Gruppi di Acquisto Solidale, laboratori di democrazia per la Bat
Una tavola rotonda ad Andria, Barletta avvia il Progetto Re-Investiamo
martedì 4 marzo 2014
«L'ambiente, la salute e la giustizia si devono intersecare, altrimenti l'economia non ha futuro». Lo ha affermato con determinazione il Presidente della Rete Gruppi di Acquisto Solidale della Puglia Michele Uva, intervenuto alla tavola rotonda organizzata dalla Provincia di Barletta - Andria - Trani presso l'Istituto Tecnico Agrario "Umberto I" di Andria, per illustrare i risultati raggiunti, le sfide del presente e gli orizzonti futuri dei Gruppi di Acquisto Solidale. Un incontro messo a punto dai Settori Sviluppo Produttivo (Dirigente Caterina Navach) e Agricoltura (Dirigente Francesco Greco) della Provincia, per confrontarsi su una nuova dimensione di relazionalità economica che ha ormai raggiunto i 18 anni di vita e intende ampliare il raggio di azione per progetti sempre più concreti e in armonia con il territorio, le associazioni e gli Enti Locali.
«Il GAS è un laboratorio di democrazia partecipata in cui le decisioni si prendono insieme e il livello di consapevolezza di quello che succede all'interno del gruppo è molto alto» ha proseguito Michele Uva, evidenziando le priorità della rete basate sul consumo critico ed etico, sulla realizzazione di una concezione più umana dell'economia, sulla collaborazione e sulla responsabilità. Esempi di acquisto collettivo finalizzati alla valorizzazione di un canale di vendita alternativo alla grande distribuzione e alla concreta promozione e scelta di produzioni locali, biologiche e naturali.
In tale direzione si sono espressi anche Leonardo Fornario (GAS Trinitapoli) e Gerardo Tedesco (GAS Barletta), circostanziando gli interventi alle proprie esperienze. In Puglia sono stati censiti 70 gruppi e alcuni sono protagonisti di progetti mirati alla efficace formazione dei distretti di economia solidale, come il Progetto Re-Investiamo, che a Barletta interessa da tempo alcune aziende manifatturiere che forniscono a prezzi contenuti abbigliamento professionale (divise da cuoco, da ricevimento e da sala) a istituti scolastici del circondario. «La difesa e la qualità dell'economia locale, infatti, entrano in contatto con le attività produttive del territorio senza trascurarne alcuna e le nostre aziende sono un esempio nella filiera del tessile» hanno sottolineato Grazia Mennea e Carla Mennea delle Aziende Mete e Menros di Barletta, che hanno intrapreso con grande motivazione il percorso del Progetto Re-Investiamo. Particolarmente interessante si è rivelato, nel corso della tavola rotonda, il confronto con i produttori locali chiamati in causa per illustrare le ragioni di un rinnovato patto di solidarietà coniugabile con i principi della filiera corta e della rete di relazioni. Fra le esperienze positive anche quella di Filomena Damiano titolare dell'Azienda Agricola e di Ristorazione Filomena Damiano & C. di Canosa di Puglia.
L'incontro è stato organizzato nell'ambito del Progetto IBat, l'innovativo Sistema Informativo Provinciale di cui la Provincia di Barletta - Andria - Trani si è dotata grazie all'Associazione Temporanea d'Imprese SEPI S.p.A di Canosa di Puglia, Consorzio Corum di Roma ed Esalab S.r.l. di Pesaro. «Un confronto utile per tutti - ha dichiarato Cosma Anna Ardillo Amministratore Unico SEPI S.p.A. -. In nome della genuinità della terra pugliese e di una maggiore rete di scambi e relazioni è possibile costruire una forma più umana di economia con stili di vita più sobri. Saper comunicare le proprie esperienze di acquisto solidale è basilare per un futuro più giusto ed ecosostenibile».
«Il GAS è un laboratorio di democrazia partecipata in cui le decisioni si prendono insieme e il livello di consapevolezza di quello che succede all'interno del gruppo è molto alto» ha proseguito Michele Uva, evidenziando le priorità della rete basate sul consumo critico ed etico, sulla realizzazione di una concezione più umana dell'economia, sulla collaborazione e sulla responsabilità. Esempi di acquisto collettivo finalizzati alla valorizzazione di un canale di vendita alternativo alla grande distribuzione e alla concreta promozione e scelta di produzioni locali, biologiche e naturali.
In tale direzione si sono espressi anche Leonardo Fornario (GAS Trinitapoli) e Gerardo Tedesco (GAS Barletta), circostanziando gli interventi alle proprie esperienze. In Puglia sono stati censiti 70 gruppi e alcuni sono protagonisti di progetti mirati alla efficace formazione dei distretti di economia solidale, come il Progetto Re-Investiamo, che a Barletta interessa da tempo alcune aziende manifatturiere che forniscono a prezzi contenuti abbigliamento professionale (divise da cuoco, da ricevimento e da sala) a istituti scolastici del circondario. «La difesa e la qualità dell'economia locale, infatti, entrano in contatto con le attività produttive del territorio senza trascurarne alcuna e le nostre aziende sono un esempio nella filiera del tessile» hanno sottolineato Grazia Mennea e Carla Mennea delle Aziende Mete e Menros di Barletta, che hanno intrapreso con grande motivazione il percorso del Progetto Re-Investiamo. Particolarmente interessante si è rivelato, nel corso della tavola rotonda, il confronto con i produttori locali chiamati in causa per illustrare le ragioni di un rinnovato patto di solidarietà coniugabile con i principi della filiera corta e della rete di relazioni. Fra le esperienze positive anche quella di Filomena Damiano titolare dell'Azienda Agricola e di Ristorazione Filomena Damiano & C. di Canosa di Puglia.
L'incontro è stato organizzato nell'ambito del Progetto IBat, l'innovativo Sistema Informativo Provinciale di cui la Provincia di Barletta - Andria - Trani si è dotata grazie all'Associazione Temporanea d'Imprese SEPI S.p.A di Canosa di Puglia, Consorzio Corum di Roma ed Esalab S.r.l. di Pesaro. «Un confronto utile per tutti - ha dichiarato Cosma Anna Ardillo Amministratore Unico SEPI S.p.A. -. In nome della genuinità della terra pugliese e di una maggiore rete di scambi e relazioni è possibile costruire una forma più umana di economia con stili di vita più sobri. Saper comunicare le proprie esperienze di acquisto solidale è basilare per un futuro più giusto ed ecosostenibile».