La morale del "motorino" della maggioranza barlettana
Il vicesegretario Pd Caterina Spadafora attacca familismo e mancanza di coerenza. «Siamo attoniti spettatori basiti dello spettacolo che il sindaco ha messo in scena»
mercoledì 9 maggio 2012
19.14
«"Questo continuo spostamento dei confini tra legalità e illegalità produce un disagio altissimo, che non è solo morale. Diventa un fatto di costume sociale. È quel che io chiamo la morale del motorino, che imperversa in Italia"». Efficace la metafora, presa in prestito dallo scrittore Andrea Camilleri, con cui comincia il proprio intervento Caterina Spadafora, vicesegretario del Partito Democratico, che commenta il recente insediamento della nuova giunta. «"Con il motorino si può evitare la fila, destreggiarsi tra le auto e poi passare con il rosso. Tanto con il motorino si ha facilità di manovra, si può andare contromano, si fa lo slalom. Insomma, si fa quel che si vuole, fregandosene delle regole. Che anzi, diventano un elemento di fastidio, di disturbo"».
«Nel pensiero di Andrea Camilleri è racchiuso esattamente ciò che sta succedendo alla maggioranza politica che ha indicato e ha fatto eleggere il Sindaco Nicola Maffei. Di mese in mese si è spostato il confine della coalizione, di settimana in settimana si è abbassata l'asticella della "deroga alle regole", giorno dopo giorno si è cancellato quel flebile confine che divide l'interesse collettivo dall'interesse individuale. Il rispetto di quel confine avrebbe comportato COERENZA, questa rara qualità della persona umana che comporta il coraggio di conformare l'agire pratico alle proprie convinzioni, e la cui mancata osservanza ha decretato l'esclusione della rappresentanza dell'Area Modem dall'amministrazione comunale.
Ma è il giudizio che è mancato a questo gruppo, così come sostiene il Segretario cittadino Chiariello?! Siamo davvero eticamente e moralmente meritevoli di tale denigrazione?! O è forse l'eccesso di responsabilità che oggi ci ha visto attoniti spettatori BASITI dello spettacolo che il nostro Sindaco metterà in scena?! Da febbraio 2011, ovvero dalle primarie, ad oggi ciò che ha retto il nostro operato è stato l'intento di offrire alla cittadinanza una migliore classe dirigente, una classe "veramente dirigente" capace di restituire alla città un modello di organizzazione e di amministrazione della cosa pubblica che dia una risposta efficace e credibile ai fenomeni degenerativi che connotano la crisi dei partiti ed al vento conseguente dell'antipolitica. Questa è stata la bandiera che abbiamo sventolato durante la campagna elettorale, questo l'unico fortino che abbiamo difeso nei caldi mesi che si sono succeduti dopo la riconferma di Maffei, quei mesi che il Presidente del Consiglio ha voluto ricordare nel suo discorso di insediamento. Questa è la poltrona alla quale abbiamo saputo rinunciare (lo ricordiamo al Segretario del Partito Chiariello) con il passo indietro rispetto alla nomina assessorile della Dott.ssa Cascella, non condividendo il criterio, questo è l'unico scudo che "abbiamo levato" quando per mesi abbiamo sostenuto la necessità di riconoscere il tavolo politico insediatosi a Maggio 2011, difendendo il diritto di rappresentanza degli alleati a scapito delle velleità numeriche del PD.
Il congresso, qualunque fosse stato l'esito – si disse -, avrebbe dovuto fungere da spartiacque, doveva, sotto l'egida morale della filosofia orientale, trasformare gli errori nati dal caos in opportunità, ma ahimè così non è stato. L'atto di responsabilità chiesto alla minoranza all'indomani del congresso, volto all'unità del Partito, all'inclusione di tutti, e ad una gestione condivisa, ha favorito solo il processo di EMARGINAZIONE delle minoranze (sia Modem che Letta) dinnanzi alla gestione assolutamente incoerente ed irresponsabilmente eterodiretta del Segretario. Lo stesso, forte della SUA rappresentanza ed in barba ad regola democratica nella vita di un Partito, ha esautorato gli organi politici, in particolare il direttivo responsabile di esprimere la linea politica, dal processo di condivisione ed elaborazione della proposta che avrebbe dovuto:
a) stabilire i principi sui quali ritrovare l'unione del Tavolo Politico;
b) motivare la proposta di attribuzione delle deleghe assessorili;
c) orientare, in base al merito, i criteri di individuazione dei rappresentanti in giunta nonché reggerne l'operato in sinergia con le linee programmatiche dell'amministrazione.
Concludendo ritengo che questo passaggio politico caratterizzato dal trasformismo politico, benedetto da Sindaco, dalla mancanza di metodo democratico nei processi decisionali interi dei partiti della maggioranza, possa riscontrare nelle prossime nomine del c.d. sottogoverno la presenza di famigliari dei consiglieri comunali e/o dirigenti di partito, perpetrando la biasimevole pratica del familismo amorale».
«Nel pensiero di Andrea Camilleri è racchiuso esattamente ciò che sta succedendo alla maggioranza politica che ha indicato e ha fatto eleggere il Sindaco Nicola Maffei. Di mese in mese si è spostato il confine della coalizione, di settimana in settimana si è abbassata l'asticella della "deroga alle regole", giorno dopo giorno si è cancellato quel flebile confine che divide l'interesse collettivo dall'interesse individuale. Il rispetto di quel confine avrebbe comportato COERENZA, questa rara qualità della persona umana che comporta il coraggio di conformare l'agire pratico alle proprie convinzioni, e la cui mancata osservanza ha decretato l'esclusione della rappresentanza dell'Area Modem dall'amministrazione comunale.
Ma è il giudizio che è mancato a questo gruppo, così come sostiene il Segretario cittadino Chiariello?! Siamo davvero eticamente e moralmente meritevoli di tale denigrazione?! O è forse l'eccesso di responsabilità che oggi ci ha visto attoniti spettatori BASITI dello spettacolo che il nostro Sindaco metterà in scena?! Da febbraio 2011, ovvero dalle primarie, ad oggi ciò che ha retto il nostro operato è stato l'intento di offrire alla cittadinanza una migliore classe dirigente, una classe "veramente dirigente" capace di restituire alla città un modello di organizzazione e di amministrazione della cosa pubblica che dia una risposta efficace e credibile ai fenomeni degenerativi che connotano la crisi dei partiti ed al vento conseguente dell'antipolitica. Questa è stata la bandiera che abbiamo sventolato durante la campagna elettorale, questo l'unico fortino che abbiamo difeso nei caldi mesi che si sono succeduti dopo la riconferma di Maffei, quei mesi che il Presidente del Consiglio ha voluto ricordare nel suo discorso di insediamento. Questa è la poltrona alla quale abbiamo saputo rinunciare (lo ricordiamo al Segretario del Partito Chiariello) con il passo indietro rispetto alla nomina assessorile della Dott.ssa Cascella, non condividendo il criterio, questo è l'unico scudo che "abbiamo levato" quando per mesi abbiamo sostenuto la necessità di riconoscere il tavolo politico insediatosi a Maggio 2011, difendendo il diritto di rappresentanza degli alleati a scapito delle velleità numeriche del PD.
Il congresso, qualunque fosse stato l'esito – si disse -, avrebbe dovuto fungere da spartiacque, doveva, sotto l'egida morale della filosofia orientale, trasformare gli errori nati dal caos in opportunità, ma ahimè così non è stato. L'atto di responsabilità chiesto alla minoranza all'indomani del congresso, volto all'unità del Partito, all'inclusione di tutti, e ad una gestione condivisa, ha favorito solo il processo di EMARGINAZIONE delle minoranze (sia Modem che Letta) dinnanzi alla gestione assolutamente incoerente ed irresponsabilmente eterodiretta del Segretario. Lo stesso, forte della SUA rappresentanza ed in barba ad regola democratica nella vita di un Partito, ha esautorato gli organi politici, in particolare il direttivo responsabile di esprimere la linea politica, dal processo di condivisione ed elaborazione della proposta che avrebbe dovuto:
a) stabilire i principi sui quali ritrovare l'unione del Tavolo Politico;
b) motivare la proposta di attribuzione delle deleghe assessorili;
c) orientare, in base al merito, i criteri di individuazione dei rappresentanti in giunta nonché reggerne l'operato in sinergia con le linee programmatiche dell'amministrazione.
Concludendo ritengo che questo passaggio politico caratterizzato dal trasformismo politico, benedetto da Sindaco, dalla mancanza di metodo democratico nei processi decisionali interi dei partiti della maggioranza, possa riscontrare nelle prossime nomine del c.d. sottogoverno la presenza di famigliari dei consiglieri comunali e/o dirigenti di partito, perpetrando la biasimevole pratica del familismo amorale».