La Carovana Antimafia a Barletta, in diretta su Barlettalife
In Piazza Aldo Moro nel segno della legalità. Giornata di partecipazione e di interventi delle varie rappresentanze studentesche
martedì 22 maggio 2012
12.08
Già a partire dalle 10 di questa mattina, Piazza Aldo Moro è gremita di moltissimi studenti provenienti dalle scuole barlettane (e non solo) di ogni ordine e grado. Una mattinata all'insegna della legalità in occasione della tappa a Barletta della Carovana Internazionale Antimafia. Una giornata di partecipazione e di interventi delle varie rappresentanze studentesche del mondo dell'associazionismo e delle istituzioni.
Ruggiero Dilillo presidente Arci Cafiero Barletta, qual è il senso di essere questa mattina in piazza Moro, come Arci Barletta, per ribadire l'importanza anche a Barletta della legalità?
L'importanza di oggi, di una giornata del passaggio della carovana antimafia a pochi giorni da quel che è accaduto a Brindisi, ci deve far riflettere sulle risorse che il nostro territorio ha da valorizzare, soprattutto partendo da quei principi di legalità che la carovana porta con sé. L'Arci Cafiero è da sempre impegnata sul territorio per difendere questo diritto. Diciamo no agli atti di speculazione edilizia, di compravendita di voti, soprattutto valutando la massiccia presenza di politici locali che speriamo si impegnino in questo senso.
Fondamentale credo sia la presenza di moltissimi studenti. Quanto la scuola sarà importante per creare una coscienza favorevole alla legalità?
Credo che gli studenti siano il futuro di questo paese, e vadano valorizzati ed istruiti per fare in modo che siano il cambiamento del nostro paese. Come infatti diceva il giudice Antonino Caponetto: «La Mafia ha più paura della scuola che della giustizia».
Michele Antonini, Presidente Arcigay Bat, qual è il senso per lei, a nome dell'Arcigay, della presenza in questa giornata, focalizzata a ribadire anche a Barletta l'importanza della legalità?
La presenza di Arcigay Bat è fondamentale perché testimoniamo la libertà di pensiero, di parola, nonché la libertà di scelta. Anche partecipazione. Testimonianza a Barletta che la Mafia si nutre dell'omertà. La mafia non è solo Capaci, la mafia è anche non denunciare un atto di violenza, in qualsiasi luogo, in qualsiasi posto. La campagna nazionale di Arcigay è quella di denunciare qualsiasi forma di violenza sia attraverso di noi che a livello personale.
Certamente una forte componente della legalità ribadire un netto no all'omofobia…
L'omofobia si sconfigge con il coming-out e la denuncia. Come comunità siamo presenti per dimostrare che siamo cittadini "normali" e che ci indigniamo di fronte a qualsiasi tipo di violenza e di mafia.
Giovanni Alfarano, consigliere regionale, abbiamo colto il suo messaggio sui fatti di Brindisi, un messaggio toccante come tanti altri. Soffermandoci sul locale, lei è Barlettano, come si fa a ritrovare in questa città un legalità che sia diffusa e non circoscritta alle parole?
Sulla legalità si deve fare una riflessione profonda: credo che il futuro della società dipenda proprio dalla qualità e dalla capacità di tutti i rappresentanti istituzionali di diffondere il vero senso della legalità. Credo che sia necessario un momento di riflessione, che debba portare tutti gli addetti ai lavori che bisogna cambiare regime, cambiare modo di approcciarsi alla vita quotidiana. Oggi ascoltiamo tantissime dichiarazioni, mi permetto di dire che in Italia si predica bene e si razzola molto male: tantissimi concetti hanno valore solo teorico ma nella vita pratica vengono messi in disparte
Cosa ne pensa, invece, della convocazione di un consiglio monotematico che abbia come tema la legalità?
Si faccia in tutta Italia, in primis a Barletta. Qui ci sono stati diversi episodi criminali: bombe, omicidi, il crollo di via Roma. Il presidio della sicurazza è inesistente, i nostri cittadini si sentono insicuri, bisogna aprire il dibattito a tutti per mettere in moto un meccanismo in grado di restituire legalità e sicurezza.
Luigi Antonucci, segretario CGIL, qual è il senso a nome della CGIL di essere anche a Barletta per ribadire il concetto di legalità?
Essere a Barletta è importante. Essere a Barletta vuol dire dare un segnale a tutta la cittadinanza, a tutto quello che Barletta ha rappresentato e a tutto quello che Barletta sta vivendo. A cominciare da quello che è successo il 3 ottobre scorso. Anche quello vuol dire illegalità, avere cominciato lavori che non dovevano iniziare. Illegalità significa dare la possibilità alla criminalità di mettere le bombe contro i negozi. Illegalità significa anche non dare un messaggio alle giovani e future generazioni, un messaggio in cui si dice che seguire le norme del vivere civile non significa essere sfigati. Un ragazzo un giorno mi disse che se non passo la fila sono uno sfigato.
Il suo intervento dal palco ha ribadito che la legalità può andare dalle strisce pedonali fino alle condizioni di staticità di una palazzina. Qual è la vostra posizione?
Il nostro è un lavoro che sta continuando sotto tante forme: stiamo lavorando contro il lavoro nero, che è una delle grandi illegalità del mondo del lavoro. Interveniamo sulla questione del caporalato nelle campagne e nell'edilizia; stiamo intervenendo su una serie di fatti che possono sembrare oscuri ma che sono di vitale importanza. Vi assicuro che diventa sempre più difficile, perché ci scontriamo contro idee e situazioni che sono anche più forti, ma siccome noi abbiamo la testa dura, continuiamo ad andare avanti. Il 30 maggio a Barletta faremo un grande convegno sulla questione del lavoro nero: questa è una cosa che non può passare, il lavoro nero non può passare, né risolvere nulla.
In questo senso, voi esprimete ancora fiducia nel mondo politico?
Ognuno di noi ha una nostra idea politica: continuiamo a chiedere alla politica di essere presente, di condividere le nostre richieste, le nostre proposte, perché forse il mondo politico è occupato in qualcos'altro. Ma noi che viviamo costantemente tra la gente, sappiamo cosa sta succedendo: lavoratori, pensionati, disoccupati stanno sempre peggio. Non si può continuare a colpire la parte più debole della società. La politica ci deve però ascoltare.
Intervengono Natalia Corcella, coordinatrice Rete studenti medi Barletta, e Mariangela Doronzo, rappresentante ist. Cafiero Barletta:
Qual è l'importanza di essere qui a Barletta per ribadire importanza della legalità?
N: sicuramente è un intervento rilevantissimo nella nostra città, che deve rendersi partecipe sempre di queste situazioni, non solo in circostanze particolari come Brindisi. Vorremmo che tutti i giorni le scuole siano poli di raccolta degli studenti, ma anche di tutta la cittadinanza. Quello che è successo nelle scuole domenica vorremmo che fosse una sorta di impegno quotidiano di lotta alla legalità. Tentiamo sempre di difendere questo diritto, che gli studenti devono pretendere.
Nella vostra scuola si è fatto abbastanza per intraprendere un percorso all'insegna della legalità?
M: C'è da dire che la nostra scuola ha intrapreso un discorso quotidiano di formazione della coscienza, per cercare di imprimere il senso della legalità negli studenti. Il Pon sulla legalità ha contribuito ad imprimere nei giovani il senso della legalità. È la prima volta che questo sia avvenuto da noi. Ci siamo sentiti veramente più vicini a questa tematica, a tutte le persone che ogni giorno combattono per la legalità. Difendere questo diritto. La nostra scuola decide di prendere una posizione: presenti per rappresentare la scuola e i giovani e tutti quelli che difendono la legalità.
La politica è in grado di insegnare il senso della legalità, così come la suola si è dimostrata in grado di fare?
M: Credo che per gli studenti il rapporto che si instaura a scuola con i docenti sia il primo modo per entrare in contatto con le istituzioni e con la realtà. Se intendiamo la politica come senso di partecipazione e condivisione, nonché modo per permettere ai ragazzi per partecipare; se intendiamo le istituzioni come fonti di sapere, la politica può aiutare gli studenti. Ma molto spesso questo non avviene. Questo però non deve demotivare nessuno: può essere una spinta a migliorare, per cercare di diventare persone migliori, per diventare persone che faranno politica contro la mafia, e contro tutti coloro che tacciono sula mafia.
Siete soddisfatti della partecipazione degli studenti, nonché del loro atteggiamento?
N: Credo sia evidente la partecipazione attiva degli studenti. Lo dimostra la preparazione che ha portato a questo evento. Lo testimoniano striscioni e cartelloni. Gli studenti stanno partecipando con fervore all'iniziativa. Non posso che essere felice perché è quello che da sempre ci proponiamo.
Alessia Dimiccoli, coordinatrice di Libera, sei soddisfatta della giornata di oggi all'insegna della legalità?
Sono soddisfatta per la presenza e la risposta dei ragazzi. Non ci aspettavamo che tanti ragazzi abbiano voglia di far sentire la propria voce. È meraviglioso che tutti i rappresentanti vogliano dire la loro. Ho detto sul palco solo 2 parole, oggi è il giorno dei ragazzi, ho preferito lasciar spazio a loro.
Sabato pomeriggio siete stati in rappresentanza a Brindisi, qual è la vostra sensazione della realtà brindisina?
È stato un modo per cercare di abbracciare una terra così piena di contraddizioni: Brindisi si caratterizza per la presenza di uomini che lottano contro la Mafia. A San Pietro Vernotico si produce Salsa libera terra, salutare a livello civile e a livello fisico.
Quale sarà alla luce di questa giornata l'azione di libera a Barletta anche nei confronti della politica?
Noi diamo il nostro, diamo la risposta dell'associazionismo. A Barletta siamo pieni di realtà associative. Non dobbiamo stancarci di aprire associazioni per dialogare. Nel nostro presidio ci sono associazioni laiche ma anche cattoliche, perché il perseguimento della legalità deve arrivare da due facce della stessa medaglia. Certamente, ognuno di noi sarà libero di esprimere il proprio voto all'interno delle cabine elettorali: ognuno di noi, non solo coloro che fanno parte di Libera, deve essere libero di esprimere il proprio pensiero. La legalità non ha assolutamente colore politico. Solo la Costituzione ci caratterizza come principio di legalità.
Assessore Maria Campese, qual è il senso di essere qui a Barletta nel segno della legalità?
È un evento importante che ha visto le scuole di Barletta rispondere in maniera importante a quello che è accaduto. La presenza di istituzioni e delle scuole penso sia una risposta importante, perché è stato attaccato un presidio di democrazia, come la scuola: la città di Barletta sta dimostrando il senso della responsabilità civica. Le scuole di Barletta stanno lavorando molto bene rispetto a questa tematica: la presenza responsabile di dirigenti, docenti e alunni credo sia davvero un segno importante.
La Puglia sabato mattina è stata scossa da un vile attentato che attaccato il cuore della gioventù pugliese. Qual è stato e quale sarà l'atteggiamento della regione su questo fronte?
Intanto la regione ha risposto in maniera forte con la presenza a Brindisi nella manifestazione pomeridiana. Il tema della sicurezza delle scuole intreccia un problema culturale, di sensibilizzazione alla legalità e un no forte al fatto di far diventare la scuola un luogo non sicuro. C'è stata una risposta forte della Regione che ha chiesto a tutti di tenere aperte le scuole e di non far vincere la paura. La Regione ha già fatto una delibera di sostegno alle vittime, un sostegno non solo per la famiglia di Melissa, ma anche di tutte le altre persone ferite. Bisogna però innanzitutto stimolare la cultura della legalità che investe tutta la società, non soltanto la scuola, ma anche il lavoro, il commercio, le nostre azioni quotidiane. Un senso di responsabilità del cittadino, ma forse bisognerebbe essere ancora più incisivi, anche alla luce di quanto è successo.
Tornando al contesto barlettano, abbiamo chiesto ai ragazzi come percepiscono il rapporto con la politica, e ci hanno risposto che se la politica è in grado di trasmettere i valori di legalità, allora sarà un riferimento importante. Al contrario non potrà esserlo. Le chiedo se lei sente che in questo momento la politica barlettana può mostrarsi come autentico presidio di legalità?
Ogni istituzione, a qualsiasi livello, deve assumersi una responsabilità ed una consapevolezza. Sottolineo che determinate inizative nelle scuole si fanno perché ci sono istituzioni che credono e investono in una cultura della legalità in maniera convinta e ferma. I progetti che si svolgono nelle scuole nascono perché a livello regionale è stata scelta una via sulla legalità. L'istituzione deve programmare e incentivare questi percorsi sulla legalità. È un piano che passa non solo attraverso le scuole, ma anche attraverso tutta la società. La scuola è un pozzo della nostra società, ma se all'interno percepisce certi messaggi, e fuori gli vengono proposti messaggi di aggiramento, che propongono il raggiro delle regole, il ragazzo vanificherà gli insegnamenti della scuola. L'istituzione deve intrecciare la propria indicazione con quello che la scuola sta dando. Solo se si agisce in tal senso coinvolgendo anche i genitori dei ragazzi, solo allora si potrà promuovere un cambiamento, che potrà coinvolgere nche le istituzioni. Anche nelle istituzioni ci sono "sacche" di illegalità. Spesso il cittadino è solo rispetto all'istituzione: anche fare trasparenza nell'azione amministrativa, dare indicazioni chiare ai cittadine aiuta ad una cultura della legalità che investa tutta la società. I ragazzi hanno ragione quando dicono che la politica è distante: spesso non si ha la capacità di capire che la politica è uno strumento per cambiare la società. Se la politica resta solo appannaggio dei pochi, degli addetti a lavori, allora la legalità non potrà essere mai intrapresa.
Dott. Capristo procuratore capo del Tribunale di Trani, efficacissimo il suo intervento. Denunciate, perché noi istituzioni siamo pronti a risolvere istanze.
La giornata odierna serve a testimoniare che lo Stato è presente, c'è in tutte le sue componenti: noi crediamo che la legalità in questa provincia debba essere costantemente attivata e coltivata se c'è la collaborazione anche dei giovani che sono molto sensibili a queste situazioni di illegalità. Chiediamo ai ragazzi di denunciare le situazioni che riconoscono, di non tenersele per sé. L'obiettivo è riaffermare e coltivare costantementela legalità
Prefetto Sessa, riferiamo che l'illegalità sia fatta di mille degradi di ogni giorno. È durante i passaggi della vita quotidiana che bisogna combattere l'illegalità
Questa mattina, più che portare un saluto, ho voluto portare tutti i componenti del comitato in seduta allargata, per far capire ai ragazzi che sono tra l'altro veicolo verso genitori ma anche il futuro della nostra civiltà che le istituzioni sono vicine in questi momenti.
Tra le tante illegalità, quale le da più fastidio?
Le più banali, le più semplici: qualche giorno fa ero sulla spiaggia a fare due passi e c'era un padre che raccoglieva le telline. Per non far bagnare i piedi ai ragazzi, hanno usato buste di plastica rossa. Una volta tornati sulla strada, hanno raccolto queste buste e le hanno buttate via.
Ruggiero Dilillo presidente Arci Cafiero Barletta, qual è il senso di essere questa mattina in piazza Moro, come Arci Barletta, per ribadire l'importanza anche a Barletta della legalità?
L'importanza di oggi, di una giornata del passaggio della carovana antimafia a pochi giorni da quel che è accaduto a Brindisi, ci deve far riflettere sulle risorse che il nostro territorio ha da valorizzare, soprattutto partendo da quei principi di legalità che la carovana porta con sé. L'Arci Cafiero è da sempre impegnata sul territorio per difendere questo diritto. Diciamo no agli atti di speculazione edilizia, di compravendita di voti, soprattutto valutando la massiccia presenza di politici locali che speriamo si impegnino in questo senso.
Fondamentale credo sia la presenza di moltissimi studenti. Quanto la scuola sarà importante per creare una coscienza favorevole alla legalità?
Credo che gli studenti siano il futuro di questo paese, e vadano valorizzati ed istruiti per fare in modo che siano il cambiamento del nostro paese. Come infatti diceva il giudice Antonino Caponetto: «La Mafia ha più paura della scuola che della giustizia».
Michele Antonini, Presidente Arcigay Bat, qual è il senso per lei, a nome dell'Arcigay, della presenza in questa giornata, focalizzata a ribadire anche a Barletta l'importanza della legalità?
La presenza di Arcigay Bat è fondamentale perché testimoniamo la libertà di pensiero, di parola, nonché la libertà di scelta. Anche partecipazione. Testimonianza a Barletta che la Mafia si nutre dell'omertà. La mafia non è solo Capaci, la mafia è anche non denunciare un atto di violenza, in qualsiasi luogo, in qualsiasi posto. La campagna nazionale di Arcigay è quella di denunciare qualsiasi forma di violenza sia attraverso di noi che a livello personale.
Certamente una forte componente della legalità ribadire un netto no all'omofobia…
L'omofobia si sconfigge con il coming-out e la denuncia. Come comunità siamo presenti per dimostrare che siamo cittadini "normali" e che ci indigniamo di fronte a qualsiasi tipo di violenza e di mafia.
Giovanni Alfarano, consigliere regionale, abbiamo colto il suo messaggio sui fatti di Brindisi, un messaggio toccante come tanti altri. Soffermandoci sul locale, lei è Barlettano, come si fa a ritrovare in questa città un legalità che sia diffusa e non circoscritta alle parole?
Sulla legalità si deve fare una riflessione profonda: credo che il futuro della società dipenda proprio dalla qualità e dalla capacità di tutti i rappresentanti istituzionali di diffondere il vero senso della legalità. Credo che sia necessario un momento di riflessione, che debba portare tutti gli addetti ai lavori che bisogna cambiare regime, cambiare modo di approcciarsi alla vita quotidiana. Oggi ascoltiamo tantissime dichiarazioni, mi permetto di dire che in Italia si predica bene e si razzola molto male: tantissimi concetti hanno valore solo teorico ma nella vita pratica vengono messi in disparte
Cosa ne pensa, invece, della convocazione di un consiglio monotematico che abbia come tema la legalità?
Si faccia in tutta Italia, in primis a Barletta. Qui ci sono stati diversi episodi criminali: bombe, omicidi, il crollo di via Roma. Il presidio della sicurazza è inesistente, i nostri cittadini si sentono insicuri, bisogna aprire il dibattito a tutti per mettere in moto un meccanismo in grado di restituire legalità e sicurezza.
Luigi Antonucci, segretario CGIL, qual è il senso a nome della CGIL di essere anche a Barletta per ribadire il concetto di legalità?
Essere a Barletta è importante. Essere a Barletta vuol dire dare un segnale a tutta la cittadinanza, a tutto quello che Barletta ha rappresentato e a tutto quello che Barletta sta vivendo. A cominciare da quello che è successo il 3 ottobre scorso. Anche quello vuol dire illegalità, avere cominciato lavori che non dovevano iniziare. Illegalità significa dare la possibilità alla criminalità di mettere le bombe contro i negozi. Illegalità significa anche non dare un messaggio alle giovani e future generazioni, un messaggio in cui si dice che seguire le norme del vivere civile non significa essere sfigati. Un ragazzo un giorno mi disse che se non passo la fila sono uno sfigato.
Il suo intervento dal palco ha ribadito che la legalità può andare dalle strisce pedonali fino alle condizioni di staticità di una palazzina. Qual è la vostra posizione?
Il nostro è un lavoro che sta continuando sotto tante forme: stiamo lavorando contro il lavoro nero, che è una delle grandi illegalità del mondo del lavoro. Interveniamo sulla questione del caporalato nelle campagne e nell'edilizia; stiamo intervenendo su una serie di fatti che possono sembrare oscuri ma che sono di vitale importanza. Vi assicuro che diventa sempre più difficile, perché ci scontriamo contro idee e situazioni che sono anche più forti, ma siccome noi abbiamo la testa dura, continuiamo ad andare avanti. Il 30 maggio a Barletta faremo un grande convegno sulla questione del lavoro nero: questa è una cosa che non può passare, il lavoro nero non può passare, né risolvere nulla.
In questo senso, voi esprimete ancora fiducia nel mondo politico?
Ognuno di noi ha una nostra idea politica: continuiamo a chiedere alla politica di essere presente, di condividere le nostre richieste, le nostre proposte, perché forse il mondo politico è occupato in qualcos'altro. Ma noi che viviamo costantemente tra la gente, sappiamo cosa sta succedendo: lavoratori, pensionati, disoccupati stanno sempre peggio. Non si può continuare a colpire la parte più debole della società. La politica ci deve però ascoltare.
Intervengono Natalia Corcella, coordinatrice Rete studenti medi Barletta, e Mariangela Doronzo, rappresentante ist. Cafiero Barletta:
Qual è l'importanza di essere qui a Barletta per ribadire importanza della legalità?
N: sicuramente è un intervento rilevantissimo nella nostra città, che deve rendersi partecipe sempre di queste situazioni, non solo in circostanze particolari come Brindisi. Vorremmo che tutti i giorni le scuole siano poli di raccolta degli studenti, ma anche di tutta la cittadinanza. Quello che è successo nelle scuole domenica vorremmo che fosse una sorta di impegno quotidiano di lotta alla legalità. Tentiamo sempre di difendere questo diritto, che gli studenti devono pretendere.
Nella vostra scuola si è fatto abbastanza per intraprendere un percorso all'insegna della legalità?
M: C'è da dire che la nostra scuola ha intrapreso un discorso quotidiano di formazione della coscienza, per cercare di imprimere il senso della legalità negli studenti. Il Pon sulla legalità ha contribuito ad imprimere nei giovani il senso della legalità. È la prima volta che questo sia avvenuto da noi. Ci siamo sentiti veramente più vicini a questa tematica, a tutte le persone che ogni giorno combattono per la legalità. Difendere questo diritto. La nostra scuola decide di prendere una posizione: presenti per rappresentare la scuola e i giovani e tutti quelli che difendono la legalità.
La politica è in grado di insegnare il senso della legalità, così come la suola si è dimostrata in grado di fare?
M: Credo che per gli studenti il rapporto che si instaura a scuola con i docenti sia il primo modo per entrare in contatto con le istituzioni e con la realtà. Se intendiamo la politica come senso di partecipazione e condivisione, nonché modo per permettere ai ragazzi per partecipare; se intendiamo le istituzioni come fonti di sapere, la politica può aiutare gli studenti. Ma molto spesso questo non avviene. Questo però non deve demotivare nessuno: può essere una spinta a migliorare, per cercare di diventare persone migliori, per diventare persone che faranno politica contro la mafia, e contro tutti coloro che tacciono sula mafia.
Siete soddisfatti della partecipazione degli studenti, nonché del loro atteggiamento?
N: Credo sia evidente la partecipazione attiva degli studenti. Lo dimostra la preparazione che ha portato a questo evento. Lo testimoniano striscioni e cartelloni. Gli studenti stanno partecipando con fervore all'iniziativa. Non posso che essere felice perché è quello che da sempre ci proponiamo.
Alessia Dimiccoli, coordinatrice di Libera, sei soddisfatta della giornata di oggi all'insegna della legalità?
Sono soddisfatta per la presenza e la risposta dei ragazzi. Non ci aspettavamo che tanti ragazzi abbiano voglia di far sentire la propria voce. È meraviglioso che tutti i rappresentanti vogliano dire la loro. Ho detto sul palco solo 2 parole, oggi è il giorno dei ragazzi, ho preferito lasciar spazio a loro.
Sabato pomeriggio siete stati in rappresentanza a Brindisi, qual è la vostra sensazione della realtà brindisina?
È stato un modo per cercare di abbracciare una terra così piena di contraddizioni: Brindisi si caratterizza per la presenza di uomini che lottano contro la Mafia. A San Pietro Vernotico si produce Salsa libera terra, salutare a livello civile e a livello fisico.
Quale sarà alla luce di questa giornata l'azione di libera a Barletta anche nei confronti della politica?
Noi diamo il nostro, diamo la risposta dell'associazionismo. A Barletta siamo pieni di realtà associative. Non dobbiamo stancarci di aprire associazioni per dialogare. Nel nostro presidio ci sono associazioni laiche ma anche cattoliche, perché il perseguimento della legalità deve arrivare da due facce della stessa medaglia. Certamente, ognuno di noi sarà libero di esprimere il proprio voto all'interno delle cabine elettorali: ognuno di noi, non solo coloro che fanno parte di Libera, deve essere libero di esprimere il proprio pensiero. La legalità non ha assolutamente colore politico. Solo la Costituzione ci caratterizza come principio di legalità.
Assessore Maria Campese, qual è il senso di essere qui a Barletta nel segno della legalità?
È un evento importante che ha visto le scuole di Barletta rispondere in maniera importante a quello che è accaduto. La presenza di istituzioni e delle scuole penso sia una risposta importante, perché è stato attaccato un presidio di democrazia, come la scuola: la città di Barletta sta dimostrando il senso della responsabilità civica. Le scuole di Barletta stanno lavorando molto bene rispetto a questa tematica: la presenza responsabile di dirigenti, docenti e alunni credo sia davvero un segno importante.
La Puglia sabato mattina è stata scossa da un vile attentato che attaccato il cuore della gioventù pugliese. Qual è stato e quale sarà l'atteggiamento della regione su questo fronte?
Intanto la regione ha risposto in maniera forte con la presenza a Brindisi nella manifestazione pomeridiana. Il tema della sicurezza delle scuole intreccia un problema culturale, di sensibilizzazione alla legalità e un no forte al fatto di far diventare la scuola un luogo non sicuro. C'è stata una risposta forte della Regione che ha chiesto a tutti di tenere aperte le scuole e di non far vincere la paura. La Regione ha già fatto una delibera di sostegno alle vittime, un sostegno non solo per la famiglia di Melissa, ma anche di tutte le altre persone ferite. Bisogna però innanzitutto stimolare la cultura della legalità che investe tutta la società, non soltanto la scuola, ma anche il lavoro, il commercio, le nostre azioni quotidiane. Un senso di responsabilità del cittadino, ma forse bisognerebbe essere ancora più incisivi, anche alla luce di quanto è successo.
Tornando al contesto barlettano, abbiamo chiesto ai ragazzi come percepiscono il rapporto con la politica, e ci hanno risposto che se la politica è in grado di trasmettere i valori di legalità, allora sarà un riferimento importante. Al contrario non potrà esserlo. Le chiedo se lei sente che in questo momento la politica barlettana può mostrarsi come autentico presidio di legalità?
Ogni istituzione, a qualsiasi livello, deve assumersi una responsabilità ed una consapevolezza. Sottolineo che determinate inizative nelle scuole si fanno perché ci sono istituzioni che credono e investono in una cultura della legalità in maniera convinta e ferma. I progetti che si svolgono nelle scuole nascono perché a livello regionale è stata scelta una via sulla legalità. L'istituzione deve programmare e incentivare questi percorsi sulla legalità. È un piano che passa non solo attraverso le scuole, ma anche attraverso tutta la società. La scuola è un pozzo della nostra società, ma se all'interno percepisce certi messaggi, e fuori gli vengono proposti messaggi di aggiramento, che propongono il raggiro delle regole, il ragazzo vanificherà gli insegnamenti della scuola. L'istituzione deve intrecciare la propria indicazione con quello che la scuola sta dando. Solo se si agisce in tal senso coinvolgendo anche i genitori dei ragazzi, solo allora si potrà promuovere un cambiamento, che potrà coinvolgere nche le istituzioni. Anche nelle istituzioni ci sono "sacche" di illegalità. Spesso il cittadino è solo rispetto all'istituzione: anche fare trasparenza nell'azione amministrativa, dare indicazioni chiare ai cittadine aiuta ad una cultura della legalità che investa tutta la società. I ragazzi hanno ragione quando dicono che la politica è distante: spesso non si ha la capacità di capire che la politica è uno strumento per cambiare la società. Se la politica resta solo appannaggio dei pochi, degli addetti a lavori, allora la legalità non potrà essere mai intrapresa.
Dott. Capristo procuratore capo del Tribunale di Trani, efficacissimo il suo intervento. Denunciate, perché noi istituzioni siamo pronti a risolvere istanze.
La giornata odierna serve a testimoniare che lo Stato è presente, c'è in tutte le sue componenti: noi crediamo che la legalità in questa provincia debba essere costantemente attivata e coltivata se c'è la collaborazione anche dei giovani che sono molto sensibili a queste situazioni di illegalità. Chiediamo ai ragazzi di denunciare le situazioni che riconoscono, di non tenersele per sé. L'obiettivo è riaffermare e coltivare costantementela legalità
Prefetto Sessa, riferiamo che l'illegalità sia fatta di mille degradi di ogni giorno. È durante i passaggi della vita quotidiana che bisogna combattere l'illegalità
Questa mattina, più che portare un saluto, ho voluto portare tutti i componenti del comitato in seduta allargata, per far capire ai ragazzi che sono tra l'altro veicolo verso genitori ma anche il futuro della nostra civiltà che le istituzioni sono vicine in questi momenti.
Tra le tante illegalità, quale le da più fastidio?
Le più banali, le più semplici: qualche giorno fa ero sulla spiaggia a fare due passi e c'era un padre che raccoglieva le telline. Per non far bagnare i piedi ai ragazzi, hanno usato buste di plastica rossa. Una volta tornati sulla strada, hanno raccolto queste buste e le hanno buttate via.