Legge elettorale: collegio del nord-barese alla Camera, Barletta con Foggia al Senato
Nell'Italicum, le fusioni a freddo dei vecchi collegi del Mattarellum
lunedì 27 gennaio 2014
Se l'Italicum sia un nuovo Porcellum, è certamente il dubbio principe del rinato dibattito italiano sulla nuova legge elettorale. Ma per non farci mancare davvero nulla, i nuovi collegi elettorali previsti, che sin da subito hanno suscitato caos e polemiche, saranno il risultato di accorpamenti dei vecchi collegi uninominali del Mattarellum per l'elezione della Camera dei Deputati, riesumati quindi per l'occasione.
Le tabelle (pubblicate dal sito del quotidiano L'Unità, e che riproponiamo di seguito in allegato) contenenti i nuovi collegi, che eleggeranno tra i 3 e i 6 parlamentari, sono finalmente giunte venerdì sera in commissione Affari Costituzionali alla Camera dei Deputati, in ritardo rispetto al precedente arrivo del testo di legge. A tal riguardo, durissimo è stato il commento via Facebook, da parte del deputato andriese del M5S, Giuseppe D'Ambrosio, membro della commissione: «Ennesima truffa perpetrata ai danni degli italiani in Commissione Affari Costituzionali. Il Presidente Sisto, braccio armato del duetto Renzi-Berlusconi, si presenta in commissione con le tabelle già realizzate. Le Tabelle sono le suddivisioni in collegi del territorio. Sono la chiave strategica di ogni legge elettorale perché potete benissimo comprendere che ognuno si divide il territorio come gli conviene per le proprie previsioni di votazioni. Esempio: includo o no nella mia circoscrizione la città di Trani, se questa mi vota o meno, visto che io mi candiderei in questo collegio. Queste tabelle sono sicuramente frutto di un lavoro extra parlamentare. Gli uffici ed i gruppi non possono aver elaborato le stesse perché servono mesi di lavoro. Immagino quindi fossero già pronte da parte del duetto allegro».
Analizziamo quale sarebbe lo scenario per Barletta e per la Bat, previsto dall'Italicum, che assegnerebbe così alla Puglia 11 collegi elettorali per l'elezione della Camera, e 4 per l'elezione del Senato.
Per l'elezione della Camera dei Deputati, il nuovo collegio 116, sarebbe l'unione dei vecchi collegi di Andria, Barletta, Trani, Molfetta. Verrebbe fuori così un collegio che unisce la Bat, con l'esclusione di Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, e Trinitapoli, ai comuni di Molfetta (che nel vecchio collegio era assieme a Bisceglie), Corato e Ruvo (parte del vecchio collegio di Trani). Margherita, San Ferdinando, Trinitapoli, ricadendo infatti nel vecchio collegio di Manfredonia, Mattinata, Monte Sant'Angelo, Zapponeta e Isole Tremiti, andrebbero invece a formare il nuovo collegio 114, nel quale verrebbero uniti il collegio appunto di Manfredonia, con i collegi di San Giovanni Rotondo e San Severo. Si andrebbe così a formare un unico collegio comprendente il nord-foggiano, il Gargano, e la zona costiera del sud-foggiano, compresi i tre comuni della Bat. «Stanno realizzando ad esempio in Puglia - ha aggiunto D'Ambrosio in un altro post - collegi molto piccoli dove il potente di turno sarà senza avversari e quindi certamente sarà eletto e poi realizzano un collegio gigantesco senza anche alcuna contiguità territoriale come quello di, udite udite, Andria-Barletta-Trani-Molfetta. Pazzesco!». In realtà la continuità territoriale, almeno nel collegio di questo territorio, c'è, in quanto i quattro comuni citati davano il nome ai vecchi collegi (Bisceglie non viene menzionato, ma rientrava come detto nel collegio di Molfetta). D'altra parte, la grandezza del collegio è certamente importante, in quanto sfiora la rappresentanza di 475mila abitanti, rendendo così inevitabilmente (volutamente secondo D'Ambrosio) sproporzionati tra loro gli 11 collegi pugliesi, visto che la nostra regione supera di poco i 4 milioni di abitanti.
Per l'elezione del Senato della Repubblica, il nuovo collegio 66 sarebbe l'unione dei vecchi collegi di Andria, Barletta, Trani, Cerignola, Foggia Centro, Foggia-Lucera, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, e San Severo. Verrebbe così fuori un collegio che unisce le provincie di Foggia e di Barletta-Andria-Trani, con l'esclusione di Bisceglie, ma con l'aggiunta di Corato e Ruvo (parte del vecchio collegio di Trani). Bisceglie, infatti, ricadendo nel vecchio collegio in cui era assieme a Molfetta, andrebbe invece a formare il nuovo collegio 67, nel quale verrebbero uniti il collegio appunto di Molfetta, i 3 collegi di Bari, e i collegi di Altamura, Bitonto, Modugno, Triggiano. Bisceglie si ritroverebbe quindi in un collegio elettorale con quasi tutta la provincia di Bari (escluse le zone del sud e sud-est barese, ricadenti nei vecchi collegi di Monopoli e Putignano, che si andrebbero ad unire con i collegi delle province di Brindisi e Taranto).
Tra diaspore e unioni che ricordano le diatribe degli anni appena trascorsi sulla tentata riforma delle province del governo Monti, tra i dubbi che dietro tutto ciò si nascondano ancora una volta accordi sottobanco e non alla luce del sole delle aule parlamentari, i nuovi collegi appaiono come dei nuovi ibridi (migliori o peggiori, è da valutare, ma sempre ibridi restano), quali già furono quelli del Mattarellum. Il clima politico, come nel 1993, anche oggi, ci ha messo poi pesantemente del suo. Ma a questo punto, ci si può anche chiedere: non sarebbero tornate utili, come riferimento per i nuovi collegi elettorali, proprio le tanto amate e odiate province?
Le tabelle (pubblicate dal sito del quotidiano L'Unità, e che riproponiamo di seguito in allegato) contenenti i nuovi collegi, che eleggeranno tra i 3 e i 6 parlamentari, sono finalmente giunte venerdì sera in commissione Affari Costituzionali alla Camera dei Deputati, in ritardo rispetto al precedente arrivo del testo di legge. A tal riguardo, durissimo è stato il commento via Facebook, da parte del deputato andriese del M5S, Giuseppe D'Ambrosio, membro della commissione: «Ennesima truffa perpetrata ai danni degli italiani in Commissione Affari Costituzionali. Il Presidente Sisto, braccio armato del duetto Renzi-Berlusconi, si presenta in commissione con le tabelle già realizzate. Le Tabelle sono le suddivisioni in collegi del territorio. Sono la chiave strategica di ogni legge elettorale perché potete benissimo comprendere che ognuno si divide il territorio come gli conviene per le proprie previsioni di votazioni. Esempio: includo o no nella mia circoscrizione la città di Trani, se questa mi vota o meno, visto che io mi candiderei in questo collegio. Queste tabelle sono sicuramente frutto di un lavoro extra parlamentare. Gli uffici ed i gruppi non possono aver elaborato le stesse perché servono mesi di lavoro. Immagino quindi fossero già pronte da parte del duetto allegro».
Analizziamo quale sarebbe lo scenario per Barletta e per la Bat, previsto dall'Italicum, che assegnerebbe così alla Puglia 11 collegi elettorali per l'elezione della Camera, e 4 per l'elezione del Senato.
Per l'elezione della Camera dei Deputati, il nuovo collegio 116, sarebbe l'unione dei vecchi collegi di Andria, Barletta, Trani, Molfetta. Verrebbe fuori così un collegio che unisce la Bat, con l'esclusione di Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, e Trinitapoli, ai comuni di Molfetta (che nel vecchio collegio era assieme a Bisceglie), Corato e Ruvo (parte del vecchio collegio di Trani). Margherita, San Ferdinando, Trinitapoli, ricadendo infatti nel vecchio collegio di Manfredonia, Mattinata, Monte Sant'Angelo, Zapponeta e Isole Tremiti, andrebbero invece a formare il nuovo collegio 114, nel quale verrebbero uniti il collegio appunto di Manfredonia, con i collegi di San Giovanni Rotondo e San Severo. Si andrebbe così a formare un unico collegio comprendente il nord-foggiano, il Gargano, e la zona costiera del sud-foggiano, compresi i tre comuni della Bat. «Stanno realizzando ad esempio in Puglia - ha aggiunto D'Ambrosio in un altro post - collegi molto piccoli dove il potente di turno sarà senza avversari e quindi certamente sarà eletto e poi realizzano un collegio gigantesco senza anche alcuna contiguità territoriale come quello di, udite udite, Andria-Barletta-Trani-Molfetta. Pazzesco!». In realtà la continuità territoriale, almeno nel collegio di questo territorio, c'è, in quanto i quattro comuni citati davano il nome ai vecchi collegi (Bisceglie non viene menzionato, ma rientrava come detto nel collegio di Molfetta). D'altra parte, la grandezza del collegio è certamente importante, in quanto sfiora la rappresentanza di 475mila abitanti, rendendo così inevitabilmente (volutamente secondo D'Ambrosio) sproporzionati tra loro gli 11 collegi pugliesi, visto che la nostra regione supera di poco i 4 milioni di abitanti.
Per l'elezione del Senato della Repubblica, il nuovo collegio 66 sarebbe l'unione dei vecchi collegi di Andria, Barletta, Trani, Cerignola, Foggia Centro, Foggia-Lucera, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, e San Severo. Verrebbe così fuori un collegio che unisce le provincie di Foggia e di Barletta-Andria-Trani, con l'esclusione di Bisceglie, ma con l'aggiunta di Corato e Ruvo (parte del vecchio collegio di Trani). Bisceglie, infatti, ricadendo nel vecchio collegio in cui era assieme a Molfetta, andrebbe invece a formare il nuovo collegio 67, nel quale verrebbero uniti il collegio appunto di Molfetta, i 3 collegi di Bari, e i collegi di Altamura, Bitonto, Modugno, Triggiano. Bisceglie si ritroverebbe quindi in un collegio elettorale con quasi tutta la provincia di Bari (escluse le zone del sud e sud-est barese, ricadenti nei vecchi collegi di Monopoli e Putignano, che si andrebbero ad unire con i collegi delle province di Brindisi e Taranto).
Tra diaspore e unioni che ricordano le diatribe degli anni appena trascorsi sulla tentata riforma delle province del governo Monti, tra i dubbi che dietro tutto ciò si nascondano ancora una volta accordi sottobanco e non alla luce del sole delle aule parlamentari, i nuovi collegi appaiono come dei nuovi ibridi (migliori o peggiori, è da valutare, ma sempre ibridi restano), quali già furono quelli del Mattarellum. Il clima politico, come nel 1993, anche oggi, ci ha messo poi pesantemente del suo. Ma a questo punto, ci si può anche chiedere: non sarebbero tornate utili, come riferimento per i nuovi collegi elettorali, proprio le tanto amate e odiate province?