La Puglia dice sì al referendum ma non basta

Legambiente: «Contestiamo lo sfruttamento a tempo indeterminato dei giacimenti»

lunedì 18 aprile 2016 19.23
il quorum non sia stato raggiunto, alle consultazioni del 17 aprile la Puglia, con un'affluenza di quasi dieci punti percentuali in più rispetto alla media italiana, ha risposto e ha risposto "sì" con il 95,1 per cento dei votanti, che si è espresso a favore dell'abrogazione della norma che permette alle compagnie petrolifere di estrarre idrocarburi a tempo indeterminato entro le 12 miglia.

«Mettendo da parte l'ideologia e guardando i fatti, la mobilitazione delle associazioni ambientaliste, dei movimenti No Triv e delle Regioni, ha costretto il Governo a ripristinare il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia e a dichiarare non strategiche per legge le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi che godevano di iter semplificati e super accelerati. A questo si aggiunge la moratoria della Croazia e della Francia contro le nuove trivellazioni. Nonostante il quorum non sia stato raggiunto, di una cosa siamo certi: la proroga senza limiti delle concessioni per l'estrazione di petrolio e gas è in contrasto con le regole del diritto dell'Unione Europea sulla libera concorrenza. A tal proposito nei prossimi giorni presenteremo una denuncia alla Commissione europea contro la norma che concede alle società petrolifere di estrarre idrocarburi fino a vita utile dei giacimenti». Questo il commento di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, all'indomani del referendum sulle trivellazioni.

La campagna referendaria ha aperto un serio dibattito sull'uscita dai combustibili fossili. L'Italia possiede oggi risorse naturali e opportunità per ridurre l'utilizzo di petrolio e gas puntando sulle alternative realmente competitive ma bloccate da politiche miopi e sbagliate: l'autoproduzione da energie rinnovabili, il biometano, l'efficienza energetica. «Lo scorso 30 marzo, anche i sindaci pugliesi, in occasione dell'arrivo del Treno Verde nella nostra regione, hanno sottoscritto il Manifesto dell'Autoproduzione da fonti rinnovabili, unendosi agli oltre 400 amministratori italiani che hanno detto 'no' a un'Italia ancora schiava del petrolio. Le fonti fossili rappresentano il passato, soprattutto in una regione come la Puglia che produce il 21,5% dell'energia totale da fonti rinnovabili, pari al 45% dei consumi totali regionali. Riteniamo dunque che questa possa rappresentare la strada più efficace e praticabile per costruire un futuro incentrato sulle rinnovabili e sull'efficienza energetica» ha concluso Tarantini.