«Non si può svendere l’Adriatico alle multinazionali del petrolio»
Il collettivo "Rivoltiamo la Terra" di Barletta contro le trivellazioni
venerdì 19 giugno 2015
Il collettivo libertario "Rivoltiamo La Terra" di Barletta aderisce all'appello lanciato da movimenti e associazioni pugliesi per fermare le trivellazioni nell'Adriatico e nello Jonio autorizzate dal governo Renzi. «Chiediamo al sindaco di Barletta di impegnarsi da subito per ricorrere al TAR insieme agli altri sindaci dei comuni interessati per fermare queste ricerche devastanti per l'ecosistema marino. Questa improvvisa accelerazione dei procedimenti ci appare come la risposta del governo Renzi al consolidarsi, su tutto il fronte nazionale, di una ferma opposizione istituzionale e non alle scelte energetiche ed alla volontà politica di "svendere" l'Adriatico alle multinazionali del petrolio. La manifestazione del 24 Maggio in Abruzzo è stata il campanello d'allarme per l'attuale maggioranza la cui strategia è, evidentemente, finalizzata a dare piena attuazione allo "Sblocca Italia", delegittimando il testardo lavoro di tutti coloro che si sono attivati per produrre osservazioni, sensibilizzare i territori, organizzato momenti collettivi di piazza, fatto rete.
Aver decretato la compatibilità ambientale delle richieste di prospezione delle due società Spectrum Geo LTD e Northern Petroleum LTD, significa aver apparecchiato la tavola per l'utilizzo del titolo concessorio unico che permetterà alle stesse di poter passare, direttamente, alla ricerca ed alla coltivazione degli idrocarburi in mare. A questo punto è necessario che le regioni le cui coste sono interessate dalle concessioni date alla Spectrum, ovvero, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia (quest'ultima è interessata anche dalla Northern Petroleum), impugnino gli atti del Ministero dell'Ambiente dinanzi al T.A.R. entro 60 gg. o dinanzi al Capo dello Stato entro 120, dando continuità ai pareri negativi espressi negli scorsi anni sia politicamente, con delibere di giunta e consiglio regionale sia sotto l'aspetto amministrativo, ricorrendo, nel caso della Puglia, nel Marzo del 2015, alla Corte Costituzionale verso gli artt. 37 e 38 dello "Sblocca Italia" specifici sul tema della ricerca d'idrocarburi a terra ed a mare.
I Movimenti, le Associazioni, i Comitati e i Coordinamenti pugliesi chiedono alle Regioni di impugnare, dinanzi al TAR, il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 25 marzo 2015 che da attuazione allo "Sblocca Italia" e aggiorna il "disciplinare – tipo", relegando le Regioni a un ruolo del tutto marginale e di promuovere, contestualmente, il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale; chiedono inoltre al Consiglio della Regione Puglia appena eletto e al suo Presidente Michele Emiliano di confermare quanto espresso nella recente consultazione elettorale rispetto al tema delle trivellazioni con tutti gli strumenti politici ed amministrativi possibili; e infine ai Comuni, Province ed Aree Metropolitane, coinvolte nei procedimenti, esprimano la propria opposizione con i rispettivi Consigli, prendendo una posizione netta verso le scelte energetiche del governo Renzi e lo "Sblocca Italia" di cui, come già detto, queste concessioni sono un primo passo verso l'attuazione. Dimostrino la loro contrarietà, ricorrendo al TAR, assumendosene l'onere economico. Il supporto tecnico e amministrativo degli Enti locali è ancora più importante oggi, in un momento in cui l'attività regionale è rallentata dal processo di insediamento del nuovo Consiglio.Noi vigileremo affinchè ciò si verifichi e proseguiremo nell'operazione di critica delle scelte e sensibilizzazione dei territori su quanto sta avvenendo. E' il momento di rimettere al centro l'unità di tutti coloro che si oppongono, da sempre, a questa idea di sviluppo vecchia e senza ritorno, anche scendendo in piazza e manifestando il proprio dissenso verso chi, nella classe politica attuale, "senza se e senza ma" appoggerà le scelte del governo centrale».
Aver decretato la compatibilità ambientale delle richieste di prospezione delle due società Spectrum Geo LTD e Northern Petroleum LTD, significa aver apparecchiato la tavola per l'utilizzo del titolo concessorio unico che permetterà alle stesse di poter passare, direttamente, alla ricerca ed alla coltivazione degli idrocarburi in mare. A questo punto è necessario che le regioni le cui coste sono interessate dalle concessioni date alla Spectrum, ovvero, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia (quest'ultima è interessata anche dalla Northern Petroleum), impugnino gli atti del Ministero dell'Ambiente dinanzi al T.A.R. entro 60 gg. o dinanzi al Capo dello Stato entro 120, dando continuità ai pareri negativi espressi negli scorsi anni sia politicamente, con delibere di giunta e consiglio regionale sia sotto l'aspetto amministrativo, ricorrendo, nel caso della Puglia, nel Marzo del 2015, alla Corte Costituzionale verso gli artt. 37 e 38 dello "Sblocca Italia" specifici sul tema della ricerca d'idrocarburi a terra ed a mare.
I Movimenti, le Associazioni, i Comitati e i Coordinamenti pugliesi chiedono alle Regioni di impugnare, dinanzi al TAR, il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 25 marzo 2015 che da attuazione allo "Sblocca Italia" e aggiorna il "disciplinare – tipo", relegando le Regioni a un ruolo del tutto marginale e di promuovere, contestualmente, il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale; chiedono inoltre al Consiglio della Regione Puglia appena eletto e al suo Presidente Michele Emiliano di confermare quanto espresso nella recente consultazione elettorale rispetto al tema delle trivellazioni con tutti gli strumenti politici ed amministrativi possibili; e infine ai Comuni, Province ed Aree Metropolitane, coinvolte nei procedimenti, esprimano la propria opposizione con i rispettivi Consigli, prendendo una posizione netta verso le scelte energetiche del governo Renzi e lo "Sblocca Italia" di cui, come già detto, queste concessioni sono un primo passo verso l'attuazione. Dimostrino la loro contrarietà, ricorrendo al TAR, assumendosene l'onere economico. Il supporto tecnico e amministrativo degli Enti locali è ancora più importante oggi, in un momento in cui l'attività regionale è rallentata dal processo di insediamento del nuovo Consiglio.Noi vigileremo affinchè ciò si verifichi e proseguiremo nell'operazione di critica delle scelte e sensibilizzazione dei territori su quanto sta avvenendo. E' il momento di rimettere al centro l'unità di tutti coloro che si oppongono, da sempre, a questa idea di sviluppo vecchia e senza ritorno, anche scendendo in piazza e manifestando il proprio dissenso verso chi, nella classe politica attuale, "senza se e senza ma" appoggerà le scelte del governo centrale».