Il 'compare' innominato di Franco Caputo
Trasformismi e questione morale secondo l'ex segretario del Pd Franco Caputo. Sospetti e accuse verso i cambi di casacca
giovedì 4 agosto 2011
E' con sacrificio intellettuale che pubblichiamo la nota dell'esponente politico barlettano Franco Caputo. Certamente il contenuto del suo rinnovato messaggio a mezzo stampa è una sforbiciata esemplare, questa volta non alla politica, ma ai politici barlettani. Trasformisti e immorali li denigra e lo fa con il suo stile anche sofferto. Ma, ancora una volta, ci chiede di pubblicare integralmente il suo nuovo sforzo letterario-politico con ineguale ermetismo. Se chiarissima, indiscutibilmente, appare la lettura della denuncia dell'ex vice sindaco, ancora una volta egli sottace nomi e cognomi, lasciando immaginare chi possano essere i compari che reclama quali affaristi del malgoverno barlettano. E' evidente che sa, che conosce circostanze e affari non nitidi (rappresenta dubbi sulla Bar.S.A. ad esempio). Umilmente, ancora una volta chiediamo che non si limiti a denunciare sommariamente fatti, ma attribuisca paternità anagrafica ai pericolosi" burattinai".
«Giosuè Carducci - queste le parole dell'ex segretario del Pd Franco Caputo - in uno scritto del 1883, diceva: «Trasformismo, brutta parola a cosa più brutta. Trasformarsi da sinistri a destri senza però diventare destri e non però rimanendo sinistri. Come nel cerchio dantesco dei ladri non essere più uomini e non essere ancora serpenti; ma rettili sì, e rettili mostruosi...». La dura attualità impone forza, coraggio ed onestà intellettuale per riconoscere tutta la negatività di questa fase politica non solo a livello nazione ma anche e soprattutto a livello locale al fine di assumere azioni conseguenti.
La questione morale non può essere relegata solo a riconoscibili pratiche illecite o illegittime, benché oggettivamente più gravi. Essa riguarda ormai connotati strutturali dell'agire politico e dei comportamenti della classe politica. Lo dice molto bene il Presidente Vendola in una recente intervista, nella quale sostiene che la questione morale è diventata una questione politica e sociale, aggiungendo che: "… i fenomeni di immoralità, soprattutto nel campo del centro sinistra, non si possono pesare e non hanno una gerarchia".
Il trasformismo che caratterizza in forma sistemica anche la politica barlettana, con connotati sempre più spregiudicati, rappresenta uno degli aspetti più deleteri della crescente immoralità della politica nella nostra Città. Ma non vi è, ne vi sarà mai soluzione fino a quando non si sarà capaci di far valere alcune regole mettendo in conto alcuni rischi, compreso quello di "andare a casa" anticipatamente; un rischio che deve essere assunto da tutti (Sindaco e Partiti).
Vi è invece il sospetto che certi cambi di casacca vengano pensati a tavolino con oculate regie, prendendo a pretesto motivazioni vacue e talvolta patetiche che a ben guardare non hanno nulla di politico. Rispetto a quello che sta accadendo è lecito chiedersi quali questioni politiche rilevanti hanno impegnato l'agenda politica dei partiti tanto da generare lacerazioni politiche o "dichiarazioni di indipendenza": la pianificazione urbanistica, grandi interventi ad impatto ambientale, la privatizzazione della Barsa? Invece no, niente di tutto questo, tutto è funzionale a "posizionamenti" tesi unicamente all'occupazione dei posti di potere, quelli politici e quelli gestionali, compresi quelli di controllo e di valutazione. Così non la politica dei Partiti, ma la "mala politica" dell'oligarchia degli eletti in barba ai buoni propositi pre-elettorali, ai programmi, ai vagheggiati interessi generali della città ed alla finta appartenenza a Partiti e schieramenti, agiscono esclusivamente in nome e per conto proprio o di qualche "compare" interessato in modo sempre più violento ed arrogante.
Ma rispetto a tutto questo ed alla totale assenza del ruolo politico dei Partiti, a parte qualche buontempone che riesce a cimentarsi in preoccupanti rappresentazioni farsesche, la Città sembra essere indifferente, non ci si indigna più di tanto e si tira a campare sperando che non accada il peggio.
Il trasformismo ed il degrado frutto di puri accordi di potere, di cui la politica barlettana ne è esempio, rischia di sommergere e brutalizzare ogni aspetto della vita pubblica. Occorre lavorare per una proposta di netta alternativa morale, politica e sociale per Barletta, una scelta e forse una necessità ineludibile.
Quei cittadini che si erano illusi di un nuovo corso, di un piglio decisionista da parte del Sindaco saranno rimasti delusi; ancora una volta abbiamo assistito all'ennesimo dietrofront: le finte dimissioni in salsa barlettana ritirate senza che vi fossero le "auspicate nuove condizioni". Tutto nella collaudata logica del tirare a campare costi quel che costi. Peraltro si è prossimi a segnare nuovi record: dopo aver approvato il Bilancio di Previsione 2010 nel mese di luglio, quest'anno si arriverà ad agosto. E pensare che il Sindaco aveva detto di voler approvare il Bilancio di Previsione 2011 addirittura prima delle Primarie (Feb. 2011).
Ma questo a qualcuno sembrerà poca cosa, ahinoi! Ma tornando alla questione morale ed anche ad una etica politica e amministrativa, ritengo che generare inefficienze e pratiche di malgoverno fatte di precarietà, di tempi lunghi e di indeterminatezza delle scelte, per i danni oggettivi che ciò determina, sia altrettanto grave quanto perpetuare azioni e comportamenti illeciti.
Ma noi continueremo ad essere fiduciosi nell'auspicio, anzi nella certezza, che i nuovi e rampanti "rettili" (per dirla alla Carducci) sapranno fare molto meglio dei bistrattati "dinosauri" della prima Repubblica, nella speranza di non dover rimpiangere anche quest'ultima "nobile" specie animal-politica».
«Giosuè Carducci - queste le parole dell'ex segretario del Pd Franco Caputo - in uno scritto del 1883, diceva: «Trasformismo, brutta parola a cosa più brutta. Trasformarsi da sinistri a destri senza però diventare destri e non però rimanendo sinistri. Come nel cerchio dantesco dei ladri non essere più uomini e non essere ancora serpenti; ma rettili sì, e rettili mostruosi...». La dura attualità impone forza, coraggio ed onestà intellettuale per riconoscere tutta la negatività di questa fase politica non solo a livello nazione ma anche e soprattutto a livello locale al fine di assumere azioni conseguenti.
La questione morale non può essere relegata solo a riconoscibili pratiche illecite o illegittime, benché oggettivamente più gravi. Essa riguarda ormai connotati strutturali dell'agire politico e dei comportamenti della classe politica. Lo dice molto bene il Presidente Vendola in una recente intervista, nella quale sostiene che la questione morale è diventata una questione politica e sociale, aggiungendo che: "… i fenomeni di immoralità, soprattutto nel campo del centro sinistra, non si possono pesare e non hanno una gerarchia".
Il trasformismo che caratterizza in forma sistemica anche la politica barlettana, con connotati sempre più spregiudicati, rappresenta uno degli aspetti più deleteri della crescente immoralità della politica nella nostra Città. Ma non vi è, ne vi sarà mai soluzione fino a quando non si sarà capaci di far valere alcune regole mettendo in conto alcuni rischi, compreso quello di "andare a casa" anticipatamente; un rischio che deve essere assunto da tutti (Sindaco e Partiti).
Vi è invece il sospetto che certi cambi di casacca vengano pensati a tavolino con oculate regie, prendendo a pretesto motivazioni vacue e talvolta patetiche che a ben guardare non hanno nulla di politico. Rispetto a quello che sta accadendo è lecito chiedersi quali questioni politiche rilevanti hanno impegnato l'agenda politica dei partiti tanto da generare lacerazioni politiche o "dichiarazioni di indipendenza": la pianificazione urbanistica, grandi interventi ad impatto ambientale, la privatizzazione della Barsa? Invece no, niente di tutto questo, tutto è funzionale a "posizionamenti" tesi unicamente all'occupazione dei posti di potere, quelli politici e quelli gestionali, compresi quelli di controllo e di valutazione. Così non la politica dei Partiti, ma la "mala politica" dell'oligarchia degli eletti in barba ai buoni propositi pre-elettorali, ai programmi, ai vagheggiati interessi generali della città ed alla finta appartenenza a Partiti e schieramenti, agiscono esclusivamente in nome e per conto proprio o di qualche "compare" interessato in modo sempre più violento ed arrogante.
Ma rispetto a tutto questo ed alla totale assenza del ruolo politico dei Partiti, a parte qualche buontempone che riesce a cimentarsi in preoccupanti rappresentazioni farsesche, la Città sembra essere indifferente, non ci si indigna più di tanto e si tira a campare sperando che non accada il peggio.
Il trasformismo ed il degrado frutto di puri accordi di potere, di cui la politica barlettana ne è esempio, rischia di sommergere e brutalizzare ogni aspetto della vita pubblica. Occorre lavorare per una proposta di netta alternativa morale, politica e sociale per Barletta, una scelta e forse una necessità ineludibile.
Quei cittadini che si erano illusi di un nuovo corso, di un piglio decisionista da parte del Sindaco saranno rimasti delusi; ancora una volta abbiamo assistito all'ennesimo dietrofront: le finte dimissioni in salsa barlettana ritirate senza che vi fossero le "auspicate nuove condizioni". Tutto nella collaudata logica del tirare a campare costi quel che costi. Peraltro si è prossimi a segnare nuovi record: dopo aver approvato il Bilancio di Previsione 2010 nel mese di luglio, quest'anno si arriverà ad agosto. E pensare che il Sindaco aveva detto di voler approvare il Bilancio di Previsione 2011 addirittura prima delle Primarie (Feb. 2011).
Ma questo a qualcuno sembrerà poca cosa, ahinoi! Ma tornando alla questione morale ed anche ad una etica politica e amministrativa, ritengo che generare inefficienze e pratiche di malgoverno fatte di precarietà, di tempi lunghi e di indeterminatezza delle scelte, per i danni oggettivi che ciò determina, sia altrettanto grave quanto perpetuare azioni e comportamenti illeciti.
Ma noi continueremo ad essere fiduciosi nell'auspicio, anzi nella certezza, che i nuovi e rampanti "rettili" (per dirla alla Carducci) sapranno fare molto meglio dei bistrattati "dinosauri" della prima Repubblica, nella speranza di non dover rimpiangere anche quest'ultima "nobile" specie animal-politica».