Legge anti Gap o pro Gap? «Si sta scambiando l’effetto con la causa»

Introna risponde alle insinuazioni della Federazione degli industriali del gioco legale sulla l. 43 del 31 dicembre 2013

domenica 9 marzo 2014
A cura di Floriana Doronzo
Sarà il gusto del frutto proibito, sarà che quel frutto è irrinunciabile per molti ludopatici, ma non c'è altezza d'albero che impedisca di coglierlo a chi ne sente la mancanza. I dati sul gioco d'azzardo illegale in Italia sono in costante aumento: 23 miliardi di euro registrati nel 2013. Questo il dato che ha portato la Federazione degli industriali del gioco legale ad accusare la legge pugliese contro il Gap (gioco d'azzardo patologico) di favorire il fenomeno clandestino. Il presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna, replica così: «Sono infondate e da respingere al mittente le dichiarazioni contro la legge pugliese contro la ludopatia. La 43 del dicembre 2013 non favorisce il gioco illegale e ha fissato regole pesanti per quello 'legale' facendosi carico della malattia e dei suoi inaccettabili costi sociali. Le sale non autorizzate erano già cresciute da 175 a 336, quando il Consiglio regionale ha approvato le norme, solo tre mesi fa. Si era già consumato l'incremento esponenziale del 65% dell'azzardo illegale in Puglia. È artificioso e scorretto attribuire la crescita del 92%, nella sola città di Bari, a un intervento legislativo di fine anno».

Incalza Introna: «Dov'erano il presidente di Sistema Gioco Massimo Passamonti e il direttore dei Monopoli Rachele Cantelli quando la rete illegale si allargava? Come si fa ad affermare che è stata una legge a causare questa proliferazione, che viene da lontano e non è mai stata invisibile? Non posso pensare che la presenza in Puglia e le dichiarazioni siano state determinate dall'aver preso atto del calo della raccolta di gioco del 2,6% nella regione e del minor gettito fiscale per lo Stato di 16,5 miliardi nel 2013. Quando il Consiglio regionale approva una legge importante contro una malattia compulsiva, che impoverisce le famiglie, sarebbe il caso di pensare più al bene di tanti che ai proventi delle macchinette mangiasoldi, costrette ad allontanarsi di almeno 500 metri dai luoghi frequentati da minori, anziani, soggetti a rischio, ospedali, comunità, centri di aggregazione sociale e sportiva».

Proposte di collaborazione legislativa e di controllo chiudono la replica: «Chi si accorge oggi del malaffare dov'è stato finora? In questi anni, al pari dell'incremento delle licenze e dei fatturati legali, sono cresciuti numeri e profitti clandestini di chi vampirizza il denaro dei più deboli. I dati del gioco illegale sono stratificati ed è bene denunciarli – fa notare Introna – ma vigilare non competeva certo ai consiglieri regionali. L'attività di contrasto è prerogativa delle Forze dell'Ordine e della Magistratura. Ho già dichiarato fin d'ora al prefetto di Bari la disponibilità del Consiglio regionale a collaborare a qualsiasi iniziativa. La estendo all'Associazione industriali, ai Monopoli di Stato, all'Anci e a tutti i soggetti interessati. E se sarà necessario un intervento di carattere legislativo, siamo pronti a fare nuovamente la nostra parte, sempre nell'interesse della comunità».