurali allagati, collegamenti interrotti rendono drammatica una situazione ormai di difficile gestione. "Siamo preoccupati che la brusca diminuzione di olio extravergine pugliese faccia crescere le importazioni di olio dall'estero, perché al danno si aggiungerebbe la beffa. Se si vuole acquistare un 'vero' olio extravergine 100% italiano bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 7-8 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. I 3 elementi da tenere sempre d'occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza", ha aggiunto il Presidente Muraglia.
"Nel primo trimestre 2018 la Puglia ha importato 43,3 milioni di euro di olio extravergine da Grecia e Tunisia – ha denunciato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e per questo serve una stretta sui controlli perché sia accertato il pieno rispetto della Legge Mongiello, ribattezzata Legge "Salva olio italiano", la n. 9 del 2013 che impone la tracciabilità in etichetta dell'olio extravergine di oliva e di accelerare il percorso del disegno di legge sui reati agroalimentari, elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell'osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare". Di fronte al moltiplicarsi di frodi e speculazioni, con olio di bassa qualità venduto come extravergine o olio straniero spacciato per italiano – conclude Coldiretti Puglia – bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea e togliere il segreto sulle importazioni di materie prime alimentari dall'estero perché sapere chi sono gli importatori e quali alimenti importano rappresenta un elemento di trasparenza e indubbio vantaggio per i consumatori e per la tutela del 'made in Italy' agroalimentare. Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall'estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy". Ma anche il mondo politico regionale è fortemente preoccupato per quanto sta accadendo e le ripercussioni economiche e sociali che questa situazione comporterà.
"L'olio non è solo un prodotto identitario per la Puglia, ma un motore dell'economia. Un gioiello che la nostra terra ci ha regalato e che le mani dei nostri agricoltori hanno fatto diventare un volano vero del 'made in Puglia' a livello mondiale. Tutelarne la produzione ed il commercio è un dovere per le istituzioni ed è un'azione che passa anche e soprattutto dal sostegno al comparto agricolo. Se Coldiretti Puglia oggi ha lanciato un allarme concreto, divulgando un quadro drammatico per il territorio, la Regione deve aprire le orecchie e darsi da fare con serietà, richiedendo al ministero la declaratoria dello stato di calamità naturale senza incorrere negli errori compiuti nel medesimo procedimento per le gelate, che fummo i primi a segnalare". Lo dichiara il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo. "La dichiarazione dello stato di calamità - aggiunge - fa scattare una serie di importanti benefici economici per i produttori che hanno subito danni ingenti a causa del maltempo. Le stime sono tragiche: secondo Coldiretti, la produzione di olio in Puglia nel solo 2018 è calata del 65%, soprattutto dopo i nubifragi e la tromba d'aria dei giorni scorsi. Non c'è più spazio per errori amministrativi, rinvii e perdite di tempo della politica regionale. C'è bisogno di azione e competenza -conclude Marmo- e chiedo alla Giunta regionale uno scatto di reni, dimostrando reale attenzione alla nostra economia, alla nostra tradizione agricola e ai tanti posti di lavoro che ne derivano".
"Con l'ultima tromba d'aria il bollettino è divenuto catastrofico. In questo contesto è necessario che il Piano Olivicolo Nazionale investa e punti su una regione che produce oltre il 50% dell'olio extravergine italiano, per potenziare una filiera olearia che in Puglia vale 750milioni di euro e che ancora nei primi 6 mesi del 2018 ha visto crescere le esportazioni del 2,1% per un valore di 66 milioni di euro. Chiediamo anche una stretta dei controlli in campagna contro i furti, perché nel nord barese nelle ultime ore hanno rubato le poche olive rimaste sugli alberi", ha ribadito il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. Non solo danni alle produzioni, ma anche alle strutture – afferma Coldiretti Puglia - smottamenti, muretti a secco distrutti dalla violenza delle acque, fabbricati rurali allagati, collegamenti interrotti rendono drammatica una situazione ormai di difficile gestione. "Siamo preoccupati che la brusca diminuzione di olio extravergine pugliese faccia crescere le importazioni di olio dall'estero, perché al danno si aggiungerebbe la beffa. Se si vuole acquistare un 'vero' olio extravergine 100% italiano bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 7-8 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. I 3 elementi da tenere sempre d'occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza", ha aggiunto il Presidente Muraglia.
"Nel primo trimestre 2018 la Puglia ha importato 43,3 milioni di euro di olio extravergine da Grecia e Tunisia – ha denunciato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e per questo serve una stretta sui controlli perché sia accertato il pieno rispetto della Legge Mongiello, ribattezzata Legge "Salva olio italiano", la n. 9 del 2013 che impone la tracciabilità in etichetta dell'olio extravergine di oliva e di accelerare il percorso del disegno di legge sui reati agroalimentari, elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell'osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare". Di fronte al moltiplicarsi di frodi e speculazioni, con olio di bassa qualità venduto come extravergine o olio straniero spacciato per italiano – conclude Coldiretti Puglia – bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea e togliere il segreto sulle importazioni di materie prime alimentari dall'estero perché sapere chi sono gli importatori e quali alimenti importano rappresenta un elemento di trasparenza e indubbio vantaggio per i consumatori e per la tutela del 'made in Italy' agroalimentare. Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall'estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy". Ma anche il mondo politico regionale è fortemente preoccupato per quanto sta accadendo e le ripercussioni economiche e sociali che questa situazione comporterà.
"L'olio non è solo un prodotto identitario per la Puglia, ma un motore dell'economia. Un gioiello che la nostra terra ci ha regalato e che le mani dei nostri agricoltori hanno fatto diventare un volano vero del 'made in Puglia' a livello mondiale. Tutelarne la produzione ed il commercio è un dovere per le istituzioni ed è un'azione che passa anche e soprattutto dal sostegno al comparto agricolo. Se Coldiretti Puglia oggi ha lanciato un allarme concreto, divulgando un quadro drammatico per il territorio, la Regione deve aprire le orecchie e darsi da fare con serietà, richiedendo al ministero la declaratoria dello stato di calamità naturale senza incorrere negli errori compiuti nel medesimo procedimento per le gelate, che fummo i primi a segnalare". Lo dichiara il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo. "La dichiarazione dello stato di calamità - aggiunge - fa scattare una serie di importanti benefici economici per i produttori che hanno subito danni ingenti a causa del maltempo. Le stime sono tragiche: secondo Coldiretti, la produzione di olio in Puglia nel solo 2018 è calata del 65%, soprattutto dopo i nubifragi e la tromba d'aria dei giorni scorsi. Non c'è più spazio per errori amministrativi, rinvii e perdite di tempo della politica regionale. C'è bisogno di azione e competenza -conclude Marmo- e chiedo alla Giunta regionale uno scatto di reni, dimostrando reale attenzione alla nostra economia, alla nostra tradizione agricola e ai tanti posti di lavoro che ne derivano".