In attesa dello sciopero generale nazionale della Cgil

Interviene l'assessore regionale Maria Campese. «Cancellati 60 anni di lotte dei lavoratori»

lunedì 5 settembre 2011
Numerose sono le voci politiche che in queste ore stanno commentando la presa di posizione dei lavoratori e dei cittadini in occasione dello sciopero generale nazionale proclamato dalla Cgil per domani 6 settembre. L'assessora regionale alle Risorse Umane Maria Campese ha rilasciato la seguente dichiarazione.

«Si susseguono gli attacchi del governo Berlusconi contro i lavoratori. Dopo il tentato blitz sul riscatto di lauree, specializzazioni e servizio militare da non considerare utili ai fini pensionistici, presentato e ritirato in tutta fretta per le reazioni negative scatenate, il ministro del lavoro Sacconi non demorde e continua la sua "battaglia per abolire il diritto al lavoro." Infatti, con un emendamento presentato sempre dallo stesso ministro e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, a modifica dell'articolo 8 del decreto legge n. 138/2011 dal titolo "misure a sostegno dell'occupazione", sarà possibile licenziare senza giusta causa nelle imprese private previo accordo dei sindacati aziendali costituiti su base territoriale, e ancora, sarà possibile modificare altre materie sull'organizzazione e sui rapporti di lavoro."

In un colpo solo vengono cancellati 60 anni di lotte e conquiste dei lavoratori, svuotato di fatto lo Statuto dei Lavoratori, resi insignificanti contratti nazionali e leggi a tutela del mondo del lavoro. Sono queste le misure a sostegno dell'occupazione che il governo di centro-destra intende attuare? Cosa centrano queste norme con la manovra finanziaria da approvare?

E' del tutto evidente che il vero obiettivo del ministro Sacconi e di questo governo nazionale è togliere ogni tutela ai lavoratori, rendere ininfluenti i contratti nazionali e le leggi, tornare alla barbarie dell'ottocento, ed è per contrastare queste scelte - conclude l'Assessora Campese – che sosterrò lo sciopero nazionale della CGIL, per difendere i diritti dei più deboli e tutelare la dignità dei lavoratori».