Monitoraggio ambientale, Caracciolo: «Illustreremo i risultati il 25 settembre»

Il Collettivo Exit non ci sta: «Non si fa nulla per arginare il disastro»

giovedì 10 agosto 2017
Dopo le polemiche degli ultimi giorni sulla mancata divulgazione dei dati relativi al monitoraggio ambientale effettuato a Barletta - così come denunciato dal consigliere regionale Grazia Di Bari - è intervenuto l'assessore regionale all'Ambiente Filippo Caracciolo con una nota ufficiale in cui si legge: «Si è tenuta in data 8 agosto 2017 una riunione da me promossa presso il Dipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio avente ad oggetto il monitoraggio ambientale nella città di Barletta. Nel corso della riunione alla presenza dei rappresentanti degli enti coinvolti nelle attività di monitoraggio i presenti analizzata la documentazione fornita dal Direttore del CNR-IRSA hanno preso atto delle attività di monitoraggio delle acque sotterranee e del monitoraggio sul top soil, da cui sono stati evidenziati dei superamenti su alcuni parametri tra cui 'cromo esavalente', 'composti di etilene', nitrati', 'solfati' e 'cloroformio' ed alcuni 'metalli pesanti'.

Attesa la necessità di ulteriori considerazioni si è convenuto di riservarsi la facoltà di approfondire gli aspetti specifici per la chiusura entro la fine del mese di agosto 2017 della prima fase del monitoraggio prevista dal primo Protocollo di Intesa coordinato dalla Provincia di Barletta-Andria-Trani. CNR-IRSA renderà pubblici entro la prima settimana di Settembre i risultati della prima fase che il giorno 25 settembre 2017 saranno al centro di un incontro pubblico nel corso del quale sarà illustrata la proposta progettuale della seconda fase al fine di una condivisione pubblica. Considerati gli esiti dei monitoraggi si è deciso di dover procedere all'avvio delle indagini preliminari sulle matrici acqua e suolo, dell'area oggetto di studio estese alle realtà insediative non ancora indagate, quale primo intervento immediato propedeutico alla eventuale caratterizzazione dell'intero sito ed alla costruzione del modello concettuale. Tali attività è stato precisato che verranno condotte su pozzi e piezometri dislocati in aree pubbliche utilizzando strategie innovative sia di carattere diagnostico per ricostruzione modellistica (affiancando alla distribuzione dei contaminanti l'impiego di biomaker) che per la bonifica sostenibile.

Al fine di comprendere se vi siano ulteriori soggetti obbligati che possano aver determinato tale potenziale contaminazione si ritiene di dover provvedere all'effettuazione di ulteriori controlli su aree private, auspicando un'adesione dei gestori/proprietari e comunque a tutela della salute pubblica. Il monitoraggio effettua la verifica dell'area, l'indagine preliminare indaga il rapporto causa-effetto, con caratterizzazione e bonifica. In sostanza le indagini preliminari che individuano le cause e l'effetto sono indispensabili per individuare il responsabile dell'inquinamento e anche per questo l'indagine preliminare deve essere allargata a tutta l'area. Gli obiettivi fissati sono: individuazione della sorgente della contaminazione, le possibili azioni da effettuare nell'area, le azioni di messa in sicurezza o bonifica. A tal proposito annuncio la prossima la pubblicazione da parte della Regione dell'avviso rivolto ai Comuni per reperire fondi per intervenire e bonificare siti inquinati proprio con l'obiettivo di sanare situazioni che si trascinano da anni. Le analisi condotte sinora sono state effettuate con una nuovi approcci analitici. A settembre saranno resi noti i risultati delle analisi biomolecolari mentre la seconda fase si concentrerà sulle indagini preliminari, sulle soglie di rischio e sulla caratterizzazione».

«Evitando di rispondere a chi ha solo intenzione di cavalcare il tema ambientale a Barletta spinto da demagogia e populismo - continua l'assessore - mi limito a fare osservare che oggi possiamo parlare di dati certi ed elementi certificati da enti qualificati grazie all'impegno delle Istituzioni ed alla sottoscrizione del Protocollo di Intesa sul monitoraggio ambientale a Barletta da me ispirato in qualità di Presidente della V Commissione Ambiente della Regione Puglia. Sono fiducioso che il percorso intrapreso – commenta Filippo Caracciolo – possa portarci all'obiettivo del risanamento ambientale del territorio. Nel prendere le distanze dalle molteplici speculazioni sul tema voglio ricordare l'impegno prodotto dalla Regione che ha stanziato fondi, al fianco delle altre Istituzioni, avendo come unico scopo la volontà di fare chiarezza per perseguire la tutela e la salvaguardia dell'Ambiente e della Salute dei cittadini».

Replicando a questa nota interviene Alessandro Zagaria in nome del Collettivo Exit. «Sono passati 90 giorni dalla riunione in Provincia tra gli enti preposti al monitoraggio ambientale in cui sono state riscontrate presenze nella falda e nel suolo di cromo, cromo esavalente, nitrati, solfati, arsenico, piombo, berillio, zinco e alluminio e dinanzi a questo disastro ambientale il neo assessore all'Ambiente della Regione Puglia Caracciolo con un comunicato informa la città che i dati saranno presentati con calma il prossimo 25 settembre, annunciando anche la seconda fase del monitoraggio per individuare i responsabili.

Quindi tutti noi dovremmo aspettare altri 47 giorni per conoscere finalmente quello che ormai è sotto gli occhi di tutti, un disastro ambientale conclamato ormai da anni (da noi denunciato con mobilitazioni e proposte) senza che le istituzioni abbiano fatto nulla per fermarlo o arginarlo. Inoltre l'assessore Caracciolo parla di una seconda fase del monitoraggio per individuare i responsabili; dobbiamo dedurre che colui che ha promosso queste indagini non ha letto neanche il verbale visto che l'Arpa per quanto riguarda la presenza di cromo esavalente afferma che questo viene prodotto nei cementifici e che per i solfati viene chiamata in causa la Timac; quindi alcuni elementi ci sono per l'individuazione dei responsabili.

Nulla però viene detto sulle azioni da mettere in campo per fermare questo scempio; non sappiamo se saranno mai fatte le bonifiche e soprattutto chi dovrà pagarle. Senza dimenticare che ad oggi non è mai partito il monitoraggio delle aziende insalubri (dove è previsto il monitoraggio dell'aria mai effettuato) così come proposto dalla delibera di iniziativa popolare promossa dal Forum Salute Ambiente e approvata dal Consiglio Comunale (con lo stanziamento di 100.000 euro). Su queste vicende come al solito si eclissa un'amministrazione comunale a cui sembrano non interessare questioni legate alla salute e alla salvaguardia del nostro ecosistema; ma a tutto questo ormai siamo abituati» conclude Zagaria.