Incendio nell'ex mattatoio di Barletta, area posta sotto sequestro

In corso le indagini da parte della Procura di Trani. Cannito: «Delitto ambientale»

lunedì 22 agosto 2022 10.43
A cura di La redazione
L'acre e penetrante odore di bruciato si avvertiva ancora questa mattina nelle vicinanze del vasto rogo che si è sprigionato ieri pomeriggio dall'area dell'ex mattatoio di Barletta, proprio in corrispondenza di quell'edificio che in futuro è destinato a ospitare la nuova sede del comando territoriale dei Vigili del Fuoco.

Muri anneriti e cumuli di rifiuti bruciati, scaricati abusivamente in quel perimetro che è stato posto sotto sequestro. Sull'episodio sono in corso delle indagini da parte della magistratura per individuare i responsabili, non solo dell'incendio che ieri sera è stato ben visibile anche dalle città vicine, ma anche del progressivo abbandono dei rifiuti.

Pare ormai acclarata la matrice dolosa: dai primi rilievi sarebbero stati individuati diversi inneschi che hanno poi causato il divampare delle fiamme.

«Si tratta di un vero delitto ambientale» è stato il commento a caldo del sindaco Cosimo Cannito, sopraggiunto sul luogo del rogo non appena diramata l'allerta. L'amministrazione comunale sarebbe stata allertata già da diversi giorni sulla presenza dei rifiuti abbandonati abusivamente in quell'area: cruciali per l'identificazione dei responsabili saranno le telecamere di sorveglianza, le cui registrazioni sono già nelle mani degli inquirenti.

Oltre alla Procura che sta coordinando le indagini sul rogo, è stata allertata anche l'Arpa per quanto riguarda le possibili conseguenze ambientali dell'incendio.

Sulla vicenda si è espressa l'assessore comunale all'ambiente Anna Maria Riefolo: «Quello dell'abbandono e del rogo di rifiuti nei nostri territori sta diventando un problema che assume caratteri sempre più preoccupanti, serve una strategia mirata, frutto di un'azione congiunta da parte di più organi di polizia, una task force che consenta di affrontare le emergenze ambientali del nostro territorio, a tutela della salute pubblica».