Motivazioni di una candidatura
Voto con consapevolezza e senso di responsabilità. «Barlettalife lo spiega con "S.O.S. io voto libero"»
sabato 27 aprile 2013
12.25
Candidarsi a volte è una scelta di convenienza: un vero e proprio investimento personale, per poi raccoglierne dall'accresciuto potere un profitto avendo 'le mani in pasta' o come diceva qualcuno, sicuramente in un altro senso, per "stare nella stanza dei bottoni". Sicuramente la candidatura al Consiglio Comunale non è paragonabile, in termini di benefit, ad una al Parlamento. Eppure a volte proporsi al primo, è ritenuto un viatico per ottenere successivi posti in Giunta, in qualche Cda di aziende pubbliche o semipubbliche e così via. Inoltre, c'è anche un mediocre narcisismo, che porta a voler esserci sempre e comunque. Ma questo è deludente nei confronti di coloro che si va a rappresentare.
Indubbiamente questa malinconica disamina non vale per la totalità dei casi. Si può scegliere una candidatura perché si crede che, nonostante tutto, la politica sia una cosa bella: unica arma valida a combattere per dei cambiamenti reali. Esperienza che si può vivere bene o male; ma niente e nessuno può dirsi avulso da questa. Credere che la politica oggi possa portare qualcosa di buono sembra quasi un delirio anacronistico, ma non lo è per forza. Infatti, non si può escludere la volontà di candidarsi per rendersi utile alla città. Concetto questo reso banale dagli utilizzi che tutti i candidati ne fanno. Ma a volte è vero: si può semplicemente comprendere ascoltando e osservando la passione e consapevolezza delle questioni che si vanno ad affrontare. Bisogna conoscere e valutare bene presente e passato, applicando una severa critica distinzionistica dei tanti candidati. Questo è anche un concetto fondamentale che va all'individuazione precipua delle problematiche di un territorio, offrendo realistiche soluzioni; e sì, perché il problema è proprio questo: tutti sanno elencare i principali problemi della città, ma pochi hanno la giusta visione per risolverli.
Recentemente si è parlato di "diritto a lamentarsi", e che questo bisogna meritarselo perché la classe dirigente della città la scegliamo noi elettori. Dunque la necessità di comprendere e far comprendere l'importanza della scelta elettorale, facendo conoscere il peso della propria responsabilità individuale. Una responsabilità che non si deve svendere; Barlettalife lo sta spiegando con la campagna "S.O.S. io voto libero", ma il passato anche recente ci dimostra come tale superficialità sia dannosa per tutti. È comprensibile che ci siano motivi che portano ad una candidatura per esaltare la passione e fugare l'ebbrezza del potere facile: sarà proprio chi intraprende la carriera politica senza nobili presupposti a offrirvi 50€ per il voto. Chi crede nella politica vera, non verrà mai a elemosinare il vostro voto.
Chi pensa di far politica solo per un proprio tornaconto ha sbagliato strada, e i barlettani hanno l'opportunità di farlo capire. Non si può subire la propria esistenza. Alla base ci sono comunque delle idee che devono trovare spazio di realizzazione, che solo le scelte consapevoli degli elettori possono giudicare, in base a chi ha giusti propositi, giuste competenze, visioni 'privilegiate' dei problemi. Si chiede cambiamento a destra e a sinistra. Smettiamola di chiederlo, lo si attui.
Indubbiamente questa malinconica disamina non vale per la totalità dei casi. Si può scegliere una candidatura perché si crede che, nonostante tutto, la politica sia una cosa bella: unica arma valida a combattere per dei cambiamenti reali. Esperienza che si può vivere bene o male; ma niente e nessuno può dirsi avulso da questa. Credere che la politica oggi possa portare qualcosa di buono sembra quasi un delirio anacronistico, ma non lo è per forza. Infatti, non si può escludere la volontà di candidarsi per rendersi utile alla città. Concetto questo reso banale dagli utilizzi che tutti i candidati ne fanno. Ma a volte è vero: si può semplicemente comprendere ascoltando e osservando la passione e consapevolezza delle questioni che si vanno ad affrontare. Bisogna conoscere e valutare bene presente e passato, applicando una severa critica distinzionistica dei tanti candidati. Questo è anche un concetto fondamentale che va all'individuazione precipua delle problematiche di un territorio, offrendo realistiche soluzioni; e sì, perché il problema è proprio questo: tutti sanno elencare i principali problemi della città, ma pochi hanno la giusta visione per risolverli.
Recentemente si è parlato di "diritto a lamentarsi", e che questo bisogna meritarselo perché la classe dirigente della città la scegliamo noi elettori. Dunque la necessità di comprendere e far comprendere l'importanza della scelta elettorale, facendo conoscere il peso della propria responsabilità individuale. Una responsabilità che non si deve svendere; Barlettalife lo sta spiegando con la campagna "S.O.S. io voto libero", ma il passato anche recente ci dimostra come tale superficialità sia dannosa per tutti. È comprensibile che ci siano motivi che portano ad una candidatura per esaltare la passione e fugare l'ebbrezza del potere facile: sarà proprio chi intraprende la carriera politica senza nobili presupposti a offrirvi 50€ per il voto. Chi crede nella politica vera, non verrà mai a elemosinare il vostro voto.
Chi pensa di far politica solo per un proprio tornaconto ha sbagliato strada, e i barlettani hanno l'opportunità di farlo capire. Non si può subire la propria esistenza. Alla base ci sono comunque delle idee che devono trovare spazio di realizzazione, che solo le scelte consapevoli degli elettori possono giudicare, in base a chi ha giusti propositi, giuste competenze, visioni 'privilegiate' dei problemi. Si chiede cambiamento a destra e a sinistra. Smettiamola di chiederlo, lo si attui.