Nube tossica dalla Cementeria, il giallo scatena polemiche

Cianci: «Occorre verificare quanto è stato denunciato»

martedì 29 novembre 2016 17.02
Una denuncia anonima, ma che ha creato scalpore e turbolenze nell'opinione pubblica barlettana attenta alla tematica della salvaguardia ambientale. La lettera scritta da un sedicente operaio della Cementeria di Barletta (o almeno così si dichiara nel testo), pubblicata da un noto quotidiano locale, denuncia la diffusione di una nube tossica sprigionata in seguito a una erronea procedura di lavorazione dagli altiforni della Buzzi Unicem nella notte dello scorso 31 maggio.

Secondo quanto spiegato dall'autore di questa missiva, dallo stabilimento si sarebbe elevata una nube "radioattiva e tossica" abbastanza densa che, a causa del vento, si sarebbe lentamente spostata lungo via Andria verso la caserma militare "Stella", con conseguente pericolo per la salute di chi ne avrebbe inalato i fumi derivati dalla combustione di materiale industriale nocivo per la salute.

«La notizia circolata in questi giorni circa la presenza di isotopi radioattivi sprigionati "durante la fase di lavorazione e carico degli altiforni" ci lascia sconcertati e sgomenti» dichiara l'avvocato Michele Cianci, presidente del comitato spontaneo di cittadini "Operazione aria pulita Bat", attenta alla problematica della qualità dell'aria nel nostro territorio. «Se da un lato la lettera, obiettivamente appare ictu oculi anonima, pur risultando essere sottoscritta da un sedicente operaio specializzato – prosegue Cianci - v'è da dire, dall'altro, che i fatti contenuti sono piuttosto circostanziati. Come è evidente, tra l'altro, la lettera dovrebbe essere stata inviata oltre che alla Guardia di Finanza, anche alla Procura, al Ministero della Difesa, alla Caserma Ruggiero Stella e da ultimo al Sindaco. Riteniamo che sarebbe stato opportuno e lo sarebbe ancora oggi, fare una verifica su quanto denunciato, giusto per rasserenare l'animo dei cittadini e della scolaresche che ultimamente stanno raccogliendo l'invito della Buzzi Unicem e visitare l'interno del cementificio che userebbe come combustibile i rifiuti. Pertanto, è auspicabile che l'ARPA di concerto con la ASL BT, enti certamente muniti di mezzi per verificare le eventuale presenza di materiali radioattivi, procedano celermente alla verifica del caso. Siamo certi che nessuno si sottrarrà a tale preciso dovere» chiosa l'avvocato Cianci.