Giovani provenienti dalla striscia di Gaza suonano e ballano a Barletta

“Parkour Gaza” anche nella nostra città. Un tour di quindici giorni, per oltrepassare i confini, soprattutto culturali

venerdì 5 aprile 2013 11.14
A cura di Viviana Damore
La città di Barletta è stata fortunata testimone di libertà e trasversalità culturale, tramite le fonti mediatiche della musica e della danza. Grazie al Collettivo Exit e il Coordinamento Puglia Palestina, nella giornata di mercoledì si è potuto ospitare nella nostra città il Parkour Gaza, un collettivo di giovani freerunners palestinesi che affiancati dai musicisti di Palestine Rappers e dai danzatori di Dabka Dancers hanno allestito uno spettacolo articolato tra momenti di musica e danza, nell'estrema magia che sprigionano le note e i passi di danze provenienti dalla sofferenza, e dalla vitalità in essa espressa da visi semplici. Tra i sorrisi dei giovani, che per la prima volta hanno potuto lasciare la striscia di Gaza, si leggono leggere le note di semplicità gioviale, che solo un momento di grande elevatezza culturale avrebbe potuto auspicare.

Inizialmente lo spettacolo avrebbe dovuto svolgersi all'aperto, ma complice la pioggia, si è dovuto spostare presso il ristorante arabo "Baddour". Niente di meglio delle atmosfere arabiche, delle luci soffuse e del clima accogliente per uno spettacolo al confine tra trascendenza artistica e culturale.

I giovani palestinesi freerunners che praticano il parkour, amano definirsi "traceurs" ovvero tracciatori, in quanto con il proprio corpo si adattano all'ambiente che li circonda, con l'obbiettivo di rendere la massima spettacolarità con il proprio movimento. L'occasione si proponeva di perpetrare un messaggio d'amore e pace, dimostrando che l'arte e lo sport non conoscono confini, anzi diventano strumento di libertà anche per una città che come Gaza è costretta a vivere le martorizzanti politiche militari e di apartheid israeliane.

Grazie all'espressione artistica di questi giovani palestinesi si intendeva celebrare nella nostra città, un popolo, quello palestinese, che nonostante gli anni di silenzi e umiliazioni, vive la propria resistenza umana attraverso l'esibizione vitale nella danza e nella musica. Propriamente la disciplina stessa del parkour significa in se stessa il superamento di ogni tipologia di ostacoli e barriere, sia fisiche che morali, infatti dai sobborghi delle periferie grazie all'energia che prorompe dal movimento dei corpi stessi, la conoscenza di un'attività del genere, è riuscita a giungere sino nelle grandi metropoli di tutto il mondo, anche avendo in casa la guerra, nella città di Gaza, i giovani hanno trovato pertugio nell'arte del parkour.

Il tour che ha coinvolto mercoledì la città di Barletta, attraverserà per quindici giorni tutta la Puglia, laddove l'arte non conosce confini, la street-culture, attraversa il Mediterraneo, portando un messaggio di libertà oltre i confini della Palestina.