La protesta dei trattori arriva in Prefettura a Barletta

Presidio degli agricoltori sotto l'ufficio territoriale del governo

venerdì 9 febbraio 2024 12.53
A cura di Adriano Antonucci
Sono partiti da San Ferdinando diretti al palazzo della Prefettura per essere ricevuti dal Prefetto Rossana Riflesso ed esternare le proprie rivendicazioni: la "protesta dei trattori" è arrivata anche a Barletta. Un folto gruppo di agricoltori accompagnati da prodotti tipici come il carciofo e le cime si sono ritrovati davanti all'ufficio territoriale del governo esponendo cartelli come "anche noi giovani vogliamo un futuro" e "difendiamo il Made in Italy" e spiegando quelle che sono le motivazioni che li hanno spinti a protestare.

«Il nostro settore è ormai allo sbaraglio» ha spiegato l'imprenditore agricolo Vincenzo Cicolella puntando il dito in particolare contro «l'invasione del prodotto estero in qualsiasi categoria dal latte, all'ortofrutta fino ad arrivare all'olio». Questa situazione pone gli agricoltori non avere «una parte reddituale giusta. Parliamo di un problema che va fatto comprendere a tutti. La merce che arriva dall'estero deve essere messa in distribuzione solo qualora non ci fosse la possibilità di farlo con quella italiana». Per superare questa situazione servono: «prezzo minimo garantito di ogni tipo di prodotto calcolato sui costi di produzione e su quello che è il guadagno degli agricoltori ma anche di chi si occupa della trasformazione creando una filiera certa. La grande distribuzione deve poi applicare le giuste percentuali di ricarico perchè quelle odierne sono enormemente elevate. Se il prodotto costa troppo il consumatore o aspetta che il prezzo si abbassa o decide di non acquistare».

«Vogliamo tutelare i prodotti che da secoli e millenni, grazie al lavoro dei nostri nonni e dei nostri antenati rendono l'Italia un eccellenza dal punto di vista alimentare facendo crescere i nostri figli nel modo giusto. Oggi - spiega l'imprenditore agricolo Vito Musciolà - vorrebbero farci mangiare vermi, insetti e altre cose che non ci appartengono, il nostro cibo è invidiato nel mondo e va difeso da tutti».

Tra le problematiche sollevate anche uno scarso sostegno economico proveniente dalle istituzioni. «Non è vero - aggiunge Savio Vurchio, titolare di un'azienda agricola di Barletta - che la maggior parte dei finanziamenti europei sono destinati all'agricoltura. I fondi sono destinati alle multinazionali che vanno a comprare o affittare terreni insieme alle associazioni di categoria che controllano gli agricoltori cui arriva forse solo il 10% di ciò che proviene da Bruxelles. Chi ha un piccolo terreno non riceve nulla ed è esposto anche all'impossibilità di acquistare mezzi nuovi come imposto dalla stessa Unione Europea. Se continuiamo su questa strada, l'agricoltura italiana è finta e sarà finita anche l'Italia».

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