Lutto per la dottoressa Cerniglia, il commiato dell'ex sindaco Cascella
«Un prezioso lascito che oggi merita il riconoscimento e la pubblica memoria»
lunedì 12 novembre 2018
«Impressiona e rattrista la notizia dell'improvvisa scomparsa del prefetto Maria Antonietta Cerniglia. Aveva ricevuto il primo incarico e ricoperto per la responsabilità di rappresentare il governo nella Provincia Barletta Andria Trani, e forse ora si può meglio comprendere la ragione del repentino trasferimento ad Enna, nella sua regione natia, a cui era profondamente legata». Sono le parole, espresse tramite i social network, dell'ex sindaco di Barletta Pasquale Cascella.
«Ma per quanto breve sia stato, nel servizio assolto nella nostra terra la dottoressa Cerniglia è riuscita a far convergere tutte le sue esperienze professionali - in branche delicate dell'amministrazione dell'Interno e in diverse sensibili realtà territoriali - nell'affrontare i problemi quotidiani delle comunità, con grande sensibilità per le dinamiche sociali. Soprattutto aveva puntato a consolidare la fragile struttura della giovane provincia della valle dell'Ofanto con una identità istituzionale in grado di esprimere pienamente la complessità storica del territorio.
È questa preziosa e sensibile lascito che oggi merita il riconoscimento e la pubblica memoria. Insieme al rimpianto di chi ha avuto modo di conoscere e apprezzarne le personali doti di cultura e di umanità».
«Ma per quanto breve sia stato, nel servizio assolto nella nostra terra la dottoressa Cerniglia è riuscita a far convergere tutte le sue esperienze professionali - in branche delicate dell'amministrazione dell'Interno e in diverse sensibili realtà territoriali - nell'affrontare i problemi quotidiani delle comunità, con grande sensibilità per le dinamiche sociali. Soprattutto aveva puntato a consolidare la fragile struttura della giovane provincia della valle dell'Ofanto con una identità istituzionale in grado di esprimere pienamente la complessità storica del territorio.
È questa preziosa e sensibile lascito che oggi merita il riconoscimento e la pubblica memoria. Insieme al rimpianto di chi ha avuto modo di conoscere e apprezzarne le personali doti di cultura e di umanità».