Occupazione della palazzina nell'ex distilleria, scarcerati i 17 arrestati
L'amministrazione sarebbe stata a conoscenza dell'allaccio "abusivo"
mercoledì 21 gennaio 2015
11.33
Ottobre 2009. Le due palazzine di via Vittorio Veneto, ognuna delle quali composta da nove appartamenti, di proprietà del Comune di Barletta, nell'area dell'ex distilleria, vengono occupate abusivamente da alcune famiglie barlettane. Da allora, un andirivieni di chiamate all'ordine, di appelli alla responsabilità, di invocazione al ripristino della legalità: non ultimo, lo scorso 13 gennaio – poco più di una settimana fa – è stato disposto il sequestro delle palazzine occupate abusivamente a seguito di un sopralluogo in cui sarebbe emersa la presenza di un allaccio abusivo alla corrente elettrica, tramite una derivazione dall'impianto del vicino Orto Botanico di proprietà comunale.
All'indomani di questa azione, alle famiglie è stata concessa la possibilità di rimanere nello stabile per altri due mesi [la cosiddetta "facoltà d'uso" ndr], e al contempo per i reati contestati sono stati 17 gli arrestati. La dinamica dei fatti è però mutata, tanto che i 17 arrestati sono stati scarcerati in seguito a ulteriori approfondimenti su quanto avvenuto.
Dopo aver sentito anche alcuni dirigenti comunali oltre che i capifamiglia fermati, sembrerebbe sia emerso che il Comune di Barletta fosse a conoscenza di questa situazione ormai da anni, tanto che nel periodo in cui fu staccata l'energia elettrica dall'Enel, con seguenti proteste da parte degli occupanti della palazzina, fu il Comune a individuare come soluzione temporanea quella dell'allaccio al quadro elettrico dell'orto botanico.
A prescindere dal fatto che l'allaccio alla corrente elettrica non poteva essere realizzato dagli stessi occupanti, poiché la procedura richiedeva discrete competenze tecniche, la situazione si concretizzò in due scenari: da un lato, gli occupanti hanno sicuramente beneficiato di quest'erogazione di corrente ma, dall'altro lato, parrebbe esserci stata la tacita approvazione dell'amministrazione comunale, che avrebbe sempre pagato la fornitura di energia elettrica per l'orto botanico, e di conseguenza per le palazzine dell'ex distilleria, facendo gravare la spesa sul bilancio comunale. Beneficio del dubbio in attesa di evidenze contrarie, ma questa ipotesi metterebbe fuori l'Enel dal novero degli eventuali soggetti truffati - se c'è stato allaccio all'orto botanico e questo fosse stato abusivo, l'Enel sarebbe comunque stata onorata dal Comune di Barletta. Se non fosse abusivo, escludendo allacci diretti a tralicci, allora il Comune stesso ne sarebbe stato a conoscenza. Delle due, nessuna rimanderebbe a responsabilità degli occupanti ma, è bene rimarcare, ciò detto per mera ipotesi.
In questa situazione la responsabilità sembrerebbe passare in toto dagli occupanti all'amministrazione comunale, che avrebbe permesso da anni questa situazione, attivandosi anche per una migliore soluzione: il possibile scenario prossimo futuro potrebbe consistere nella richiesta da parte del Comune di rimborso e risarcimento di quanto speso da parte delle famiglie di via Veneto.
Le accuse sarebbero decadute proprio perché non persisterebbe più il reato di furto, visto che il proprietario del servizio – cioè l'amministrazione comunale – sarebbe stata sempre a conoscenza di questa sottrazione di energia elettrica. Perciò coloro che quel giorno furono tratti in arresto ad oggi sono stati scarcerati e sono tornati nell'abitazione di via Vittorio Veneto ma nessuna notizia si è ancora avuta a riguardo della suddetta "facoltà d'uso". Quella ancora permarrebbe e il termine di due mesi rimarrebbe tuttora operativo.
All'indomani di questa azione, alle famiglie è stata concessa la possibilità di rimanere nello stabile per altri due mesi [la cosiddetta "facoltà d'uso" ndr], e al contempo per i reati contestati sono stati 17 gli arrestati. La dinamica dei fatti è però mutata, tanto che i 17 arrestati sono stati scarcerati in seguito a ulteriori approfondimenti su quanto avvenuto.
Dopo aver sentito anche alcuni dirigenti comunali oltre che i capifamiglia fermati, sembrerebbe sia emerso che il Comune di Barletta fosse a conoscenza di questa situazione ormai da anni, tanto che nel periodo in cui fu staccata l'energia elettrica dall'Enel, con seguenti proteste da parte degli occupanti della palazzina, fu il Comune a individuare come soluzione temporanea quella dell'allaccio al quadro elettrico dell'orto botanico.
A prescindere dal fatto che l'allaccio alla corrente elettrica non poteva essere realizzato dagli stessi occupanti, poiché la procedura richiedeva discrete competenze tecniche, la situazione si concretizzò in due scenari: da un lato, gli occupanti hanno sicuramente beneficiato di quest'erogazione di corrente ma, dall'altro lato, parrebbe esserci stata la tacita approvazione dell'amministrazione comunale, che avrebbe sempre pagato la fornitura di energia elettrica per l'orto botanico, e di conseguenza per le palazzine dell'ex distilleria, facendo gravare la spesa sul bilancio comunale. Beneficio del dubbio in attesa di evidenze contrarie, ma questa ipotesi metterebbe fuori l'Enel dal novero degli eventuali soggetti truffati - se c'è stato allaccio all'orto botanico e questo fosse stato abusivo, l'Enel sarebbe comunque stata onorata dal Comune di Barletta. Se non fosse abusivo, escludendo allacci diretti a tralicci, allora il Comune stesso ne sarebbe stato a conoscenza. Delle due, nessuna rimanderebbe a responsabilità degli occupanti ma, è bene rimarcare, ciò detto per mera ipotesi.
In questa situazione la responsabilità sembrerebbe passare in toto dagli occupanti all'amministrazione comunale, che avrebbe permesso da anni questa situazione, attivandosi anche per una migliore soluzione: il possibile scenario prossimo futuro potrebbe consistere nella richiesta da parte del Comune di rimborso e risarcimento di quanto speso da parte delle famiglie di via Veneto.
Le accuse sarebbero decadute proprio perché non persisterebbe più il reato di furto, visto che il proprietario del servizio – cioè l'amministrazione comunale – sarebbe stata sempre a conoscenza di questa sottrazione di energia elettrica. Perciò coloro che quel giorno furono tratti in arresto ad oggi sono stati scarcerati e sono tornati nell'abitazione di via Vittorio Veneto ma nessuna notizia si è ancora avuta a riguardo della suddetta "facoltà d'uso". Quella ancora permarrebbe e il termine di due mesi rimarrebbe tuttora operativo.