Gli occhi di Melissa Bassi e la carovana di Don Ciotti
Domani l'evento denuncia a Barletta. Condanna all’illegalità mafiosa ma non solo
lunedì 21 maggio 2012
14.57
Un'ora e quaranta minuti di calvario prima che la deflagrazione di Brindisi decidesse la morte della giovanissima ragazza di Mesagne. Un corpo sbrindellato dalla forza d'urto dell'illegalità e non da bombole di gas elettro pilotate. Dai frammenti del corpo di Melissa Bassi vanno ricordati gli occhi che guardano ogni città, ogni iniziativa ferma di queste ore ferite dall'incomprensibile gesto inumano.. Domani mattina la carovana antimafia di Don Ciotti che ha effettuato una lunga sosta a Brindisi, arriverà a Barletta richiamando le fede della legalità. Perchè solo di questo si tratta, credere che la legalità sia ancora possibile, sia religiosa, meditativa.
In conferenza stampa attorno all'ennesimo tavolo del dolore in sala giunta del comune di Barletta, il Sindaco ha narrato di ogni iniziativa di giusta solidarietà istituzionale verso altre istituzioni di Brindisi. Ha incoraggiato le scuole di ogni grado possibile d'ascolto a partecipare alla voce di Don Ciotti che sarà ancora urlo sano ma soffocato da mille ingiuste cause. Attorno al tavolo ovale i soliti giornalisti, i soliti assessori, quelli che hanno più tempo o voglia di ascoltare le incidenti voci dei ragazzi. Arci, Libera, Studenti Medi sono il miglior ascolto della mattinata e il miglior ascolto in assoluto.
Facile rispettarli, facile condividere i racconti feriti che risorgono nell'unica possibilità che ogni agglomerato , ogni condominio, ogni strada chiede. Perché la legalità è estenuante lavoro di rappresentanza e non recitazione. Soprusi, angherie, insulti, sgambetti, ceffoni a bambini, isolamento, arroganza, violenza. Questa è la irriverente scuola dell'illegalità e a nulla serviranno appelli nominativi di ciascuna classe, di ciascun alunno, di mille professori e bidelli, vittime delle segnalazioni istituzionali affinchè siano consci di esigenze legali.
Sempre la Scuola destinataria di appelli solidali, sempre i più giovani e le loro allegre anime devono subire ed insegnare agli adulti le migliori scelte. I richiami di massa nelle piazze, gli scioperi insensati devono avere tempi più brevi. Sono gli over politici, gli omaccioni del potere a volte inventato, a dover scendere singolarmente, silenziosamente tra le bancarelle delle mille ingiustizie a imporre legalità. Abbandonare auto bleu e camminare, si camminare, si camminare. Scendere dalle Audi e riprendersi il debole consenso disilluso non protetto e malato delle città e dei quartieri. Se dovesse servire anche piangere , singhiozzare anche dopo il crollo di via Roma dove il silenzio commemorativo è inutile.
In conferenza stampa attorno all'ennesimo tavolo del dolore in sala giunta del comune di Barletta, il Sindaco ha narrato di ogni iniziativa di giusta solidarietà istituzionale verso altre istituzioni di Brindisi. Ha incoraggiato le scuole di ogni grado possibile d'ascolto a partecipare alla voce di Don Ciotti che sarà ancora urlo sano ma soffocato da mille ingiuste cause. Attorno al tavolo ovale i soliti giornalisti, i soliti assessori, quelli che hanno più tempo o voglia di ascoltare le incidenti voci dei ragazzi. Arci, Libera, Studenti Medi sono il miglior ascolto della mattinata e il miglior ascolto in assoluto.
Facile rispettarli, facile condividere i racconti feriti che risorgono nell'unica possibilità che ogni agglomerato , ogni condominio, ogni strada chiede. Perché la legalità è estenuante lavoro di rappresentanza e non recitazione. Soprusi, angherie, insulti, sgambetti, ceffoni a bambini, isolamento, arroganza, violenza. Questa è la irriverente scuola dell'illegalità e a nulla serviranno appelli nominativi di ciascuna classe, di ciascun alunno, di mille professori e bidelli, vittime delle segnalazioni istituzionali affinchè siano consci di esigenze legali.
Sempre la Scuola destinataria di appelli solidali, sempre i più giovani e le loro allegre anime devono subire ed insegnare agli adulti le migliori scelte. I richiami di massa nelle piazze, gli scioperi insensati devono avere tempi più brevi. Sono gli over politici, gli omaccioni del potere a volte inventato, a dover scendere singolarmente, silenziosamente tra le bancarelle delle mille ingiustizie a imporre legalità. Abbandonare auto bleu e camminare, si camminare, si camminare. Scendere dalle Audi e riprendersi il debole consenso disilluso non protetto e malato delle città e dei quartieri. Se dovesse servire anche piangere , singhiozzare anche dopo il crollo di via Roma dove il silenzio commemorativo è inutile.
Dei tanti esempi di microcriminalità sul territorio cogliamo la recente denuncia di una nostra lettrice, che riportiamo integralmente così come giunta in mail:
Salve il mio nome è Angela, sono una cittadina di Barletta.
Vi mando questa e-mail per cercare di smuovere una " forte polemica" nei confronti di un fenomeno molto radicato nella mia città: l'occupazione abusiva, e lo sfruttamento di terreni pubblici o privati al fine di raccogliere proventi.
Cercherò di spiegarmi meglio: questa mattina (ieri per chi legge, ndr), 20 maggio 2012, mentre mi recavo sulla litoranea di ponente non ho potuto fare a meno di notare un tizio, molto noto a questo tipo di fenomeno, che ripuliva dalle sterpaglie un terreno (sicuramente non di sua proprietà) al fine di creare un parcheggio; la stessa persona la si ritrova puntualmente nei pressi del castello ogni sera d'estate a svolgere il medesimo "lavoro". Inoltre ieri mattina mi sono recata al mercato e quasi per coincidenza ho incontrato la stessa persona che cercava di farsi spazio tra la gente con la macchina, per recarsi sul "suo territorio" per poi iniziare la sua giornata lavorativa da venditore abusivo.
Con questa e-mail non spero di risolvere qualcosa, ma penso che cominciarne a parlare significa sollevare il problema e provare a risolverlo.
Confido in voi visto che le autorità giudiziare non prendono provvedimenti, non conoscendo il fenomeno o facendo finta di non conoscerlo.
Salve il mio nome è Angela, sono una cittadina di Barletta.
Vi mando questa e-mail per cercare di smuovere una " forte polemica" nei confronti di un fenomeno molto radicato nella mia città: l'occupazione abusiva, e lo sfruttamento di terreni pubblici o privati al fine di raccogliere proventi.
Cercherò di spiegarmi meglio: questa mattina (ieri per chi legge, ndr), 20 maggio 2012, mentre mi recavo sulla litoranea di ponente non ho potuto fare a meno di notare un tizio, molto noto a questo tipo di fenomeno, che ripuliva dalle sterpaglie un terreno (sicuramente non di sua proprietà) al fine di creare un parcheggio; la stessa persona la si ritrova puntualmente nei pressi del castello ogni sera d'estate a svolgere il medesimo "lavoro". Inoltre ieri mattina mi sono recata al mercato e quasi per coincidenza ho incontrato la stessa persona che cercava di farsi spazio tra la gente con la macchina, per recarsi sul "suo territorio" per poi iniziare la sua giornata lavorativa da venditore abusivo.
Con questa e-mail non spero di risolvere qualcosa, ma penso che cominciarne a parlare significa sollevare il problema e provare a risolverlo.
Confido in voi visto che le autorità giudiziare non prendono provvedimenti, non conoscendo il fenomeno o facendo finta di non conoscerlo.