Maxi frode fiscale, coinvolte due società edili di Barletta: sette indagati
La Guardia di Finanza sequestra denaro e beni per un valore complessivo di quasi 12 milioni di euro
lunedì 14 ottobre 2024
8.51
I Finanzieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Trani su richiesta della locale Procura (gruppo specializzato in materia di reati tributari, fallimentari e societari) nei confronti di sette persone indagate in concorso per frode fiscale, procedendo altresì al sequestro di denaro, beni mobili, immobili, quote societarie, aziendale, per un valore complessivo di quasi 12 milioni di euro.
Al termine di complesse e prolungate indagini condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Barletta, sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica, sono state acclarate gravi condotte fiscalmente fraudolente nella gestione di due note società a responsabilità limitata di Barletta operanti nella costruzione di edifici residenziali, consistenti nell'emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, nonché la falsa somministrazione di manodopera.
L'attività investigativa, originata dalle verifiche fiscali alle due società in questione, ha fatto emergere un meccanismo fraudolento per cui una delle due società utilizzava fatture emesse da parte di quattro cartiere che generavano credito d'imposta per compensare il debito fiscale dei lavoratori assunti e, a sua volta, mediante simulati contratti di sub appalto, fatturava e creava costi alla società madre (unica operante) con il conseguente artificioso abbattimento dell'utile di esercizio e delle imposte dovute.
Ai fini della quantificazione del valore del sequestro è stata contestata alle società l'ipotesi di responsabilità amministrativa dell'ente, che prevede sia sanzioni pecuniarie che interdittive e di confisca, quest'ultima parametrata al profitto illecito ottenuto.
Numerosi sono i beni di lusso, le disponibilità finanziarie così come quasi 30 sono gli immobili posti in sequestro e cautelati per il successivo ristoro erariale e gestiti da un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.
E' doveroso precisare che per gli indagati vige il principio di non colpevolezza fino ad eventuale condanna definitiva. I provvedimenti adottati nel corso delle indagini sono non definitivi: i fatti indicati dovranno essere provati nel corso del processo grazie anche al contributo della difesa.
L'attività investigativa condotta dalle Fiamme Gialle, da sempre accanto alle imprese oneste, conferma l'alto valore strategico della sinergia con l'Autorità Giudiziaria che coordina le indagini. Il contrasto all'evasione fiscale, anche con le modalità sopra descritte, rappresenta un fenomeno sociale che distorce la leale concorrenza ed il libero mercato del lavoro e compromette il rapporto di fiducia tra cittadini e Istituzioni pubbliche per la forte iniquità generata dalla sottrazione della ricchezza prodotta che dovrebbe essere redistribuita in ossequio ai principi della Costituzione per la costruzione di un sistema sociale più equo e competitivo.
Al termine di complesse e prolungate indagini condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Barletta, sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica, sono state acclarate gravi condotte fiscalmente fraudolente nella gestione di due note società a responsabilità limitata di Barletta operanti nella costruzione di edifici residenziali, consistenti nell'emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, nonché la falsa somministrazione di manodopera.
L'attività investigativa, originata dalle verifiche fiscali alle due società in questione, ha fatto emergere un meccanismo fraudolento per cui una delle due società utilizzava fatture emesse da parte di quattro cartiere che generavano credito d'imposta per compensare il debito fiscale dei lavoratori assunti e, a sua volta, mediante simulati contratti di sub appalto, fatturava e creava costi alla società madre (unica operante) con il conseguente artificioso abbattimento dell'utile di esercizio e delle imposte dovute.
Ai fini della quantificazione del valore del sequestro è stata contestata alle società l'ipotesi di responsabilità amministrativa dell'ente, che prevede sia sanzioni pecuniarie che interdittive e di confisca, quest'ultima parametrata al profitto illecito ottenuto.
Numerosi sono i beni di lusso, le disponibilità finanziarie così come quasi 30 sono gli immobili posti in sequestro e cautelati per il successivo ristoro erariale e gestiti da un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.
E' doveroso precisare che per gli indagati vige il principio di non colpevolezza fino ad eventuale condanna definitiva. I provvedimenti adottati nel corso delle indagini sono non definitivi: i fatti indicati dovranno essere provati nel corso del processo grazie anche al contributo della difesa.
L'attività investigativa condotta dalle Fiamme Gialle, da sempre accanto alle imprese oneste, conferma l'alto valore strategico della sinergia con l'Autorità Giudiziaria che coordina le indagini. Il contrasto all'evasione fiscale, anche con le modalità sopra descritte, rappresenta un fenomeno sociale che distorce la leale concorrenza ed il libero mercato del lavoro e compromette il rapporto di fiducia tra cittadini e Istituzioni pubbliche per la forte iniquità generata dalla sottrazione della ricchezza prodotta che dovrebbe essere redistribuita in ossequio ai principi della Costituzione per la costruzione di un sistema sociale più equo e competitivo.