Il coro della politica: «Dopo il crollo di via Roma si comincia a fare giustizia»
Il presidente Vendola e l’ex ministro Carfagna commentano le prime decisioni. Entrambi i politici erano presenti ai funerali delle 5 vittime
martedì 6 dicembre 2011
La giustizia italiana, per una volta, mette da parte le lungaggini e restituisce una parte di verità ai parenti delle vittime del tragico crollo di via Roma. Le prime decisioni adottate dagli organi competenti riguardano alcuni degli indagati, coloro che erano coinvolti più concretamente nei lavori adiacenti al luogo del tragico crollo. A commentare le prime importanti e repentine decisioni della magistratura sono due importanti personalità della politica che tra l'altro hanno anche partecipato ai toccanti funerali delle quattro operaie dell'opificio e della quattordicenne figlia dei proprietari. Sono l'ex ministro Mara Carfagna e il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola a commentare le quattro condanne agli arresti domiciliari.
L'ex ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, attualmente deputata in forse al gruppo parlamentare del Popolo delle Libertà, interviene commentando con soddisfazione le misure restrittive decise a carico di 4 degli indagati: «A Barletta giustizia è stata fatta: quella giustizia che i familiari delle quattro donne vittime hanno chiesto incessantemente allo Stato negli ultimi due mesi, dalla data del tragico crollo. Lo Stato è stato capace di rispondere celermente e in maniera decisa alla richiesta di attenzione e di verità che veniva da una intera comunità», ha affermato la Carfagna, ricordando con ogni probabilità il motto "Verità e Giustizia" apparso con insistente frequenza sulle maglie dei parenti delle giovani vittime. L'ex ministra Carfagna chiosa poi spostando però ancora una volta l'attenzione sulla tematica della sicurezza del lavoro: «Le decisioni prese in questi giorni dalla magistratura serviranno certamente da monito: la sicurezza sul lavoro non e' un particolare trascurabile, ma condizione imprescindibile. Esporre lavoratori e lavoratrici a rischi, infatti, e' un reato grave».
Sulla stessa lunghezza d'onda dell'ex ministro le parole del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che commenta con parziale soddisfazione le prime decisioni, in attesa che arrivino altri provvedimenti per coloro che hanno palesi responsabilità nella tragica vicenda di via Roma: «La svolta nelle indagini sul crollo della palazzina di Barletta rappresenta una prima importantissima risposta a quella domanda di verità e giustizia che, con straordinaria civiltà, l'intera comunità barlettana ha espresso in tutte queste settimane. Per le Istituzioni dello Stato - ha continuato Vendola - si tratta di rispettare un impegno che troppe altre volte nel passato è stato disatteso. Dopo il lutto e i solenni funerali seguono solenni promesse e poi, di concreto, molto poco. Colpire chiunque abbia livelli di responsabilità nella strage delle operaie di Barletta, è dunque oggi l'inizio di un vero percorso di giustizia».
Ora alle parole dei "politicanti" è necessario che seguano altri fatti, per appurare ulteriori responsabilità, punendo tutti coloro che hanno straziato il cuore di Barletta con una ferita enorme, difficile da rimarginare. Perché Matilde, Tina, Antonella, Giovanna e Maria non siano solo ricordi sbiaditi nel tempo, ma dolorose immagini che continuano ad affollare la memoria dei cittadini barlettani, compresi coloro che, probabilmente, non hanno svolto il proprio lavoro al meglio.
L'ex ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, attualmente deputata in forse al gruppo parlamentare del Popolo delle Libertà, interviene commentando con soddisfazione le misure restrittive decise a carico di 4 degli indagati: «A Barletta giustizia è stata fatta: quella giustizia che i familiari delle quattro donne vittime hanno chiesto incessantemente allo Stato negli ultimi due mesi, dalla data del tragico crollo. Lo Stato è stato capace di rispondere celermente e in maniera decisa alla richiesta di attenzione e di verità che veniva da una intera comunità», ha affermato la Carfagna, ricordando con ogni probabilità il motto "Verità e Giustizia" apparso con insistente frequenza sulle maglie dei parenti delle giovani vittime. L'ex ministra Carfagna chiosa poi spostando però ancora una volta l'attenzione sulla tematica della sicurezza del lavoro: «Le decisioni prese in questi giorni dalla magistratura serviranno certamente da monito: la sicurezza sul lavoro non e' un particolare trascurabile, ma condizione imprescindibile. Esporre lavoratori e lavoratrici a rischi, infatti, e' un reato grave».
Sulla stessa lunghezza d'onda dell'ex ministro le parole del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che commenta con parziale soddisfazione le prime decisioni, in attesa che arrivino altri provvedimenti per coloro che hanno palesi responsabilità nella tragica vicenda di via Roma: «La svolta nelle indagini sul crollo della palazzina di Barletta rappresenta una prima importantissima risposta a quella domanda di verità e giustizia che, con straordinaria civiltà, l'intera comunità barlettana ha espresso in tutte queste settimane. Per le Istituzioni dello Stato - ha continuato Vendola - si tratta di rispettare un impegno che troppe altre volte nel passato è stato disatteso. Dopo il lutto e i solenni funerali seguono solenni promesse e poi, di concreto, molto poco. Colpire chiunque abbia livelli di responsabilità nella strage delle operaie di Barletta, è dunque oggi l'inizio di un vero percorso di giustizia».
Ora alle parole dei "politicanti" è necessario che seguano altri fatti, per appurare ulteriori responsabilità, punendo tutti coloro che hanno straziato il cuore di Barletta con una ferita enorme, difficile da rimarginare. Perché Matilde, Tina, Antonella, Giovanna e Maria non siano solo ricordi sbiaditi nel tempo, ma dolorose immagini che continuano ad affollare la memoria dei cittadini barlettani, compresi coloro che, probabilmente, non hanno svolto il proprio lavoro al meglio.